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Visualizzazione dei post con l'etichetta Diritti civili

Maurizio Ferrari e la parabola del resistente

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  Maurizio Ferrari è un compagno che ha trascorso diversi decenni nelle patrie galere. Ha occhi azzurri, capelli che sono diventati radi e bianchi ed una barba bianca. Quando lo incontrai, tempo fa, davanti a Palazzo Nuovo per parlare di alcune cose lo trovai immobile nell'unico spicchio di sole disponibile, in quella giornata, a scaldarsi le ossa. Un paio di bermuda, due pedule, uno zainetto ed una maglietta bianca. Mi riportò alla memoria quello che, tanto tempo fa, ascoltavo nei discorsi di uno più vecchio di me : non abbiamo bisogno di molto, l'essenziale te lo porti dentro. Il resto serve a coprirti e riparati dal freddo. L'ultima volta che l'ho ascoltato è stato sotto un tendone in cui si narrava di una giornata di lotta di tanti anni fa qui a Torino. Ci parlò del carcere, di chi ci stava dentro e ci invitò ad andare fin sotto le mura delle Vallette a fare sentire la nostra solidarietà a chi stava lì. Uno che non molla un attimo. Mi sono appuntato questi ricordi q...

Appunti per i guerrafondai.

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  "L'ebbrezza della morte verrà in verità: "Questo era quello che cercavi di evitare" (Corano,L:19) - "...il che ci dà in media un morto tedesco ogni 40,8 secondi, un morto ebreo ogni 24 secondi, e un morto bolscevico ogni 4,6 secondi sul totale del detto periodo. Ora siete in grado di effettuare, a partire da queste cifre, qualche concreto esercizio di immaginazione. Prendete per esempio in mano un orologio e contate un morto, due morti, tre morti ecc. ogni 4,6 secondi, tentando di figurarvi, come se fossero lì di fronte a voi, in fila, quegli uno, due, tre morti. Vedrete, è un buon esercizio di meditazione. Oppure prendete un'altra catastrofe più recente, che vi abbia fortemente colpito, e fate il paragone. Per esempio, se siete francesi, considerate la piccola avventura algerina, che tanto ha traumatizzato i vostri concittadini. Ci avete perduto 25.000 uomini in sette anni, incidenti compresi: l'equivalente di un po' meno di un giorno e tredici or...

I poveri e l'economia delle brave persone.

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Qualche giorno fa, durante il giro alla COOP per la spesa, ho beccato quelle della San Vincenzo. Davano una busta e un volantino su cui era scritto : non lasciamoli in mutande. Invitavano ad acquistare biancheria intima per i "poveri". La biancheria per i poveri la COOP l'aveva messa in cestoni in cui veniva offerta a prezzi bassi, tipo 3 euro a mutanda. Mi è venuto in mente, dopo averne acuistate un paio, di lasciarle alla tizia facendo un po' di polemica, tipo : La COOP deve svuotare i magazzini e trova le sinegie con voi e a prezzi modici, facendo stare bene un po' di gente impegnata ad acquistare il superfluo qui dentro, tacitando un po' di coscienze. E' la bellezza del business ipocrita e stronzo". Ho lasciato perdere, non posso rompere il cazzo a tutti. Però sta cosa mi ha fatto venire in mente quando facevo il volontario alla mensa dei poveri, il pane distribuito era quello invenduto del giorno prima. Gentile omaggio dei panificatori. Quelli si...

Rivolta o rivoluzione. Appunti su quello che accade negli USA

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Naturalmente i guerriglieri de casa si sono subito eccitati ad osservare quello che accade di là dalle parti dell'impero a stelle e strisce. Senza entrare nel merito un paio di osservazioni "storiche", a esplosioni di questo tipo gli ameritonti sono abituati da una vita:esempio Harlem nel 1935. Io ho ancora memoria delle immagini in bianco e nero della rivolta di Watts con 34 morti e centinaia tra feriti e arrestati, nel 67 a Detroit con 43 morti , dopo l'assassinio di Martin Luther King, Los Angeles nel 1992, Cincinnati nel 2001 etc.etc.etc. La componente razziale è predominate. Eppure nonostante tutto questo di rivoluzione e cambiamenti sostanziali nisba. Oggi sembra esserci in più un elemento di classe che ha colpito indifferentemente bianchi e neri e vedremo se darà i suoi frutti: un livello di disoccupazione e precarietà che non ha precedenti nella storia se non durante la crisi del 1929. Nel 1849 Andreas Gottschalk scrisse una lettera nella quale diceva peste ...

