Siete pronti per la mensa dei poveri?


Fare l' economista è un brutto mestiere. Si tracciano scenari macroeconomici, si evidenziano tendenze, si fanno previsioni e sulla base di quelle si danno consigli e si programmano azioni di governo. Alla fine si scopre che i conti sono un po' sballati.
La cosa peggiore, poi, è affrontare un tema e dare su quello un' informazione distorta e parziale con l' obiettivo di orientare in un certo modo il pensare delle persone normali.

E' un po' che i nostri amabili economisti riformisti ci dicono che uno dei problemi di questo paese è avere un sistema pensionistico che abbia un equilibrio finanziario nel lungo periodo.
Le cose che si tacciono, sulla questione, non sono di poco conto ma tanto vale nasconderle. Tanto il popolo beone che strumenti volete che abbia rispetto a lor signori per capirci qualcosa.

Il nostro sistema previdenziale dovrebbe destinare alla nostra beneamata pensione quelle risorse che, anno dopo anno, ci vengono trattenute.
Che queste poi, in realtà, finanziano anche fasi di ristrutturazione aziendale (Cassa integrazione), mobilità breve e lunga e fondi pensione di altre categorie (in deficit come artigiani e commercianti) cosa volete che importi.
In sostanza il nostro buon Cipputi destina una parte del suo salario a salvare e rifinanziare il rischio imprenditoriale del suo datore di lavoro, toglie le castagne dal fuoco a qualche soggetto che forse qualcosina in più a quello dovrebbe destinare ed alla fine di questo periglioso percorso si ritrova con una pensione che, stando alle tabelle pubblicate sulla Repubblica, per uno che andrà in pensione nel 2020 con 37 anni di contributi sarà l' equivalente del 60,1% della sua ultima retribuzione.
Arriverà al 67,4% se destinerà il tuo TFR ad un fondo pensione (sulla base di quale calcolo finanziario non si dice).
In soldoni l' equivalente di 1.200 € di salario (oggi) varranno circa 720€ al momento in cui appenderai la tuta al chiodo.Circa 800€ con il fondo integrativo.
E pensi che quella cifra si rivaluti nel tempo? Su questo tutti tacciono e non dicono che nessuna pensione è garantita dall'inflazione che anno dopo anno ti mangia un po' del tuo potere di acquisto.
Se in questo ci mettiamo che, oggi, lo stipendio medio di un precario non raggiunge i 700€ netti mensili, che un giovane su due viene assunto con contratti a tempo determinato o co.co.co. e se, sulla base di quello, facciamo una semplice proiezione dell'equivalente in valore della pensione, possiamo tranquillamente dire che stiamo programmando una società massicciamente impoverita. Fatta di soggetti deboli. Speriamo che le parrocchie aumentino lo spazio per i refettori e per i dormitori, perché è di quello che dovremmo preoccuparci.

Parlando di TFR tutti scandalizzati a dire: è dei lavoratori, quindi lasciamo che decidano loro se lasciarlo in azienda, destinarlo all'INPS o ad un fondo integrativo.
Io sommessamente aggiungerei una opzione e darei un suggerimento:
Dare la possibilità, ai lavoratori, di prenderselo quando ne hanno voglia.
Remunerare il capitale depositato presso il padrone o l'Inps a tassi di mercato (magari con un piccolissimo sconto)

Nello stesso giornale il buon Bersani fa un pò di autocritica. Dice che il titolo del film é sbagliato.
Non me ne ero accorto, in verità, di essere comodamente seduto in sala e che solo di un film in fondo si tratta.
Ci dice che ogni anno dobbiamo prendere 70 miliardi di euro e con quelli pagare gli interessi del debito pubblico.
Dobbiamo quindi diminuire il debito.
Nello stesso tempo comuni, regioni e province hanno anche loro iniziato a stampare BOT ed il governo permetterà loro di mettere delle tasse di scopo.
Devo dire che sono un pò confuso e non capisco come lor signori pensano di abbattere lo stock di debito pubblico (1.600 miliardi di euro).Ed in quanto tempo? Perchè a quello è vincolata la possibilità di avere migliori servizi e stare un pò meglio.
Mi chiedo, e se iniziassimo a chiedere un pò di soldoni (prestito) a tutti quelli che accumulano ricchezze ed a nessuno rendono conto?
Glieli potremmo restituire tra trent'anni come fanno loro con il nostro TFR (anche se in verità da precario non mi spetta) remunerandogli il capitale alle stesse condizioni.
Populismo da comunista. Può darsi, ma se per lor signori il reddito e la capacità su quello di programmare una vita decente non è un obiettivo strategico per cosa vi abbiamo votato a fare?

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