Una Katana per gli operai
C'è una nota blogger piddina che, nelle sue frequentazioni ansiogene fatte per "capire" tra camerieri che votano Berlusconi e fascisti palestrati illuminati ed attenti ai diritti dei gay,si dimentica di frequentare quelli che dovrebbero far parte della sua storia e del suo bacino elettorale. Aspettiamo con ansia che vada a parlarci con qualcuno di quelli che resistono sul carro ponte, ad Agosto, per difendere il diritto ad un lavoro di "merda" in mezzo a grasso ed olio.
Farà parte di quella classe dirigente che ha l'ambizione di governarci tutti.
Solo nei giorni feriali, però.
Insopportabili, fighetti avvitati su un mondo fatto di estetica e vuoto;privo di quella consistenza materiale che è la vita della gente.
Rimaniamo alla nuda cronaca e lasciamo a futura memoria qualche flash di ciò che è solo l'anticipo di ciò che può riservarci l'Autunno. Lo facciamo dando uno sguardo anche a ciò che accade in Corea; anche lì i "samurai" (come li ha definiti qualcuno) lottano.Ed allora affiliamo la Katana, compagni.
Farà parte di quella classe dirigente che ha l'ambizione di governarci tutti.
Solo nei giorni feriali, però.
Insopportabili, fighetti avvitati su un mondo fatto di estetica e vuoto;privo di quella consistenza materiale che è la vita della gente.
Rimaniamo alla nuda cronaca e lasciamo a futura memoria qualche flash di ciò che è solo l'anticipo di ciò che può riservarci l'Autunno. Lo facciamo dando uno sguardo anche a ciò che accade in Corea; anche lì i "samurai" (come li ha definiti qualcuno) lottano.Ed allora affiliamo la Katana, compagni.
Da La Stampa
"Per quanto riguarda le loro condizioni, il funzionario Fiom spiega che «siamo sporchi da far schifo perché è da tre giorni che non ci laviamo e siamo in uno spazio molto stretto pieno di olio e di grasso dei macchinari, a venti metri di altezza, come una zattera distaccata dalla concretezza». Anche il caldo soffocante e il sole impietoso di questi giorni che batte sul tetto e sulle pareti in lamiera del capannone ha messo a dura prova la riuscita del blitz dei quattro operai, che al momento è servito a bloccare il lavoro di smontaggio dei sette giganteschi macchinari, già venduti da Silvano Genta."
Da www.operaicontro.it
Gli operai dell’INNSE sono in lotta da 15 mesi per difendere la loro vita.
Il partito della Lega Lombarda per 14 mesi e’ stato zitto ed ha girato alla larga
dalle decine di fabbriche che venivano chiuse in Lombardia.
A Bossi non importa niente degli operai e dei lavoratori ne di quelli Lombardi ne di
quelli del resto d’Italia. Bossi resta il capo dei bottegai Lombardi.
Il partito del PDL, il puttaniere piu famoso d’Italia, e’ da mesi impegnato a
svuotare i forzieri dello Stato.
Il Partito del PD ora per bocca di Franceschini dichiara che la lotta degli operai
dell’INNSE e’ condivisibile. I cadaveri dov’erano nei 15 mesi precedenti?
I sindacati non hanno fatto niente ne per gli operai dell’INNSE ne per gli operai
delle centinaia di fabbriche che hanno chiuso.
Gli operai dell’INNSE fanno paura ai borghesi.
Gli operai dell’INNSE hanno dimostrato che e’ possibile lottare contro i padroni.
Gli operai della fabbrica Ssangyong di Pyeongtaek, circa 70 km a sud di Seoul,
continuano ad occupare gli impianti da più di due mesi. La fabbrica, la quinta nel
paese nel settore automobilistico, ha dichiarato bancarotta ed ha avviato il
licenziamento di più di 2.600 operai. Un migliaio di loro, sostenuti dalle famiglie,
si sono quindi asserragliati negli impianti, rifiutando licenziamenti, precarietà e
delocalizzazione. Attualmente sono chiusi nell’impianto di verniciatura e stanno
resistendo a tutti gli attacchi di polizia e squadracce paramilitari.
http://www.ibrp.org/files/images/2009-07-25-ssangyong-2.jpg
http://www.ibrp.org/files/images/2009-07-25-ssangyong-3.jpg
Senza retorica, si tratta di una lotta davvero eroica. Gli operai hanno dapprima
cercato di bloccare gli accessi con pneumatici incendiati, poi hanno risposto alle
cariche con mazze di ferro, molotov e bulloni sparati con fionde. All’interno
dell’edificio assediato dalla polizia non viene fatto entrare più nessuno: sono
bloccati i familiari con cibo e beni di prima necessità assieme al personale medico
che dovrebbe soccorrere i lavoratori. Nel frattempo vengono lanciate dai blindati e
dagli elicotteri grosse quantità di gas lacrimogeni di natura tossica. Parecchi
operai riportano grosse vesciche, escoriazioni, pericolose ferite agli occhi. È stata
tagliata anche l’acqua degli impianti antincendio, per cui non c’è alcuna possibilità
di sciacquare la pelle.
http://www.ibrp.org/files/images/2009-07-25-ssangyong-4.jpg
http://www.ibrp.org/files/images/2009-07-25-ssangyong-5.jpg
Purtroppo la solidarietà degli altri lavoratori si limita ad alcuni episodi
sporadici, senza superare le indicazioni dei sindacati, assai limitate e ritardate.