AUTONOMIA E LOTTE COMUNITARIE: LA STORIA DI GUADALUPE CAMPANUR

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--> All'inizio dell'anno Guadalupe Campanur è stata assassinata nei pressi del municipio di Cheràn, in Messico. Guadalupe era conosciuta nella sua comunità per essere stata tra le fondatrici delle ronde comunitarie che, tra le altre cose, avevano l'obiettivo di preservare l'ambiente dai continui disboscamenti portati avanti da quella che è stata denominata “mafia dei boschi”. “ « La comunità indigena di Cherán, simbolo della difensa comunale dell’ambiente in Messico, ha perso una delle sue migliori militanti. Guadalupe Campanur, di 32 anni, è stata assassinata e il suo corpo è stato trovato abbandonato in un posto lo scorso 17 gennaio. Guadalupe Campanur faceva parte del movimento comunitario del Cherán, nello Stato di Michoacán, che dal 2011 si scontra con le mafie organizzate che tagliano illegalmente i boschi delimitati dentro il municipio».” (fonte: Consejo de Jóvenes de Cherán) Secondo “un rapporto dell’Instituto de Investigacion...

L'informazione manipolata sulla Tav

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A proposito d'informazione, testo a cura del movimento No Tav Una conferenza stampa del movimento No Tav, disertata dai giornalisti delle maggiori testate torinesi, ha ieri denunciato l’attività di ignoti che utilizzano sotto pseudonimo alcuni IP de La Stampa per introdurre notizie false in rete ed indurre gli interlocutori a fare dichiarazioni avventate (segnalate probabilmente subito alla polizia) a proprio discapito. Come spess o succede i fatti emergono per coincidenze o casualità. Quelli che mettono La Stampa in difficoltà hanno inizio il 24 Luglio scorso quando Alessandro Lupi, un reporter che sta filmando gli interventi della polizia contro i No Tav presso la centrale elettrica dell’Avanà, viene centrato in pieno volto da un proiettile lacrimogeno sparato da breve distanza. Lupi riporta 36 fratture a naso, denti e mandibola e deve sottoporsi a interventi multipli; se non avesse indossato la maschera antigas, che ha parzialmente attutito e deviato il proiettile metalli...

Quei fenomeni dei riformisti, il caso Ichino

Qualche giorno fa mio cugino, durante una passeggiata, mi disse " Le scelte nella vita politica sono tre e sono semplici; o stai con i conservatori cioè la destra e tutto quello che fai è nell'ottica di perpetuare le differenze perché pensi che siano il motore della società, o con i riformisti e quindi cerchi di riformare e migliorare il sistema per gradi nell'ottica di un miglioramento dello status delle classi sociali che accorci la distanza tra le stesse, oppure stai fuori e cerchi di lavorare per la rivoluzione perché i processi veri di cambiamento nella società arrivano attraverso delle rotture traumatiche" Questa mattina ho letto l'intervista ad Ichino il quale, a proposito della vicenda Fiat, dice " Quelli che dicono che non bisogna cambiare nulla nelle relazioni sono dei conservatori" Ho provato ad abbinare i due ragionamenti ed a collocare questo signore (che predica bene ma razzola male) ed ho constatato come tutto ciò che ha un significato ...

La legge bavaglio, l'informazione ed i licenziati della Fiat

Il risultato di Pomigliano ovvero la lezione all'americano.

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Il voto a Pomigliano non è andato come sperava il padrone. Adesso la sua posizione è molto scomoda; per un verso dovrà spiegare qualcosa a quei polacchi che lavorano alle sue macchine e che lui, in modo disinvolto, ha usato come arma di ricatto nei confronti dei loro colleghi italiani, per l'altro verso dovrà fare i conti con una caduta d'immagine che è sotto gli occhi di tutti.

