Giordano tra gli operai e le poltrone in Piemonte
I compagni Giordano e Ferrero si sono presentati di fronte ai cancelli della Fiat. Volevano rendersi conto del sentire degli azionisti di riferimento del loro partito.
Coerentemente con il loro status attuale, l'abbigliamento era costituito da giacca e cravatta, l'optional l'auto Thesis Blu che si utilizza anche a Roma. Giusto per non prenderci per il culo.
Cosa si aspettassero da questa visita non si sa.
Quello che hanno raccolto, nell'ordine, sono richieste di "restituzione del TFR, scippato", "non fare scherzi sulla pensione e abolizione dello scalone","una dignitosa e coerente uscita dal governo, se non sono in grado di raggiungere dei risultati che giustifichino la fiducia accordata ".
Altre questioncelle hanno riguardato "la gestione dell'affare Turigliatto" e "la posizione non coerente sulla questione Afghanistan".
Probabilmente gli operai Fiat sono persone troppo semplici e con categorie di pensiero troppo nette per capire le sottigliezze e la complessità della politica.
Fanno fatica a capire come mai, un corpo sociale che pesa per un terzo della forza lavoro, non disponga di una capacità di rappresentanza efficace.
Sono abituati a fare i conti con il loro magro salario, vedono i loro figli inseguire modelli sociali difficilmente raggiungibili ma che, nel concreto, servono solo a farli sentire più soli e distanti dal resto della società.
Non riescono a trovare il modo di ricostruire valori identitari di classe con tutti quelli che vivono da precari la questione del lavoro, e da "nuovi poveri" quella del salario .
In questo non gli aiuta nè il partito nè il sindacato che, al contrario, persegue scambi tra flessibilità e mance salariali, diritti e ritirate sugli stessi.
Vedono un rimasuglio di intellettuali perdere il loro prezioso tempo a fare schermaglie ideologiche su come fare crescere il PIL e la competitività del paese, piuttosto che di debito pubblico e d'interessi sulla spesa.
La loro economia parte dalle loro condizioni materiali. Dal reddito disponibile e dal come la ricchezza viene distribuita.
Agli stessi operai capita di aprire il giornale (quello che una volta chiamavano LA BUGIARDA") e leggere che gli enti pubblici sono nelle mani dei" collezionisti di poltrone "
Uno di questi, tal Jona Celesia di 71 anni, ha un record di 72 incarichi, inseguito da certo dott. Risoli con 50.
Guardano alla società ed alla sua struttura piramidale, al come la politica ha creato, di fatto, una classe di persone autoreferenziali. Gestori di un potere fatto da cordate di amici degli amici. Dove, anche se esprimi posizioni radicali, risulta difficile non essere accecati dalle sirene che ti danzano attorno. Specie se rinunci al rapporto quotidiano con la tua classe di riferimento e ti rifugi dietro i finestrini di una Lancia Thesis.
Cosa vogliamo comunicare a queste persone e come?
Io suggerisco qualche accorgimento di tipo mediatico.
Annunciare che un segretario di partito rimane in carica al massimo per due congressi e poi torna a fare militanza. Il fine? consentire una rotazione della classe dirigente.Che un deputato di quella coalizione non frequenterà il palazzo per più di una legislatura.Farei l'elenco dei consiglieri di amministrazione distribuiti tra le varie società e quanto sono della mia parte politica, le motivazioni ed i compensi oltre che i risultati del lavoro svolto.
Chiederei ad un segretario confederale di tornare a lavorare a fine mandato.
Rinforzerei i rappresentanti di fabbrica, o del luogo di lavoro, e rinuncerei a qualche centinaio di funzionari che del sindacato hanno fatto un business.
Inizierei a chiedere quanti dei figli dei soliti noti hanno esperienza di call center e quanti partecipano a concorsi pubblici.
