Catania ed i ragazzi con il passamontagna


Cosa c'é in quella folla di ragazzi, con caschi e spranghe, che possa
farmi pensare che sono molto diversi da quello che tanti, come me,
hanno rappresentato in termini di conflitto per questo paese?
C'é
il fatto che non rappresentano un conflitto tra classi sociali. Non
hanno alle spalle una militanza che li porta alle 5 del mattino davanti
ad una fabbrica a volantinare.Una militanza che ti impone di cercare di
capire perché le cose si muovono in un certo modo. Non c'é la voglia di
sentirsi classe. Di condividere l'esigenza di appropriarti di un pezzo
di potere per provare a cambiare il modo in cui raccogli e distribuisci
ricchezze e risorse.
C'é solo gente alienata. Probabilmente annoiata
e senza una ragione vera per vivere ed andare avanti. Gente benpensante
o maggioranza silenziosa su temi come la solidarietà o il
razzismo.Gente che su quelle barricate non vedremo mai.
E' gente che non mi piace.
E' gente che non ha il diritto di appropriarsi di uno come Carlo Giuliani e farne un simbolo.
E' gente che vorrei spogliare delle loro Nike e del loro cellulare. Provare a fargli ritrovare il gusto di come occupare il tempo.
Provare a ricomporre intorno a qualche ideale per cui vale la pena spendere la vita su di una barricata.

Commenti

meinong ha detto…
Le persone istruite dovrebbero provarci a parlare ad uno ad uno a sti' ragazzi...

Pensatoio
Anonimo ha detto…
ma questi ragazzi sono istruiti...sembra che uno sia figlio di un medico...
ci sono ragazzi senza istruzione e senza cellulare più buoni, più consapevoli di loro. E a proposito di Pasolini, le sue profezie hanno raggiunto il paradosso: il consumismo ha corrotto i borgatari puri, poi ha corrotto i figli dei ricchi che vogliono diventare borgatari cattivi...(col cellulare però)
Sono d'accordo, Mario.
Camminare domandando ha detto…
Condivido sostanzialmente quello che hai scritto
Anonimo ha detto…
Mario, condivido pressochè totalmente il tuo post, o comunque ne condivido il nucleo centrale.
Voi, noi, siamo diversi.
E non è snobismo, tipico del centrosinistra, è semplicemente avere la concezione politica di uno scontro sociale: anche il più moderato dei bloggers, persino di Kilombo, non potrà negare che tra gli scontri di Catania e gli scontri di Genova Napoli Parigi o Praga vi è un solco in mezzo enorme.
A Catania si fà la guerriglia per una squadra di calcio, a Genova si aveva l'impressione di poter cambiare il mondo.
Militanteautonomo.
informatore ha detto…
Certo, c'è differenza fra Catania e Genova, non c'è dubbio. Però è anche vero che, così come i poliziotti hanno forzato la mano a Genova, anche qualche dicamo "no-global" non ha fatto proprio la figura del santo.
Non si può cambiare il mondo con la violenza perchè è proprio il mondo di oggi violenza...
E comunque sono d'accordo con il tema iniziale del post, i ragazzi di Catania non sembravano animati da chissà quale ideologia proletario-socialista...
Anonimo ha detto…
Informatore, si vede che non hai mai letto Tony Negri.. e con che cosa si cambia il mondo, se non con la violenza? con le mani alzate dei pacifisti o dei "creativi"?
"La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia, la rivoluzione è un atto di violenza." Profetico presidente Mao.

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