Un pò di storia sulla Fiat e un articolo di Robecchi

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Le malefatte della Fiat ai danni della classe operaia cominciano nel 1899, anno della sua fondazione. Ma il periodo più vergognoso della sua storia inizia alla fine della prima guerra mondiale. Il “bottino di guerra” e i “sovrapprofitti di guerra”: sono anch’essi capitoli della storia Fiat. Ci saranno scandali, clamori di stampa, denunce, il tentativo di una commissione di inchiesta: ma la Fiat se ne infischia (del resto, ci sarà una provvidenziale sanatoria…).. E’ ormai una potenza economica dagli alti connotati “patriottici”, per via «della micidiale efficacia dei suoi nuovi prodotti bellici, la mitragliatrice, in primo luogo, e l’aereo veloce da ricognizione, il “Dio motore che ci portò sopra Trento”», come elogiava D’Annunzio. Capitani d’industria, mercanti di cannoni. “Battere sul tempo i Consigli operai”, è la parola d’ordine di Agnelli a partire dal 1919. Ci riuscirà. Nel ‘20 ci saranno le guardie bianche a proteggere gli stabilimenti; gli operai e i sindacati escono sconfitti ...

Condizioni di lavoro e fabbrica

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Se a Pomigliano accadrà questo: Un operaio è morto la notte scorsa  (30 aprile 2010), per un infarto, nel reparto montaggio dello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat e stamani gli operai - secondo quanto reso noto dal segretario regionale della Basilicata della Fiom, Emanuele De Nicola - hanno bloccato la produzione e stanno protestando per chiedere un presidio sanitario. Lo riferisce l'Ansa. A quanto si apprende, quando l'uomo si è sentito male è stato chiesto l'intervento del 118, ma i soccorsi sono stati vani. Il sindacato ha chiesto un medico nella fabbrica del gruppo torinese durante il turno di notte e che sia istituito un presidio del 118 nell'area industriale di Melfi, dove lavorano migliaia di persone. link gli operai che protesteranno e sciopereranno saranno sanzionati e rischieranno il licenziamento.

Marinaleda, dove un mondo diverso e migliore è possibile

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DI DOUGLAS HAMILTON Counterpunch A circa 100 Km a est da Siviglia si trova una cittadina di 2.700 persone chiamata Marinaleda. È una delle numerose città e paesi agricoli nella provincia di Siviglia, circondata da miglia e miglia di distese pianeggianti e agricole. Ciò che contraddistingue Marinaleda da qualunque altro posto in Spagna e, se possibile, anche in Europa è che per gli ultimi trent’anni è stata il centro di continue lotte per il lavoro e un luogo dove è emersa un’attuale forma operante e in evoluzione di socialismo reale. Ho avuto la fortuna di visitare la città la scorsa settimana e, in un momento di profonda crisi economica e di cinismo politico, non sarei potuto rimanere più colpito davanti alle sue irripetibili imprese socialiste.

La dissidenza cubana e le balle spaziali

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DI SALIM LAMRANI Réseau Voltaire Ecco un dibattito raro ed istruttivo: la blogger cubana anti-castrista Yoani Sanchez ha desiderato dialogare con il docente universitario francese Salim Lamrani. L'uno e l'altro sono le voci che meglio si alternano sul web nei due campi avversari. Sono quindi riconosciuti da tutti come rappresentativi ed emblematici di due visioni che si fronteggiano.

Abbattiamo i poveri

Manifesto affisso sui muri di Rovereto I poveri sono spiacevoli da vedere. La loro presenza ci ricorda fastidiosamente su quali basi si fonda il nostro presunto benessere, peraltro sempre più magro e precario.

Storia intervista e Lettera dal carcere di Antonino Fano

Mi chiamo Antonino Faro, sono nato in Sicilia, una terra bellissima, ma in un ambiente che conserva difficoltà ancora drammaticamente attuali. Provengo da una famiglia proletaria e numerosa, in tutto fra fratelli e sorelle siamo in quindici.

