Liberalizzazioni o privatizzazioni?


E' la stessa cosa privatizzare e liberalizzare? Se seguiamo il dibattito in corso, scorgiamo al fondo una differenza abbastanza marcata:
"Liberalizzare" significa togliere dal campo tutta una serie di lacci normativi o di rendite diventate "norma" che impediscono, ad esempio, la possibilità di intraprendere e quindi fare "impresa" a nuovi soggetti.
L'esempio classico è quello delle licenze dei Taxi.
Una concessione pubblica a poter svolgere il servizio (ed a costo zero) è diventata un mercato (grazie anche ai regolamenti comunali) in cui la prima barriera d'ingresso è costituita dal costo esorbitante della stessa che, di fatto, impedisce ad uno qualsiasi di noi di poter esercitare un elementare diritto.Lavorare senza dover pagare "tangenti".
Tutto quello che và in questa direzione è, a mio giudizio, equo.
Detto questo è evidente che non è solo aumentando il n° delle licenze di Taxi che si crea occupazione che crei valore sia per gli individui, che intraprendono, che per la società in genere. In mercati con bassi tassi di crescita, l'aumento della competizione crea le premesse per un impoverimento dei soggetti che vi "investono" e la creazione di soggetti imprenditoriali che, alla lunga, determinano situazioni di monopolio che vanno contro qualsiasi ipotesi di "democratizzazione" del mercato, situazioni di cartelli di controllo, spartizione a tavolino delle quote di mercato etc.


"Privatizzare", oggi, significa passare dal pubblico al privato la gestione e la "produzione" di beni e servizi.
E' dare la chiave per lo sfruttamento di risorse che appartengono alla comunità, in quanto soddisfano i suoi bisogni primari (salute, fornitura d'acqua etc.), a soggetti terzi che in funzione dei risultati economici dell'impresa e della "redditività" dei clienti scelgono se e come servirli.
Non si può mettere sullo stesso piano una privatizzazione che riguarda il diritto a poter disporre dell'acqua potabile per tutti con quello di una concessione di rete per poter comunicare.
Un governo "riformista", a mio giudizio,deve saper scegliere in modo opportuno quelli che sono i settori su cui è strategico mantenere il proprio controllo (es.fornitura d'acqua,produzione e ditribuzione energia, salute, istruzione etc.).
La storia delle privatizzazioni in questo paese, è la storia dell'ingresso di soggetti privati che con pochi soldi e zero rischi si sono appropriati di settori su cui lo stato ha investito nel tempo con i soldi dei suoi cittadini.
I risultati di quelle privatizzazioni, per la gente comune, non hanno portato benefici.
Con l'abolizione del prezzo amministrato dei carburanti e l'ingresso di nuovi soggetti, si è solo creato un sistema di cartello che non ha liberalizzato i prezzi ma, al contrario, gli ha resi "democraticamente" uguali per tutti.
La concessione delle autostrade ai privati ha visto una caduta degli investimenti sulla rete autostradale ed un aumento dei pedaggi e degli utili per i pochi soggetti che "gesticono" il sistema viario.
La liberalizzazione della telefonia vede, oggi, solo quattro operatori sul mercato con politiche commerciali e di formazione dell'offerta praticamente identici.
La concessione della gestione sullo smaltimento e raccolta dei rifiuti porta, in quasi tutti i casi, alla duplicazione dei costi (pubblici e privati) ed allo scadimento del livello di servizio.

Nel contempo i "costi" delle varie "authority", che dovrebbero garantirci, ricadono su tutti noi senza la contropartita di un'azione efficace di controllo delle regole del gioco.

Gli esempi di alcuni risultati europei (i.e. ferrovie inglesi) ci dicono anche che il privato non necessariamente è sinonimo di corretta ed efficace gestione e fornitura del servizio.
Così come la tendenza è quella di accollare, in ogni caso, i costi delle scelte sbagliate alla comunità nel suo complesso (ristrutturazioni, prepensionamenti etc.)
Su questo fronte le scelte da fare per la sinistra sono nette.
In primo luogo una battaglia "culturale" che informi sulla ricaduta di decisioni che vadano nella direzione di una privatizzazione " a prescindere"
In secondo luogo un recupero dei valori di comunità che segnino in modo netto i terreni su cui MAI potremo essere d'accordo.

Commenti

meinong ha detto…
Tutto molto condivisibile.
Le privatizzazioni non hanno mai convinto neanche me.

Pensatoio
Anonimo ha detto…
ottimo post

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