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Strade, anni 70 e oltre.

Diario di una vita, dagli anni 70 a ieri.

Invito al viaggio, il Perù.

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  Se mai vi capiterà di fare un viaggio in Perù tra i posti da vedere, sicuramente, ci metterete il lago Titikaka. Io ci sono arrivato viaggiando su una vecchia auto americana, una di quelle con sulla parte posteriore un paio di ali di metallo a forma di pipistrello su cui poggiano gli stop. Una specie di batmobile. Auto dagli interni enormi in pelle consumata ed in compagnia di un autista "gordo" e simpatico. Dal finestrino vedevo scorrere valli verdi, infinite. Il ritorno è stato uno sballo, fatto di sera con il sole che se ne andava piano. Dai declivi in fila i contadini tornavano nei loro villaggi, li osservavo sgranarsi lungo le discese e di corsa affrettarsi verso casa. Uomini e donne in fila. Queste ultime con l'immancabile coperta sulla schiena ad ospitare un bambino che dormiva. I fuochi venivano accesi all'interno delle abitazioni e li intravedevo passando con il taxi su strade fatte da mille ciotoli. Forse era solo suggestione ma la sensazione era di una p...

Conversazione con il pittore - parte 1a

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  Buongiorno, da cosa partiamo? Boh, io sono l'invitato. Mi dica lei. Intanto diciamo che questa è una sorta di auto intervista, una conversazione con te stesso. Siamo passati al tu, compagno? Sì, mi interrogo sul senso del mettersi lì a tracciare linee su un foglio di carta, di riempire di colori una tela. Di interrompere e riprendere un lavoro sempre con la stessa sordida insoddisfazione per quello che faccio. Un quadro o un disegno è una sorta di working in progress che non dovrebbe finire mai.  Come definiresti cosa è arte e cosa non lo è? Tutto ciò che è manifestazione della fantasia, della abilità di un soggetto che ha il potere e la capacità di portarti in un circolo virtuoso di sensazioni. Che sia in grado di farti staccare da terra con il cervello, che ti paralizzi per un attimo nell'osservazione o nell'ascolto e che, soprattutto, scombini il mondo ordinato con cui rappresenti la realtà che ti circonda. Non è arte il contrario, la banalità e il conformismo qualsias...

Post per un'amica

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Annuncio ritardo: il treno della vita che passa una volta sola arriverà con un ritardo previsto di novanta anni ci scusiamo per il disagio.(Cit.) Mi è capitato di intessere relazioni che si sono perse con il tempo, dense di cose e aspettative, promesse e arrivederci che in realtà si sono rivelate come un addio. Avrei una voglia matta di cristallizzare il tempo in un ricordo, riportare le persone vicino a me, stare intorno a un tavolo a discutere di quello che siamo stati e siamo ora. Di spiegarmi e narrare a loro della mia/nostra indaguatezza rispetto alla vita. Di qualcuno/a mi rimangono dei messaggi, di altri l'evanescenza del ricordo del loro volto. Di uno di questi ricordi la traccia di uno scritto. "Quello che è sicuro è che le tue parole sempre attivano un flusso... emozionale, viscerale, animale e profondamente umano allo stesso tempo... è credo l'eco di una rabbia affine, un affine modo di voler rovesciare il mondo, di pensarsi e costruirsi giornalmente come ...

Guatemala

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Se mai vi capiterà di andare dalle parti di Città del Guatemala, fatevi raccontare la storia dei ragazzi che hanno seppellito sulla strada che porta ad uno dei vulcani che guardano la città. Di come trovarono i loro  corpi per caso. Quelli rifiutarono di continuare a lavorare per un dollaro al giorno e quegli altri li ammazzarono subito. Se ti capita di fermarti sulla piazza dei bus di Antigua, quel posto dietro la piazza principale, cerca una baracca dove vendono bibite fresche. Il papà di uno di quei ragazzi lavora lì se è ancora vivo.  Non ho idea se ha finito le lacrime e se il suo viso ha nuove rughe che tracciano un reticolo fatto di pensieri non rilevati ed odio profondo tenuto dentro. So solo che quando mi chiese di accompagnarlo a depositare un fiore sulla tomba del figlio lo feci sentendo un dolore lancinante e sconosciuto dentro di me. Se magari passi da quelle parti, e ti bei al sole su una panchina con dozzine di ragazzini a schizzarti l'acqua della fontana, prova...

Coloro quindi sono

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Quando prendo la matita ed inizio a tracciare qualche segno sul foglio il mondo non esiste. Riesco a cristallizzare il tempo. A non tenerne conto. Mi concentro e vado.

