Gli ex brigatisti ed il diritto alla vita sociale


C'é una buona dose d'ipocrisia nel nostro mondo e lo sappiamo.Piangiamo i morti di Tienanmen ma non ci disturba fare del business con chi di quel crimine è colpevole.
Ci distrugge l'occupazione di Praga e facciamo una bella fabbrica di automobili a Togliattigrad, così tanto per dimenticare.
Vorremmo affondare i barconi di clandestini poi, di nascosto, in nero paghiamo la badante peruviana che ci toglie la grana della merda di papà che ha ottant'anni ed ha problemi di salute.
Però quando si tratta di essere ligi e pronti al rigore morale e contro tutti gli estremismi eccoci qua, belli con la nostra facciona rubiconda, la erre un pò moscia e pronti a dettar la linea.
Gli ex terroristi non devono parlare. Anche se hanno cambiato vita, fatto decenni di galera (che frequentano ancora) e si occupano di tossicodipendenti e di precari.
E già, ci sono altri che si occupano di quei soggetti .E poi il momento non è adatto.
Mi aspettavo un comportamento più illuminato,un "uso" di quelle vite e di quello che possono "testimoniare" alle nuove generazioni. Un occasione di dibattito. Tanto per rifarci un pò i conti con quello che siamo e siamo stati.
Però così non è. Mi scalda il cuore sapere che l'aula in cui Curcio ha parlato era piena di giovani (accorsi a frotte dice il giornale). La stessa cosa non era accaduta con il Tommaso Padoa ed il ministro Amato qualche giorno fa all'università a Milano.
Fossi in lor signori mi preoccuperei.

A proposito di memoria, tre altri nomi di questo paese e della nostra tragica storia recente.
Rocco Polimeni morto suicida all'età di 36 anni a Milano (1982).Inquisito per aver ospitato alcuni latitanti nella sua abitazione.
Ennio Di Rocco ucciso all'età di 35 anni da alcuni reclusi nel carcere speciale di Trani. Accusato di tradimento. I suoi avvocati avevano denunciato torture.
Dario Bretagna morto suicida all'età di 38 anni in carcere (1988). Accusato di far parte dei reparti comunisti d'attacco.

Commenti

Anonimo ha detto…
Il diritto alla parola per gli ex terroristi è variabile... a Franceschini per accusare Moretti gli han permesso di scrivere un libro, a Sergio Segio lo hanno sbattuto in prima pagina quando si trattava di accusare il movimento pacifista di "deriva violenta", a Sofri gli fanno dire tutto e il contrario di tutto...
ma se qualcuno non dice ciò che si vuole che dica, allora in tal caso restano terroristi a vita

(per il tuo commento sul mio blog, ti rispondo in calce là)
Anonimo ha detto…
Mentre invece Moretti non ha potuto scrivere e pubblicare il suo libro (pazzesco) con la Rossanda, la Braghetti il suo con la Tavella, e così via gli altri, e Curcio parlare dove e quando gli pare?
Pensi DAVVERO che questi patetici avanzi di una stagione passata e stramorta facciano paura a qualcuno?
KK
meinong ha detto…
x KK
Ma perchè Andreotti e Cossiga non sono anch'essi avanzi patetici di una stagione passata e stramorta ?
Essi possono aver paura che qualcuno toccandoli li tramuti in polvere...
x mario
Fai bene a parlarci di tanta povera gente che ha sofferto senza che nessuno se ne sia mai accorto...

Pensatoio
mario ha detto…
KK
la libertà di parola (quella scomoda) è una variabile che dipende da cosa?
Dal tasso di tolleranza e di democrazia di certa gente?
Per assurdo valutazioni del tipo "parlare dove e quando gli pare" danno ragione a chi crede che la democrazia è un concetto molto ambiguo e quindi non vale praticarla.
Sulla paura delle loro opinioni io credo che fanno paura come tutte le opinioni non allineate. Quelle che ti costringono a guardarti attorno e dentro di te. All'ipocrisia.
Anonimo ha detto…
Perché mai quel che dicono dei falliti come Moretti, Curcio e compagnia bella sarebbe "scomodo"? Scomodo per chi? Per il "Potere"? E in che senso non sarebbero "allineate"? Quelli sono non allineati solo con il cervello.

