Correre, la cena

La notte calò, i fuochi furono accesi fuori e dentro le abitazioni. Poche lampade illuminavano le strade. Il cielo era sgombro da nuvole, la luna rischiarava tutto intorno. Alzò lo sguardo al cielo, lo vide come lo vedeva sempre. Una tempesta di piccole luci lì in alto. Uno spettacolo che lo induceva a prendere del tempo per se stesso, fermarsi e immobile contemplare il tutto con la testa piegata a guardare.
Ripensò alle cose e che gli erano state dette, sentiva dentro di sé la voglia di replicare nell'unico modo che conosceva. Un modo che lo aveva portato ad essere un solitario, un tipo schivo ed indifferente a ciò che poteva ferire gli altri.
- ma che cazzo ne sapete? rifletté a voce alta.

Entrò nella casa quando tutti erano intorno al tavolo per la cena, si sedette nell'unico posto libero. Di fianco a Gio'. Lei era di fronte, un paio di posti alla sua destra. La guardò  e notò rimasugli di farina e pasta di mais sul suo maglione.
Non c'era un ordine preciso nelle portate. Le varie salse furono disposte nel centro tavola, un brodo caldo e piccante con pezzi d'osso fu quello che assaggiò per primo. La gola gli arse alla prima cucchiaiata, era abituato alla forza ed alla violenza di quei sapori. Prese delle tortillas coperte da un panno in un cesto vicino a lui. Le arrotolo' mettendoci dentro della salsa rossa. I sapori gli riempirono la bocca. Osservò lei mangiare con gusto dei tacos con della carne e della verdura, la vide usare una forchetta e non poté esimersi dall'intervenire.
- se mangi come a casa tua ho idea che farai fatica ad adattarti al resto. Queste cose si mangiano usando le mani.

Nel dirlo afferrò un pezzo di tortilla la inzuppò nel brodo e se la mise in bocca pulendosi con il dorso della mano la bocca.
Il suo amico e gli altri lo guardarono.
- si arriva con i giusti tempi alle cose, va bene anche che mangi per come è abituata. Ha lavorato sodo e se siamo qui a gustare queste cose è anche grazie a lei.

Il capo della comunità, nel dire queste cose, lo guardò sorridendo fisso negli occhi. Poi si rivolse a lei sussurrandole qualcosa nell'orecchio.
- Domani parto e sto via tre giorni, prenderò il pulmino che sale dalla valle e appena giù mi darò da fare per cercare i ragazzi di una comunità con cui ero in contatto quando stavo in Italia.
Disse questa cosa a tutti ma si rese conto che in molti parlavano tra di loro senza prestare grande attenzione alle sue parole.
D'altra parte era sempre stato così, da quelle parti gli arrivi e le partenze erano all'ordine del giorno. Le persone erano coinvolte in mille cose e non c'era tempo di stare dietro a tutti.
La cena proseguì e con il passare del tempo l'atmosfera diventò rilassata e gioiosa, gli aneddoti si rincorrevano, le risate erano alte e lui si rese conto che la sua compagna aveva rotto il ghiaccio.
Si alzò da tavola, strinse la spalla del suo amico come faceva sempre nei momenti del commiato. 
- Hasta luego- disse a voce alta salutando con la mano tutti. Si voltò e se ne andò alla ricerca della sua stuoia e del suo sacco a pelo. Nel camminare ebbe netta la sensazione degli occhi di lei che lo seguivano.

Commenti

Anonimo ha detto…
La foto l'ho fatta io alcuni anni fa dal Pollino una notte d'estate. Si tratta di Piano Visitone, lo spiazzo antistante il rifugio Visitone. Camera reflex Canon Eos 300D. Incredibile trovarla così in giro. Michele Tedeschi - Bari
mario ha detto…
La foto è bellissima e mi ha ricordato le montagne del Chiapas e le sue notti.
Ciao

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