Quando emigrarono gli irlandesi

La  Grande carestia  irlandese, (in  inglese :  The Great Famine  oppure  The Great Hunger ) è la definizione data ad una  carestia  che colpì l' isola d'Irlanda  tra il  1845  e il  1849 .

La libertà d'espressione secondo Luttazzi

In questa vecchia intervista Luttazzi parla di quando, oltre che dalla rai, lo cancellarono anche dalla 7. Parla di questa vicenda ma anche di altro, parla di quel pensiero "libero" che è osteggiato dal potere. Qualsiasi potere. Parla della destra e anche della sinistra (quella istituzionale). Vale la pena ascoltarlo tanto per ricordare che se Berlusconi è un problema grosso come una casa lui non è il solo problema.

Mentre siete affaccendati e pensate a come cambiare il mondo votando un nuovo assessore ladro..

A Milano, nel Cie di via Corelli, i detenuti e le detenute in sciopero della fame cominciano ad essere debilitati ed indeboliti. Ad alcune ragazze del reparto trans sono state fatte flebo di liquidi e una è stata portata in ospedale. I reclusi hanno chiesto invano di essere pesati e controllati costantemente da personale medico, come è prassi durante ogni sciopero della fame, ma questo. Tuttavia, nonostante le difficoltà, lo sciopero continua con determinazione, anche grazie alla solidarietà degli antirazzisti che continuamente portano acqua e succhi al centro e mantengono ininterrottamente i contatti. A Roma, nel Cie di Ponte Galeria, una ventina di reclusi continua lo sciopero: i gestori portano il cibo e loro lo rimandano indietro. Alcuni che avevano iniziato autonomamente lo sciopero qualche giorno prima degli altri sono molto provati, perché oramai sono dieci giorni che non mangiano. A differenza di quanto accade a Milano, a Roma i reclusi sono pesati e monitorati regolarmente, ma...

Né guerra né pace, solo un sano conflitto sociale- Lo sciopero dei migranti

A Torino lo sciopero dei "migranti" ha fatto vedere un'immagine che a tanta gente non deve essere piaciuta per nulla. Due fatti per spiegare perché. 1- Il mercato di Porta Palazzo era vuoto di banchi perché la cooperativa (lavoratori immigrati) che doveva montarli aveva scioperato al completo. 2- Durante la manifestazione è giunta voce che un "irregolare" era stato arrestato perché privo di documenti. Centinaia di persone incazzate hanno assediato Porta Nuova per farlo rilasciare (cosa avvenuta), segnando in questo modo un messaggio esplicito su quelli che sono i limiti di sopportazione. Questi due episodi bastano da soli a chiarire perché è tempo che si volga lo sguardo verso nuovi soggetti che diventeranno i protagonisti di quella lotta "di classe" che per tanta gente appisolata non ha più significato. Questa cosa mostra il clima di disagio e di incazzatura che gira tra quelli che sono più deboli e indifesi. Secondo me è proprio questa condizione che...

Emanuele si è suicidato, noi lo piangiamo con tutti i compagni

Siamo in lutto. Piangiamo EMANUELE, morto perché gli hanno tolto il lavoro. I suicidi di chi si trova licenziato, messo a margine della società dopo essere stato spremuto e sfruttato perché al padrone fa più comodo speculare che non produrre, aumentano ogni giorno. La disperazione di chi viene schiacciato dai pescecani dell’economia spesso non lascia alternative, ci sprofonda in buchi neri da cui non sappiamo più uscire. Eppure abbiamo lavorato e prodotto fino a quando a lor signori faceva comodo. Non possiamo accettare la cultura della disperazione, della vita precaria. Una società civile significa dignità di tutti, a partire da chi lavora. Il lavoro, la vita devono essere tutelati e non esposti ad un’economia sempre più vorace, sempre più assassina. Invitiamo tutti i lavoratori delle aziende in crisi, tutti precari, tutti i licenziati ad uirsi, ad organizzarsi per non subire nella solitudine in cui vorrebbero gettarci ma lottare per il diritto al lavoro. s...