Da miccia corta-una storia di Prima linea


Riporto una parte del libro di Sergio Segio (introduzione) intitolato miccia corta. C'è qualche numero su un periodo che io e molti di noi hanno vissuto.Tanti hanno rimosso dalla memoria. Voi in quegli anni cosa facevate e cosa pensavate. Ed ora ?

Riaprire un dibattito su cosa deve fare la politica, e su quello che è stato il terrorismo, secondo me dovrebbe servire a dare un indirizzo alla prima ed a capire se oggi c'è ancora spazio per un'approccio alla materia, ed un diritto alla critica, per quelli che non si fanno omologare e che rifuggono dai confini stretti dei partiti.

Personalmente ricordo la mia rabbia da adolescente ed a come questa non trovava risposte in strutture di partito troppo impegnate a gestire le consorterie del potere.Molti di noi non avevano un modello di società definito nel dettaglio. Vivevano sulla pelle una serie di questioni (lavoro, emarginazione. precariato) che hanno trovato uno sbocco nella lotta armata. Hanno prodotto dolore, e quello che è risultato evidente, dai processi di delazione e dal modo rapido in cui implose quel sistema, è stata la fragilità emotiva di quei soggetti. Pensavano di fare i partigiani e non ne avevano la forza e la visione.

Ma oggi? Possibile che la sinistra abbia ancora così paura dei simboli e dal modo estremo in cui vengano poste delle questioni? E la risposta è solo dire che sono dei provocatori? E' ovvio che vogliono provocare. Credo che il peso specifico delle ingiustizie non sia cambiato in questi anni.Che la distribuzione del ciò che c'è tra chi ha e chi fa fatica ad avere abbia accentuato le differenze.Che in questo c'è il seme della violenza di oggi e di domani. Che risposte dare? E quale tipo d'impegno? Loro e noi, del movimento di quel tempo, abbiamo perso. Ma quelli che hanno vinto cosa hanno vinto? E cosa produce oggi nei rapporti tra gli uomini questa loro vittoria?


«La storia di Prima Linea sinora non era mai stata scritta. I fatti forse allora erano troppo vicini. Ora sono probabilmente divenuti troppo lontani. Ma non dispero che questo Miccia corta possa innescare finalmente un prossimo lavoro più ampio e collettivo. È un valore aggiunto che mi auguro di consegnare a queste pagine.

Che escono in un momento probabilmente tra i peggiori degli ultimi anni. Anzi degli ultimi due decenni. Un momento in cui è crescente e concretamente operante uno spirito rancoroso e ulteriormente vendicativo rispetto a quelle vicende e agli anni Settanta. Uno spirito che paradossalmente è divenuto più forte ed esplicito man mano che è trascorso tempo da quei fatti e da quelle lacerazioni».

«Dovrebbero bastare le cifre a svelare quanto si sia piuttosto trattato di un ampio fenomeno di radicalità sociale: secondo una stima, o più probabilmente una sottostima, sono stati 20.000 gli inquisiti per fatti di lotta armata e almeno 4200 sono stati incarcerati a seguito dell’accusa di banda armata o associazione sovversiva. Trecento hanno avuto pene con meno di 10 anni, oltre 3100 più di 10 anni, quasi 600 più di 15 anni, centinaia sono stati gli ergastoli. Oltre 50.000 anni di galera sono stati nel complesso già scontati. Delle migliaia iniziali, quasi 200 sono ancora detenuti, parzialmente o totalmente. Tra loro 77 sono gli ergastolani. Analoga è la cifra di quanti sono fuggiti all’estero».

«Ora è rimasto solo il dolore di quanti sono stati colpiti, dei loro famigliari. Ma anche di quelli dei militanti uccisi o a lungo incarcerati. Ed è rimasto l’eterno accanimento nei confronti dei vinti».

Commenti

Anonimo ha detto…
Ti volevo ringraziare per gli insegnamenti che, comunque - volente o no - mi stai dando in merito alla discussione sugli anni della lotta armata. Volevo scriverti, ma non ho trovato l'indirizzo mail; io ho cominciato da circa tre anni a fare quello che dicevi tu, allargare gli orizzonti, viaggiare, decidere di guardare il mondo per ristabilire un punto di vista. Spesso, quando ne parlo con gli amici, dico che è stato in questi tre anni che sono cresciuto quanto e più tutto il resto della mia vita (ho 26 anni).

Sono molto idealista, a volte mi accorgo che il principio, per me, è tutto. Probabilmente sbaglio ma, se mi sbaglio, decido di farlo all'ennesima potenza, senza lasciare spazio a dubbi: sento di poterlo fare perché ho imparato a tornare sui miei passi e riconsiderare. Da qualche parte nel cuore sento che se fossi nato allora, sarei stato insieme a quei ragazzi in piazza a fare un sacco di sbagli e oggi la mia vita non sarebbe questa.

Grazie ancora.
Se da qualche parte hai scritto dei tuoi viaggi, mi piacerebbe leggerne.
A presto,
[Ste]
Anonimo ha detto…
Difatti dare dell'antisemita a chi ricorda i crimini di Israele va sempre più di moda Mario,
anche fra i candidati di Kilombo...
Anonimo ha detto…
infatti a creare veri problemi sono gli idealismi esasperati, il tutto o niente, chi crede di avere la Verita', di sapere esattamente come risolvere i problemi del mondo....
E' anche facile pentirsi... dopo.....
Sarebbe stato il caso di avere piu' cultura, piu' senso della storia e piu' cervello prima....
mario ha detto…
Che commento è quello di Mikekas? Qui nessuno si pente di nulla. La storia,il cervello,troppi idealismi! La realtà dei lupi questo è quello che viviamo. Questi anni che cosa producono mikekas?
Anonimo ha detto…
Lo stò leggendo proprio ora, "Miccia Corta" di Sergio Segio, ho appena finito "1977" di Marco Grispigni e "Memorie dalla clandestinità" di un anonimo di Prima Linea: io non ho vissuto il '77 perchè sono nato troppo tardi, ma credo che la rabbia di oggi è la stessa di ieri, solo che il capitalismo in questo arco di tempo (30 anni..) è riuscito ad imprimere un'alienazione degli individui dalla società pressocchè totale, è qui che la mia generazione ha perso, prima di qualsiasi cosa, si è fatta alienare.
Comunque volevo ringraziarti per aver fatto notare nella polemica su Israele che ponevo comunque qualche problema concreto, senza avere risposte. Ho scritto un "post di spiegazioni", ci sono ringraziamenti anche per te nonostante, molto probabilmente, non sarai d'accordo su quel che scrivo su Israele. Se hai voglia dagli un'occhiata.
mario ha detto…
Ho dato un'occhiata.Le risposte che leggo sono sempre le stesse. Che tristezza.

Post popolari in questo blog

Meglio di così si muore

L'odio di classe