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Conversazione con il pittore - 7a parte

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  Mario Paravano-Rivoluzione per la libertà dell'arte Sembra che tutto conduca su un'unica strada, quella del surrealismo. O no? Può darsi, credo che in molti artisti ci siano arrivati comunque sfiniti . Sembra che la realtà ci stia stretta, ed è per quello che ci rifugiamo nei sogni. Nella fantasia.  Quello che qui mi interessa è evidenziare uno degli elementi di cui avevo parlato prima. La necessità di redigere documenti che in qualche modo fossero il canovaccio, le regole, il senso, la proposta ideologica di gente che si metteva là con un pennello, o una penna in mano, a raccontare il loro punto di vista sul ruolo che la loro corrente dava all'arte in quel preciso momento storico, il  rapporto con la società, il suo passato e quanto era stata in grado di produrre.  Lo avevano fatto i dadaisti, prima con un breve documento di Hugo Ball nel 1916 e poi con Tristan Tzara e il suo manifesto sul dadaismo nel 1918: "  L’opera d’arte non deve rappresentare la bellezz...

Conversazione con il pittore - 6a parte

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                                                                                                     (A) ri (A) nn (A) - Dreams Mi sono fatto un giro alla GAM. Iniziamo da questo giro? Ho collaborato ad un quadro con una bimba di 4 anni (o 3, non ricordo). La relazione con la GAM e quello di cui parliamo? Che l'arte senza fronzoli è roba per bambini, gli adulti con tutti i loro costrutti e le frasi senza senso per darle un senso sono di troppo. Mi sono fatto un giro nella parte della galleria che ospita alcuni lavori della cosiddetta avanguardia, l'occasione è quella di Artissima che ha permesso l'esposizione di un po...

Conversazione con il pittore - 5a parte

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Mario Paravano- Spazi Cubismo, avanguardia, astrattismo...insomma un sacco di carne al fuoco. Pensi realmente che ci sia "autonomia" in queste correnti? Dal punto di vista espressivo penso di sì, che poi il mercato  fagociti facendo perdere anima e spessore a tutto è purtroppo la triste realtà ed è altra questione. Rimaniamo fuori dal rapporto mercato/arte e concentriamoci sui cambiamenti. C'è un libro di David Hockney in cui si descrive il lavoro del Picasso cubista.  Nel suo libro Hockney fa una disanima della fotografia, cogliendone alcuni suoi limiti, e dell'opera cubista di Braque e Picasso. Scrive: " Leggendo quello che i critici hanno scritto su un tale movimento, si incontrano discussioni relative all'intersecarsi  di piani e argomenti simili, come se il cubismo analizzasse la struttura dell'oggetto. Ma il cubismo analizza piuttosto la struttura della visione dell'oggetto. Se in un quadro cubista ci sono tre nasi, non è perché il viso ha tre n...

Conversazione con il pittore - 4a parte

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   Mario Paravano-esercizio n°81 Dvorak Eccoci qua, forse è il momento di passare a questioni più complicate. Introduciamo qualche elemento in più su questo stravolgimento dei canoni dell'arte? Sì, non è semplice. Ma, poiché qua non stiamo facendo una sorta di storia dell'arte dal punto di vista cronologico, possiamo anche permetterci il lusso di spaziare tra le varie correnti saltando da un periodo all'altro. Secondo te qual è il momento che segna in modo netto ed inequivocabile questo passaggio? Intendiamo il momento in cui l'arte trova, anche se a fatica, una sua autonomia nel modo in cui si esprime dal punto di vista dei contenuti, a quello dell'uso dei materiali e al suo posizionarsi in ciò che accade in giro per il mondo. Beh, secondo me non c'è una sorta di taglio netto. E' un progressivo e lento incedere. Abbiamo già detto che l'impressionismo è stato un punto di svolta per quanto riguarda il fissare con uno sguardo nuovo i colori sulla tela. L...

Conversazione con il pittore - 3a parte

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  Tracce sulla spiaggia-Mario Paravano Quindi qual è il ruolo dell'arte? L'arte da sempre si è mossa in sincrono con ciò che accadeva nella società, è stata la fotografia di rapporti di potere ingessati per tanti secoli. Rapporti nei quali dominavano quelle forze rappresentanti élite o centri di potere che mutavano solo in base a chi riusciva a dominare l'avversario sul campo di battaglia. Ecco, il campo di battaglia era la sintesi finale dello scontro. Quindi che fai in quanto artista? Omaggi chi detiene il potere, racconti le sue gesta, fai divulgazione al popolo analfabeta del messaggio che secondo te sta dentro un libro che necessita di essere spiegato e che regola secondo la legge divina il modo in cui convivere, indicando nello stesso tempo la gerarchia sociale e il proprio ruolo e posto nella stessa.  L'arte in qualche modo è al servizio e non trova aree "libere" nelle quali potersi esprimere secondo quella che è la sensibilità, o una sua reinterpretazi...

