Il dominio ed il sabotaggio

Nel 1796 Gracco Babeuf tentò di rovesciare il governo di Francia con la cosiddetta congiura degli eguali.Sognava una società libera dalla proprietà privata perchè, pensava, che in quel modo fosse possibile fondare una società "comunista" in cui gli uomini si sentissero "eguali".
All'epoca la nuova borghesia organizzava feste faraoniche, gli ideali della rivoluzione avevano lasciato spazio ad idee più pragmatiche ed il destino di Babeuf fu quello dei tanti rivoluzionari che si sono succeduti nella storia: perdere la scommessa e morire.
Quando nel 1804 Napoleone si fece incoronare imperatore, in poco tempo le libertà garantite dal codice civile furono annullate. Unica eccezione la proprietà privata.La chiesa francese nel 1806 pubblicò un catechismo imperiale che imponeva, come primo dovere di buon cristiano, la fedeltà all'imperatore.
La Rivoluzione aveva promosso i francesi al rango di cittadini.da quel momento tornarono ad essere sudditi.
la maggior parte della gente si adeguò a quello stato di cose.Barattò coscienza e libertà per un pò di pancia piena. La politica espansionistica garantiva maggiori ricchezze, il prezzo lo pagavano gli spagnoli e tutti gli altri popoli conquistati.
Se si prendono pezzi di storia, le frasi dei leader di quegli anni si costruisce un mosaico che riporta all'eterna lotta tra chi spinge all'estremo la rottura con uno status di cose consolidate e chi da questo si difende.
Gli strumenti sono sempre gli stessi.L'ambizione a cambiare le cose identica.La capacità del potere di resistere e di perpetuare il dominio con nuovi mezzi e nuovi complici non cambia nell'arco dei secoli.Che si tratti di un pezzo di terra, di un ruscello, di quello che la terra produce, di ciò che gli uomini danno e tolgono il punto di partenza è sempre lo stesso:chi ha diritto a governare e distribuire le risorse?Intorno a questo si costruiscono morali, ideologie,strumenti di dominio e di repressione, consenso ed alleanze, codici, regolamenti e leggi.Contro questo si costruisce il sabotaggio, da parte di chi non accetta e di chi non vuole subire.

Commenti

Anonimo ha detto…
"in poco tempo le libertà garantite dal codice civile furono annullate. Unica eccezione la proprietà privata."

Sei sempre un grande. "le libertà garantite dal codice civile": come no, la libertà di stipulare contratti, la libertà di sposarsi, la libertà di fare testamento...tutte notoriamente sospese dall'Empereur.

Continua così, verso sempre maggiori bestialità, mi raccomando.
mario ha detto…
Ho l'impressione che, forse, conosco meglio i codici civili del periodo pre napoleonico e di quelli che sono venuti dopo meglio di te.
Mi spiace, forse dovresti tornare sui banchi di scuola.
Continua a postare anonimamente. Visto che probabilmente sei abituato sappi che il prossimo commento senza link sarà "censurato" e buttato nella monnezza.
Anonimo ha detto…
Sai che paura, sedicente "esperto" di codici pre e post napoleonici.
Tanto di fronte alle obiezioni sei capace solo di censurare.
Bye bye, il tuo post sarà fatto oggetto di risate altrove.
KK
mario ha detto…
Primo progetto (1793)

Il primo progetto prevedeva un Codice suddiviso in tre libri (diritto delle persone, dir. delle cose, dir. dei contratti e delle obbligazioni); per quanto riguarda i contenuti esso proclamava l'uguaglianza giuridica dei cittadini e dava grande spazio all'autonomia negoziale. Disposizioni importanti erano: l'abolizione della patria potestà e della potestà maritale, la comunione dei beni tra i coniugi, il divorzio (introdotto in Francia nel 1792) facilitato, il favore verso la successione legittima (ridotta a un decimo la quota disponibile per il testatore).

Il progetto, presentato nell'agosto 1793, fu inizialmente accolto con favore e molti articoli vennero approvati; ma dopo l'affermazione del Terrore il clima cambiò: il codice venne giudicato troppo complesso e vennero riscontrate delle tracce di antico regime. In novembre l'esame fu interrotto e il progetto fallì.

[modifica] Secondo progetto (1794)

Per questo progetto Cambacérés s'avvalse della consulenza di Philippe Antoine Merlin; anch'esso diviso in tre libri, presentava molti meno articoli. Lo stile era innovativo, le norme erano presentate sottoforma di comandi brevi e laconici, senza tecnicismi: il codice appariva come una sorta di breviario del Giusnaturalismo e dell'Illuminismo.

Esso radicalizzava i princìpi rivoluzionari dell'uguaglianza; fu presentato nel settembre 1794, poco dopo la deposizione di Robespierre: visto il mutato clima politico, fu accusato d'essere troppo generico e di avere contenuti troppo radicali. Anche lo stesso Cambacérès prese le distanze dal suo progetto ed esso fallì.

[modifica] Terzo progetto (1796)

Questo terzo progetto (diviso in tre libri, con ben 1104 articoli) fu presentato al Consiglio dei Cinquecento nel giugno 1796: segnava il ritorno alla tradizione giuridica anteriore (consuetudini e diritto romano) ed era caratterizzato dal compromesso fra tradizione e innovazioni rivoluzionarie.