Il 16 luglio, seguendo il sindacato KMWU, altri lavoratori hanno finalmente
manifestato davanti al municipio della città di Pyeongtaek. Ma la manifestazione era
limitata a circa 3 mila persone. Quando poi i lavoratori, in una assemblea
organizzata sul posto, hanno deciso di marciare verso la fabbrica, sono stati
bloccati dalla polizia che ha subito arrestato una ottantina di persone.
L’appello alla solidarietà dei lavoratori coreani è quanto mai urgente. Solo
l’allargamento della lotta e la sua generalizzazione ad altri settori della classe
operaia può dare vigore all’iniziativa coraggiosa degli operai della Ssangyong.
Meritano tutto il nostro sostegno!
Il partito della Lega Lombarda per 14 mesi e’ stato zitto ed ha girato alla larga
dalle decine di fabbriche che venivano chiuse in Lombardia.
A Bossi non importa niente degli operai e dei lavoratori ne di quelli Lombardi ne di
quelli del resto d’Italia. Bossi resta il capo dei bottegai Lombardi.
Il partito del PDL, il puttaniere piu famoso d’Italia, e’ da mesi impegnato a
svuotare i forzieri dello Stato.
Il Partito del PD ora per bocca di Franceschini dichiara che la lotta degli operai
dell’INNSE e’ condivisibile. I cadaveri dov’erano nei 15 mesi precedenti?
I sindacati non hanno fatto niente ne per gli operai dell’INNSE ne per gli operai
delle centinaia di fabbriche che hanno chiuso.
Gli operai dell’INNSE fanno paura ai borghesi.
Gli operai dell’INNSE hanno dimostrato che e’ possibile lottare contro i padroni.
Gli operai della fabbrica Ssangyong di Pyeongtaek, circa 70 km a sud di Seoul,
continuano ad occupare gli impianti da più di due mesi. La fabbrica, la quinta nel
paese nel settore automobilistico, ha dichiarato bancarotta ed ha avviato il
licenziamento di più di 2.600 operai. Un migliaio di loro, sostenuti dalle famiglie,
si sono quindi asserragliati negli impianti, rifiutando licenziamenti, precarietà e
delocalizzazione. Attualmente sono chiusi nell’impianto di verniciatura e stanno
resistendo a tutti gli attacchi di polizia e squadracce paramilitari.
http://www.ibrp.org/files/images/2009-07-25-ssangyong-2.jpg
http://www.ibrp.org/files/images/2009-07-25-ssangyong-3.jpg
Senza retorica, si tratta di una lotta davvero eroica. Gli operai hanno dapprima
cercato di bloccare gli accessi con pneumatici incendiati, poi hanno risposto alle
cariche con mazze di ferro, molotov e bulloni sparati con fionde. All’interno
dell’edificio assediato dalla polizia non viene fatto entrare più nessuno: sono
bloccati i familiari con cibo e beni di prima necessità assieme al personale medico
che dovrebbe soccorrere i lavoratori. Nel frattempo vengono lanciate dai blindati e
dagli elicotteri grosse quantità di gas lacrimogeni di natura tossica. Parecchi
operai riportano grosse vesciche, escoriazioni, pericolose ferite agli occhi. È stata
tagliata anche l’acqua degli impianti antincendio, per cui non c’è alcuna possibilità
di sciacquare la pelle.
http://www.ibrp.org/files/images/2009-07-25-ssangyong-4.jpg
http://www.ibrp.org/files/images/2009-07-25-ssangyong-5.jpg
Purtroppo la solidarietà degli altri lavoratori si limita ad alcuni episodi
sporadici, senza superare le indicazioni dei sindacati, assai limitate e ritardate.
Il 16 luglio, seguendo il sindacato KMWU, altri lavoratori hanno finalmente
manifestato davanti al municipio della città di Pyeongtaek. Ma la manifestazione era
limitata a circa 3 mila persone. Quando poi i lavoratori, in una assemblea
organizzata sul posto, hanno deciso di marciare verso la fabbrica, sono stati
bloccati dalla polizia che ha subito arrestato una ottantina di persone.
L’appello alla solidarietà dei lavoratori coreani è quanto mai urgente. Solo
l’allargamento della lotta e la sua generalizzazione ad altri settori della classe
operaia può dare vigore all’iniziativa coraggiosa degli operai della Ssangyong.
Meritano tutto il nostro sostegno!
Commenti
Voglio segnalare il blog Precariopoli per i contenuti schifosi e violenti.
Il suo ultimo post aggregato sulla home page di Kilombo è agghiacciante.
http://precariopoli.leftlab.com/2009/08/06/pietro-i-n-chino/
Lo segnalo sui blog dei redattori e degli iscritti senza usare la mail alla redazione per non farmi identificare conoscendo le abitudini del soggetto e del suo gruppo.
Vi prego di farlo rimuovere dalla home page.
Kilombista
confessa: questa della katana me l'hai rubata dal mio commento a Flavio sull'etica del samurai e gli operai dell'innse sul blog di Cloro.
....salutoni!