La politica con la P maiuscola e l'acqua


Torno un attimo a distrarmi con la politica, e con ciò che accade nel nostro magnifico villaggio.
Lascio il Killer del Buio e la Luce e mi occupo di cose terrene.
Quando penso alla politica, non posso fare a meno d'immaginare che le persone che la rappresentano dovrebbero essere in primo luogo TITANI in grado di spingere, con la loro visione del mondo e della società, noi umili cittadini verso traguardi ambiziosi e di largo respiro. Dovrebbero farci alzare al mattino con l'orgoglio di essere parte di una comunità forte e salda nei suoi valori di riferimento, con la consapevolezza di essere parte di un progetto ambizioso ma bello.
E invece cosa ci capita? Omuncoli che biascicano parole incomprensibili, stretti nelle loro giacchette stirate all'ultima moda. Tutti uguali e distanti da noi, dalle nostre gioie, dai nostri guai e dalle nostre debolezze. Si sogno un leader, o una comunità di leader in grado di scuotermi negli andri più remoti della mia coscienza, che mi dia di nuovo la voglia di occupare il tempo occupandomi degli altri, che abbia chiara la differenza tra grandi obiettivi e sopravvivenza grigia. Provate un pò a fare l'lenco delle priorità e di quello che vorreste cambiare, mettete su una colonna questi vostri desideri e sull'altra le cose di cui sentite parlare in televisione da lor signori. Faccio qualche esempio. E' di moda parlare di infrastrutture e di opere in grado di modernizzare il paese, elementi foondamentali per la competitività del sistema. Belle parole, per fare questo ci dicono che bisogna costruire più autostrade, bucare montagne, far circolare più velocemente le merci etc. Poi accade che in fondo alle cose accada sempre più spesso che qualcuno dica: signori attenzione la nostra risorsa più preziosa è l'acqua e tra un pò non sapremo come fare per farla arrivare. Nelle abitazioni, nelle fabbriche, negli ospedali . L'elemento essenziale della vita , quello da preservare, quello su cui investire tra un pò sarà così scarso che potremmo anche farci a pezzi per procurarcelo e sopravvivere.
Non sembra un problema che interessi granchè..adesso. Parlo dell'acqua perchè questo è un modo per dire di quanto siamo distanti dalla sostanza delle cose. Di come siamo persi nel confabulare di cose che non mutano in meglio il nostro modo di vivere e di pensare.Di come non investiamo per le future generazioni, di come in fondo non ci importi un gran chè di come andrà a finire.Bene vorrei un leader che, partendo dall'acqua, si alzi un giorno e dica:
" Gente ho un sogno nella mia testa, vedo i nostri figli uniti ai padri formare una catena di braccia. Raccogliere la sabbia da quel pozzo in cui abbiamo buttato i nostri sogni. Arrivare alla fonte di quell'acqua che una volta scorreva in superfice e riportarla qui tra di noi. Sogno una generazione che sappia distribuire e non accumulare. Costruire e riparare e non distruggere. Fermarsi a pensare e non urlare. Camminare e non correre. Sogno di riportarvi ad una dimensione di uomini. A come siete stati nei vostri sogni di ragazzi e a come rimpiangete di non essere stati da vecchi. Vi voglio portare verso un nuovo futuro.... nello stesso vecchio mondo"

Commenti

Anonimo ha detto…
Il fatto che siano "Guerre tra microbi" (mi piace molto, questa definizione) non toglie che siano guerre. L'Italiano medio (io per primo, alzo la manina) non sopporta i problemi: li elude o li delega. Ecco, la delega. Se non risolvi tu i problemi, che sei preposto, io che cazzo ci posso fare? Parlare di usare quel 3% di cervello che a TUTTI è concesso l'accesso non se ne parla nemmeno. L'ignavia e l'indifferenza ci porteranno a scornarci contro il vento (cito). Io ci provo, ma mi sento solo.
Buona serata.

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