Le norme (semplici, chiare e ben formulate) disponevano tra laltro: matrimonio posto al vertice della società (divorzio comunque mantenuto), ruolo prevalente del marito, patria potestà nei suoi caratteri rivoluzionari (doveri di mantenimento, educazione e protezione), vietata l'adozione a chi avesse già figli, favore per successione legittima meno marcato. Al Consiglio apparve troppo legato all'ideologia giacobina e fu rigettato.

Anche se non entrarono mai in vigore, questi tre progetti furono molto importanti per la compilazione del Codice napoleonico del 1804, affidata nel 1800 a una commissione di quattro esperti, sotto la direzione di Cambacérès.

[modifica] Il Code Napoléon

Il codice venne promulgato nel 1804 da Napoleone, ormai diventato imperatore. Il Codice eliminava definitivamente i retaggi dell'ancién régime, del feudalesimo, dell'assolutismo, e creava una società prevalentemente borghese e liberale, di ispirazione laica, in cui venivano consacrati i diritti di eguaglianza, sicurezza e proprietà.

L'applicazione del Codice ebbe larga diffusione a seguito delle successive conquiste napoleoniche: l'Italia, l'Olanda, il Belgio, parte della Germania e della Spagna (e indirettamente le colonie spagnole in America Latina) lo utilizzaziono e, successivamente alla caduta di Napoleone, nella maggior parte dei casi, lo modificarono mantenendolo in vigore.

Per l'Italia, il valore del Codice Napoleonico resta fondamentale, poiché esso confluì poi nel codice civile italiano del 1865.


Di cosa parli?
Quel codice fu funzionale agli interessi di un despota e gran parte di quello che fu la spinta "ideale" della rivoluzione si perse per strada e dei progetti iniziali di scrittura dei codici rimase solo un impianto generico e meno rivoluzionario di quelle che erano le premesse.
Diritti come quelli che citi tu erano già stati oggetto di intervento da parte di "manarchie" in lotta con il potere della chiesa (tipo gli Asburgo).
Stanato vero KK?
Anonimo ha detto…
Sei un poveretto. Hai scritto che "in poco tempo le libertà garantite dal codice civile furono annullate. Unica eccezione la proprietà privata." Quindi secondo te (non secondo me, eh: l'hai scritto tu) ci sono delle libertà sancite dal Code Napoléon (promulgato il 21.3.1804) che poi l'imperatore avrebbe revocato (pochi mesi dopo, divenuto imperatore). Dimmi quali sono queste libertà sancite nel Code Civil e poi revocate, avanti. Dimmene almeno UNA.
O altrimenti fai quello che una persona dotata di un minimo di decenza intellettuale dovrebbe fare: ammetti di avere scritto una cazzata.
Ma figurati se lo farai.
KK
mario ha detto…
dal 1793 al 1794 le conseguenze della cosiddetta dittatura Giacobina influenzarono il diritto ed il rapporto tra le classi sociali permettendo:
-assistenza gratuita per tutti
-scuola per tutti
-femminismo ed emancipazione femminile
in materia economica fu stabilito un calmiere dei prezzi e fu messo in discussione il principio della proprietà privata a favore di un controllo della proprietà a favore dello stato.
Questo processo rivoluzionario fu sconfitto
Il 22 Aprile del 1795, la convenzione approvò una nuova costituzione che reintrodusse il suffraggio censitorio, esaltò il principio della proprietà privata, abolì il calmiere dei prezzi e riportò la Francia ad una società in cui prevalsero gli interessi della nuova "borghesia".
Il codice Napoleonico, per come prese forma alla fine, cancellò o non accolse (se preferisci) principi quali l'abolizione della patria potestà, la comunione dei beni tra coniugi etc.
Se tu avessi voglia di fare una ricerca più precisa su quel periodo , forse, potresti farti un'idea più precisa della mia affermazione.
Il codice promulgato fu, in ultima sintesi, uno strumento giuridico formidabile a supporto degli interessi delle classi che prevalsero all'epoca.Tutto quello che la rivoluzione rappresentò (Giacobini e Girotondini, spinte socialiste e comuniste alla babeuf)in termini di diritti estesi fu cancellato.Il codice rappresentò la sintesi di questo conflitto.
Ti prego di una cosa: usa un linguaggio più consono e datti una calmata.Se continui ad insultare ti sbatto fuori a calci nel deretano dal mio blog. Ricordati che sei un ospite.
Anonimo ha detto…
Non mi pregare. Non me ne importa nulla di stare su un blog dove più volte mi hai cancellato (che a occhio, tra l'altro, sono più o meno l'unico tuo lettore). Che eri un poveretto e una persona priva di qualsiasi onestà intellettuale lo sapevo già.
Alla mia domanda (e non dirmi che non l'hai capita perché te l'ho ripetuta tre volte) non hai risposto perché nulla hai da rispondere, avendo tu semplicemente scritto una cazzata, punto. Solo che non hai né le palle né l'onestà di ammetterlo. C.d.d.
Tranquillo, ora copio tutto il thread onde evitare furbeschi raschiamenti. E quando mi verrà voglia di sputtanarti coram populo, lo farò.
KK
mario ha detto…
Bravo coglione.
Copia anche questo faccia di merda di un fascistello.
La tua limitata capacità di comprensione non ti permette di andare oltre.
Il prossimo è censurato così lo sanno
anche i tuoi lettori.

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