Conversazione con il pittore - parte 1a

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  Buongiorno, da cosa partiamo? Boh, io sono l'invitato. Mi dica lei. Intanto diciamo che questa è una sorta di auto intervista, una conversazione con te stesso. Siamo passati al tu, compagno? Sì, mi interrogo sul senso del mettersi lì a tracciare linee su un foglio di carta, di riempire di colori una tela. Di interrompere e riprendere un lavoro sempre con la stessa sordida insoddisfazione per quello che faccio. Un quadro o un disegno è una sorta di working in progress che non dovrebbe finire mai.  Come definiresti cosa è arte e cosa non lo è? Tutto ciò che è manifestazione della fantasia, della abilità di un soggetto che ha il potere e la capacità di portarti in un circolo virtuoso di sensazioni. Che sia in grado di farti staccare da terra con il cervello, che ti paralizzi per un attimo nell'osservazione o nell'ascolto e che, soprattutto, scombini il mondo ordinato con cui rappresenti la realtà che ti circonda. Non è arte il contrario, la banalità e il conformismo qualsias...

Pablo Picasso e l'intervista impossibile.

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  L’incontro Buongiorno Pablo. Buongiorno, perché questa chiacchierata? Non c’è un perché, in realtà ce ne sono tanti. Vorrei ripercorrere con lei un po’ della sua esperienza, giù da noi. E’ vissuto tanto, ha prodotto tanto, si è sempre parlato molto di lei e così ho pensato di indagare meglio su qualche aspetto della sua vita. Indagare è un verbo che mi indispone.  Cosa pensa di aggiungere al tanto che hanno scritto di me. In 90 e passa anni di vita c’è di tutto, come nella vita di tanti. Il punto è che quando sei così visibile la lama della morale è sempre pronta là a tagliuzzarti.  Da morto vorrei essere lasciato in pace. Avete i miei quadri e tutto il resto,  fateveli bastare. Stalin Proprio tutto no. Ad esempio il disegno di Stalin è sparito.  Ah, Stalin. Sa, mi hanno attribuito una frase quando morì. Seppi che quel ritratto non era stato gradito. Si era in pieno clima di guerra fredda e qualcuno scrisse che avrei detto una roba tipo ” mi sono presentato al...

Coubert, l'arte e la comune di Parigi- Le interviste impossibili.

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  -Buongiorno signor Coubert, da cosa iniziamo? Parliamo di rivoluzione e Comune di Parigi o solo di arte? Le due cose secondo lei sono indipendenti? O almeno, lo sono state nel percorso che ho fatto tra le vostre cose terrene? Io non penso. Le mie opere, e tutta la mia vita sono lì a testimoniarlo. E poi, mi scusi, perché viene a scomodare me, un pittore che ormai è solo memoria per qualcuno? Non ci sono personaggi più interessanti da far conoscere a quelli che frequenta lei? –  Lei è particolare signor Coubert. Uno come lei, in questi tempi che noi terreni passiamo quasi in letargo e fuori da contese che avevano l’ambizione di cambiare il mondo, è proprio uno speciale. Facciamo così, non farò domande, si racconti. Insomma, ci dica qualcosa. Le risparmio la parte più biografica, quella roba che ha a che fare con nascita, famiglia, studi e cose così. E’ roba noiosa. Che dire del resto? Ci abbiamo provato ed è andata male. L’arte secondo Coubert -Sì, però qualcosa sulla sua art...

Rivera e Siqueiros… e la revolucion

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Majakowskij dedica al Messico una parte importante del suo libro America. Narra del suo incontro con Diego Rivera di cui parla con poche e scarne righe. Di lui ci lascia l’immagine di un uomo imponente, con una gran pancia che confessava al suo interlocutore che metà delle cose che gli raccontava erano bugie. Era il 1925. Nel Messico la rivoluzione aveva terminato il suo percorso nel 1917 con la promulgazione della nuova costituzione, gli scontri armati erano cessati nel 1920 .  Le ragioni della rivoluzione messicana Nel 1910 il Messico aveva una popolazione di 15 milioni di abitanti, di cui circa tre quarti vivevano nelle campagne. La proprietà delle terre era concentrata nelle mani di poco più di 800 grandi latifondisti e 400 mila piccoli e medi proprietari. Di fronte a loro 12 milioni di peones conduceva una vita misera. Negli anni della rivoluzione un milione di persone perse la vita in quella che nel corso del tempo finì per trasformarsi in una guerra civile. Fu uno ...