Una storia di cancro

A Torino hanno festeggiato i 2.500 trapianti di fegato. Gran cosa e sono sinceramente contento per tutte quelle persone. L'ospedale in questione lo conosco bene, ci ho soggiornato lo scorso anno da Maggio a Giugno avanzato.  Tutto è iniziato con un mal di stomaco, una ecografia e il ricovero immediato.

Morire

Mo, ci sta sto fatto che mi sto ri-leggendo il libro di Terzani. Quello dell'intervista al figlio. Ora, io ho il massimo rispetto per lui però certe affermazioni lasciano il tempo che trovano. A parte le pippe "new age" c'è una cosa che non sopporto: quando uno ti dice il lavoro te lo puoi inventare, il mondo non ha porte sbarrate e dipende da te e ci vuole fantasia.

Sono ancora qui e vivo

Non ho fatto il conto degli aghi che fino ad oggi mi hanno infilato nelle vene, nelle braccia, nelle gambe, sul costato, sulla pancia.

Vivere e morire

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E così sembra che anche quest'anno potrò portarlo fino alla fine. Il 31 si chiude e sono ancora qui, vivo. Poi ci saranno trecentosessantacinquegiorni da vivere, ancora. Si spera. Passo il tempo accompagnandomi a ragazzini a cui faccio ripetizioni d'italiano e matematica. Arrivano dal Marocco, molte volte faccio fatica a farmi capire ma è tempo speso bene. C'è poi la questione di chi al martedì mattina mi aspetta per fare una passeggiata, è cieco e mi fa sempre le solite domande. Ogni tanto cambio le risposte ma non riesco ad ingannarlo. Ho messo giù delle cose, le ho scritte nei giorni in cui avevo voglia. Ora le rimetto in parte qui:

Il cancro ed il lavoro.

E' un po' come essere in galera. Guardo il mondo attraverso le notizie che scorrono nei vari notiziari, Torino dalla finestra di casa o di quella dell'auto di Carla quando mi porta in giro tra ambulatori e cose di questo genere. In questo momento tutto questo mi basta, il massimo è stato raggiungere il bar sotto i portici in prossimità di porta palazzo. Mi sono seduto perché camminare è dura, ho bevuto un succo di frutta e mi sono beato dei colori della frutta sui banchetti dei venditori ambulanti. Dicevo del mondo, sempre più incasinato.

La paura

Non riesco a misurare la profondità degli abissi del mare,  anche del cielo lo spazio per definizione infinito per me è un'astrazione. Colgo e misuro invece il vuoto di un'assenza, il sentimento che mi spinge oggi ad isolarmi ed a rinchiudermi dentro quel mostro che si chiama paura.

sarò breve

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sarò breve. sono assente perché me la sto giocando ai bussolotti la pelle. Sono occupato con faccende che hanno a che fare con ospedali, salute e vita.

Facebook e partenze

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Il cielo è di un celeste tenue, le giornate di caldo afoso hanno lasciato spazio a questo leggero vento che soffia tenero come la carezza di un bambino.

Ragazzi la vita è dura

Questa mattina tal professore emerito, della università Luiss, Celli ci ha raccontato che una delle cose da dire ai giovani è che la vita è dura e che bisogna prepararsi ed essere competitivi. Queste sagge parole mi sono sembrate uno spiraglio di luce ed ho riflettuto sul fatto che in effetti è una di quelle robe che come messaggio non trasmetto mai a mio figlio. Di solito quando parliamo delle amenità della vita evito di dirgli robe tipo " guarda che qui, visto che non possiamo contare su relazioni di amici di amici tali da poterti garantire un calcio nel culo, è meglio che ti dai una mossa perché sono cazzi acidi" Sì la vita è proprio dura ed a questi bamboccioni bisogna che qualcuno la verità la racconti. Poi, mi sono fermato un attimo ed ho pensato che forse a mio figlio bastano i discorsi "casalinghi" che sente tutte le sere, che forse i giramenti di coglioni sono un messaggio neanche tanto paludato e che le condizioni materiali di gran parte dei genitori dei ...

