Prodi ed i fischi
Tira una gran brutta aria. Il nostro esimio presidente del consiglio si prende un pò d'insulti, a Bologna, durante la sua visita al motor show.Le immagini e le voci di quel giorno ci rimandano un'Italia populista, fotografia di Berlusconi e figlia di quel pensiero debole (ma forte nella sua elementarietà)che da anni aleggia su questo paese.
Prodi in quello spazio ha incontrato una parte di paese che vive in modo viscerale il bisogno di non volersi prendere carico della sua parte di responsabilità in quello che è un panorama fatto di sfascio economico, mancanza di principi di solidarietà e rispetto del prossimo.
Non c'è un messaggio politico, in quei fischi, comparabile a quello degli operai di Torino.Altra storia ed altre esigenze.C'è un'Italia che persegue un sogno velleitario di ricchezza individuale (quella materiale) a discapito delle ragioni dei più deboli e di quelli che non possono.A discapito di tutto, anche di quel tessuto connettivo fatte di regole che ci tiene insieme.
Sono sordi a tutto, non hanno voglia di misurarsi con i contenuti delle questioni che ci riguardano. Sono prigionieri della forma.Non gli interessa individuare nella propria condizione di vita, che può essere anche difficile, delle motivazioni che sono altro rispetto a come viene rappresentata dalla destra. Non gli interessa prendere atto che in questo modello di società c'è molto solo per pochi.Indipendentemente da qualità individuali e sforzi.
Nello stesso tempo le statistiche ci dicono che più di un terzo della forza lavoro è fatto da lavoro operaio.Manuale.Gente che produce ricchezza dietro ad un tornio e ad una catena di montaggio.
Gente che è stata parcellizzata in unità produttive che hanno fatto proliferare la micro impresa.
Ci sono altri individui che vivono in modo precario il loro presente (il futuro non ha orizzonte)che vivono affollati nei call center, nelle coooperative di servizio ed ai banconi della grande distribuzione. La maggioranza di questo paese è fatta da soggetti economicamente deboli.Da lavori a basso valore aggiunto.da gente che vive quotidianamente la flessibilità nella impostazione dei propri ritmi quotidiani.
A chi vuole parlare la sinistra? Chi vuole rincorrere questo governo? E con quali azioni?Qual'è la classe dirigente ed il suo stile di vita?
Manca un progetto di vita per le generazioni. Manca la capacità di rivendicare dei modelli culturali e stili di vita alternativi a quelli dominanti. Chi ci prova è tacciato di velleitarismo. Se non si costruisce un'idea forte di società, che sia altro ripetto a quello che vediamo, si è destinati ad una sconfitta dura e lacerante.
Ci vorranno anni e solo la storia, con le sue leggi e le sue dinamiche sotterranee,risolverà la questione affidando ad altre generazioni e ad altri leader il compito di ricostruire quello che sarà stato distrutto.
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