Libero mercato e finti liberisti

Non la farò lunga su questo argomento.
L'idea di un mercato "democratico", in cui si compete tutti allo stesso livello, è vecchia come le radici di un baobab africano.
Secondo questo concetto, il proliferare dei competitori genera un sistema economico virtuoso che avvantaggia i consumatori.
Appunto! il proliferare dei competitori.
Gli unici "mercati" in cui vedo l'affermarsi di questo "sano" principio sono, non necessariamente nell'ordine:
1-il mercato rionale sotto casa mia (Porta Palazzo ha circa 1.000 banchi di vendita)
2-le centinaia di bar e ristoranti che incontro girando in città o a Rimini quando ci passo per sbaglio.
Parlando di economia di sostanza, quando si parla di risorse e servizi startegici per la collettività, constato che questo principio non vale.
Quanti operatori di telefonia o gestori delle risorse energetiche contiamo in Italia?
Quante aziende di software nel mondo?
Quante assicurazioni e banche?
Sembra che il principio "democratico", nel corso dei secoli, abbia perso un pò della sua sostanza.
La realtà è fatta da grossi gruppi finanziari, industriali e gestori di servizi.
In questo scenario sicuri che ci abbiamo da guadagnare nel dare tutto nelle mani di lor signori.
Chiudo con un ricordo.
Subito dopo la guerra a tal Mattei fu dato il compito di liquidare il gestore di energia (stato).
Lui fece il contrario, creò il gruppo che si chiama ENI, garantendo al paese la sovranità sulle politiche energetiche ( e sulle fonti) e di sviluppo, facendo accordi con i paesi produttori di petrolio.
Un servo dei comunisti o uno che serviva il suo paese?

Commenti

meinong ha detto…
Bravo guagliò.

Pensatoio
Anonimo ha detto…
.. e che cacchio quando ce vo' ce vo' !
bravo.
saluti cicciopeppino
Nikita ha detto…
Chi ci guadagna sono coloro che hanno le tasche gia' piene. Questa e' la legge di mercato.
Grazie per aver fatto un giro sul mio blog.
Anonimo ha detto…
La finanza ha mangiato la politica...ed è una finanza oligarchica.

Un saluto. A presto

Post popolari in questo blog

Meglio di così si muore

L'odio di classe