Libertà di parola significa proprio e soltanto quel che a te sembra ambiguo: poter parlare dove, quando e come gli pare. Che è proprio quel che fanno quei poveri untorelli. Ergo...


KK
mario ha detto…
Sono falliti perchè?La storia é una matassa che dipana i suoi effetti nel tempo. Può non piacere l'analisi del sistema che veniva fatta in quel periodo, ma è incontestabile che i meccanismi di controllo e di sviluppo del capitale e delle strutture che lo sostengono e quanto ha prodotto, é quanto veniva analizzato in molti dei documenti della sinistra rivoluzionaria e meno rivoluzionaria dell'epoca. Basta avere voglia di mettersi a fare un pò di ricerca seria e leggere la cronaca politica ed economica dell'epoca (oltre che i documenti). Oggi Curcio fa il sociologo e si occupa di precarietà. Nell'ultimo suo lavoro parla degli effetti della GDO sul sistema della piccola distribuzione. Parla di crisi dell'identità delle persone e di come quel processo di ristrutturazione, nella distribuzione delle merci, abbia prodotto più danni che benefici nelle comunità che ne hanno subito gli effetti. Non ci sono molte voci che parlano di queste cose e penso che la sua analisi sia molto seria e fondata.La radicalità di quelle posizioni (anche semplici analisi) non piace perchè evidenzia una contraddizione insolubile tra chi produce ricchezza e chi se ne appropria. Sono interessi mediabili fino a che non si toccano i pilastri delle leggi di distribuzione delle risorse. Fino a che la gente accetta di rimanere confinata nel suo recinto. Fino a che non chiede di più perchè non gli basta. Fino a che c'é qualcosa da distribuire.E' evidente che "quelli" non sono allineati con il cervello. Per fortuna dico io.Non capisco quello che vuoi. Se Curcio e gli altri hanno diritto di esprimere le loro opinioni il discorso é chiuso. Se non lo hanno vale quello che penso sulla ipocrisia della "democrazia" variabile che concede se non rompi le palle.Quello che mi colpisce è la "verve"del tuo scritto. Come se avessi un rospo dentro contro quei personaggi. per cosa? per come te li hanno descritti o per come veramente li hai conosciuti e studiati? O forse perchè in fondo anche tu pensi che "c'é un muro nella testa" e siamo destinati a subire senza speranza?Quella gente forse fa incazzare per questo per i tanti vorrei ma non posso.
meinong ha detto…
Ripeto:
anche Cossiga e Andreotti sono residui (Andreotti oramai sembra E.T.)
Ma li lubrificano in continuazione...
Con che non mi è dato dirlo in un posto pubblico (a meno che non sia un certo posto pubblico...)

Pensatoio
Anonimo ha detto…
Mario, questi POSSONO parlare quanto vogliono. Sei tu che l'hai messo in dubbio. Sta diventando un discorso surreale....

Quanto a Curcio e compagnia bella: sono proprio le loro analisi che sono idiote, lo erano allora e lo restano oggi. Non sanno nulla di come funziona il "capitalismo", l'"economia di mercato", il "neoliberismo", grande e piccola distribuzione, eccetera eccetera; non hanno proprio nulla da insegnare, a nessuno. Ma quel che mi stupisce non sono loro, che sono dei guitti che si guadagnano da vivere sparando scempiaggini. Quel che mi stupisce è la gente che li considera dei pensatori, come se avessero davvero qualcosa da dire.
KK
mario ha detto…
Secondo me hai capito male. Io ho solo criticato chi, come Cofferati, a Bologna non voleva che Curcio tenesse un seminario.
Per quanto riguarda le cose da insegnare, le tesi per essere discusse (il pensiero in generale) e criticate devono essere lette.Se uno non ne ha voglia perchè si impegola in una discussione del genere?
Potrebbe semplicemente ignorarla.Forse starebbe meglio.

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