Non mi chiedete se ho vinto o se ho perso

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Poiché la politica con la p minuscola, che questo tempo esprime, non mi interessa più di tanto dedico un po' di questo spazio ai ricordi. Lo faccio partendo da alcune testimonianze di compagni che, circa 10 anni fa, si riunirono per ripercorrere l'esperienza fatta in uno dei più famosi circoli del proletariato giovanile di Torino. Il primo brano che propongo (non mi chiedete se ho vinto o se ho perso) è l'ultimo di un libretto che hanno scritto e che si trova in rete. E' passato tanto tempo e quello che a molti di noi viene rimproverato è di essere ancora inchiodati a quei tempi. Sarà, forse, che quello che vediamo oggi non fa venir voglia di andare oltre la soglia di casa? Quello che è scritto nel brano lo condivido in gran parte, in particolar modo condivido il punto in cui alla fine di questa esperienza storica ed umana rimarrà un bilancio che ognuno di noi dovrà fare con la propria coscienza in funzione di come ha vissuto. Da quel punto di vista non è che mi senta t...

Studiare economia e diritto con un "gagno di 15 anni"

Ieri mio figlio mi ha descritto quello che il suo professore di economia gli ha spiegato del perché quella materia viene trattata come "scienza". L'impressione che ho avuto è che non ha colto bene il senso del tutto. Lui è al 2° anno di un liceo che "pomposamente" si titola come "economico aziendale". Un indirizzo che è il frutto di uno dei tanti tentativi sperimentali di questa nostra beneamata scuola. Il prossimo anno oltre a diritto, economia, matematica etc. studierà anche filosofia che insieme a storia ed italiano costituiranno il trittico "umanistico" della sua formazione. Il resto sono materie come inglese, francese,biologia ed educazione fisica. Vedere e sentire un brasiliano che studia la costituzione italiana, le fonti del diritto e che, nello stesso tempo, accompagna il tutto con un sottofondo musicale fatto da Tupac e Mano negra mi fa una certa impressione. Che giudizio dare della scuola pubblica italiana con un figlio adolescent...

Radio micciacorta

Questa sera se non avete un cazzo da fare, se vi siete rotti i coglioni di sentire le solite cose,.....berlusconi di qui, franceschini di là......e noi nella merda, passate a trovarmi dalle parti di radiomicciacorta ; il link ? qui a fianco. Non siamo in tanti, per il momento c'é una media di una dozzina di affezionati ascoltatori. Di che si parla? Questa sera di viaggi. Vi porterò un po' in giro con me, razza di bamboccioni incalliti. Ci sarà un viaggio vero ed uno da "organizzare". Quello vero vi porterà nella terra degli Exil, quello da progettare nel conflitto. Quello vero. p.s. ore 20,45, ed abbiate pazienza se sentite un pò di casino

Correva l'anno scolastico 1975/1976

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Correva l'anno scolastico 1975/1976. Eravamo messi così alla Tesoriera; in posa sorridenti e belli in attesa degli eventi che ci avrebbero proiettati definitivamente nel mondo degli adulti. La VaB dell'ottavo liceo scientifico di Torino si preparava all'esame di maturità. Io sono il quarto partendo da sinistra nella fila di quelli seduti per terra. Sono vicino ad Enrico e ad Andrea. Claudio è un po' più in sù. Non ricordo bene le date (sono passati 34 anni) ma qualche settimana dopo fui espulso da scuola per le botte date ad un paio di fascistelli durante le ore di lezione. Ricordo che li andai a prendere in classe, davanti ai professori esterrefatti, ed insieme ad altri compagni li sbattemmo fuori dai cancelli. Il giorno prima erano venuti a cercarci con un po' di camerati. Uno di loro estrasse una pistola e ci minaccio'. Carmine Gatta (morto ammazzato da un balordo sotto casa sua qualche anno dopo) scappò sopra un tetto quel giorno, con gli al...

Mandare a fanculo il 95% dell'umanità italiota

Credo di essere diventato intollerante. Si, uno di quelli che si lamenta di tutto e di tutti. Che, ancor prima di sentire la fine di un discorso o di un ragionamento, scuote le spalle e manda a cagare il 95%di quelli che discettano. Intollerante perché consapevole di essere solo come un eremita nel deserto. Però, in fondo, la mia è una condizione  di uomo libero. Magari con poca gente che mi sopporta, ma libero. Perché scrivo queste robe? Perché ho una voglia grande come una montagna di mandarvi a quel paese tutti quanti, con poche eccezioni. Vivo in compagnia di prototipi di giovani uomini, gente che dovrebbe avere l'ambizione e l'energia per cambiare il mondo. Li trovo invece imbolsiti e più rincoglioniti del sottoscritto. Prendeteli, ad esempio, quando finita la scuola o l'università capita a costoro di trovare uno straccio di posto da precario.  Strisciano. Si mimetizzano con giacca e cravatta, provano a fare i grandi e alla fine, sopportando il sopportabile, strisciano...