Inizierei, in sostanza, una battaglia di trasparenza e civiltà. Un modo di marcare il terreno e le differenze. Probabilmente, allora, ci risulterà più facile comunicare e farci ascoltare.
Coerentemente con il loro status attuale, l'abbigliamento era costituito da giacca e cravatta, l'optional l'auto Thesis Blu che si utilizza anche a Roma. Giusto per non prenderci per il culo.
Cosa si aspettassero da questa visita non si sa.
Quello che hanno raccolto, nell'ordine, sono richieste di "restituzione del TFR, scippato", "non fare scherzi sulla pensione e abolizione dello scalone","una dignitosa e coerente uscita dal governo, se non sono in grado di raggiungere dei risultati che giustifichino la fiducia accordata ".
Altre questioncelle hanno riguardato "la gestione dell'affare Turigliatto" e "la posizione non coerente sulla questione Afghanistan".
Probabilmente gli operai Fiat sono persone troppo semplici e con categorie di pensiero troppo nette per capire le sottigliezze e la complessità della politica.
Fanno fatica a capire come mai, un corpo sociale che pesa per un terzo della forza lavoro, non disponga di una capacità di rappresentanza efficace.
Sono abituati a fare i conti con il loro magro salario, vedono i loro figli inseguire modelli sociali difficilmente raggiungibili ma che, nel concreto, servono solo a farli sentire più soli e distanti dal resto della società.
Non riescono a trovare il modo di ricostruire valori identitari di classe con tutti quelli che vivono da precari la questione del lavoro, e da "nuovi poveri" quella del salario .
In questo non gli aiuta nè il partito nè il sindacato che, al contrario, persegue scambi tra flessibilità e mance salariali, diritti e ritirate sugli stessi.
Vedono un rimasuglio di intellettuali perdere il loro prezioso tempo a fare schermaglie ideologiche su come fare crescere il PIL e la competitività del paese, piuttosto che di debito pubblico e d'interessi sulla spesa.
La loro economia parte dalle loro condizioni materiali. Dal reddito disponibile e dal come la ricchezza viene distribuita.
Agli stessi operai capita di aprire il giornale (quello che una volta chiamavano LA BUGIARDA") e leggere che gli enti pubblici sono nelle mani dei" collezionisti di poltrone "
Uno di questi, tal Jona Celesia di 71 anni, ha un record di 72 incarichi, inseguito da certo dott. Risoli con 50.
Guardano alla società ed alla sua struttura piramidale, al come la politica ha creato, di fatto, una classe di persone autoreferenziali. Gestori di un potere fatto da cordate di amici degli amici. Dove, anche se esprimi posizioni radicali, risulta difficile non essere accecati dalle sirene che ti danzano attorno. Specie se rinunci al rapporto quotidiano con la tua classe di riferimento e ti rifugi dietro i finestrini di una Lancia Thesis.
Cosa vogliamo comunicare a queste persone e come?
Io suggerisco qualche accorgimento di tipo mediatico.
Annunciare che un segretario di partito rimane in carica al massimo per due congressi e poi torna a fare militanza. Il fine? consentire una rotazione della classe dirigente.Che un deputato di quella coalizione non frequenterà il palazzo per più di una legislatura.Farei l'elenco dei consiglieri di amministrazione distribuiti tra le varie società e quanto sono della mia parte politica, le motivazioni ed i compensi oltre che i risultati del lavoro svolto.
Chiederei ad un segretario confederale di tornare a lavorare a fine mandato.
Rinforzerei i rappresentanti di fabbrica, o del luogo di lavoro, e rinuncerei a qualche centinaio di funzionari che del sindacato hanno fatto un business.
Inizierei a chiedere quanti dei figli dei soliti noti hanno esperienza di call center e quanti partecipano a concorsi pubblici.
Inizierei, in sostanza, una battaglia di trasparenza e civiltà. Un modo di marcare il terreno e le differenze. Probabilmente, allora, ci risulterà più facile comunicare e farci ascoltare.
Commenti
Italo