economia politica e pillole di marxismo


Sulla merce

Che cosa è la merce? la possiamo definire come un prodotto del lavoro umano.Le condizioni sociali che determinano la trasformazione del prodotto in merce sono rappresentate, storicamente, dai rapporti di produzione mercantili in cui lavori effettuati indipendentemente vengono scambiati.
Nel capitalismo la produzione mercantile diventa forma assoluta e dominante.I rapporti di mercato entrano a tal punto dentro il processo di produzione che ne rappresentano i rapporti generali e piu' frequenti della società.
la stessa forza-lavoro dell'uomo, in questo contesto, è merce.

Sul lavoro

In senso generale il lavoro umano è "definizione dello scopo e attività conforme ad esso".
In un'economia di tipo industriale organizzata in modo moderno ed efficiente il capitale instaura il suo dominio reale sulla società e sul lavoro.
In una organizzazione di tipo artigianale, il processo di produzione non è ancora perfettamente adeguato alla funzione che è propria del modello più avanzato (capitalista) che è quella di produrre plusvalore.
Il processo di trasformazione, sia della organizzazione che degli strumenti di produzione (trasformazione delle macchine, automazione dei processi di produzione,gerarchia del comando nell'impresa), consentono l'adeguamento alla funzione di creazione di plusvalore.
La prima forma di organizzazione del lavoro e' stata quella della cooperazione. nella manifattura (XVI, fine XVIII secolo) tale forma di organizzazione trova la sua forma classica.In questo processo di trasformazione,si attua la riduzione dell'artigiano ad operaio parziale in coerenza con la parcellizzazione delle attività dell'attivita' artigianale nelle sue differenti attivita' parziali.
In questa fase l'operaio complessivo della manifattura è il combinato di molti operai parziali.
L'organizzazione assume una forma piu' articolata e gerarchizzata.All'ultimo anello si intravede una nuova figura: quella dell'operaio senza abilità.

Nella fabbrica moderna c'è il salto di qualità definitivo.In questa trasformazione anche la divisione del lavoro ne esce trasformata.
Nasce l'operaio massa, combinato di produttività e appendice della macchina, sintesi della divaricazione definitiva tra mente e braccio.
In questo passaggio, la macchina vede trasferire in sè ogni sapere, abilità e virtuosità operaia.Il capitale vede un'ulteriore possibilità per accrescere e produrre ricchezza e per questo le assoggetta al processo di produzione.Questo fatto determina un processo di valorizzazione tutta interna al capitale, da cui la società è tendenzialmente esclusa.
Dal punto di vista economico, l'abbattimento dei tempi di produzione e l'enorme produttività acquisita determinano una divaricazione tra massa dei valori d'uso (che crescono in funzione della produttività) e diminuzione del valore di scambio (in funzione del minor tempo necessario per produrre).-continua-

Foto:MParavano-Tan Tan Marocco

Commenti

meinong ha detto…
Interesante la questione dell'operaio massa
Aspetto la prossima parte.


Pensatoio
Andrea ha detto…
Non ho capito dove vuoi andare a parare.
mario ha detto…
@Andrea
non è l'uovo di pasqua-))
è un tragitto lungo le trasformazioni.la prossima volta viverò sull'organizzazione del lavoro in generale, dal punto di vista di un residuato come me-)) e poi...
pietro ha detto…
Tu scrivi:
"L'organizzazione assume una forma piu' articolata e gerarchizzata.All'ultimo anello si intravede una nuova figura: quella dell'operaio senza abilità"
Ma nella fabbrica di 20 anni fa poteva avere un valore, nelle fabbrica attuale questo non è vero, salvo rarissimi casi di grandi industrie, che rappresentano una percentuale piccolissima del mondo del lavoro.
Il progresso delle macchine e della produzione ha eliminato sempre piu i lavori piu poveri di professonalità, per fare un paragone, serve una persona con capacità e preparazione molto maggiore per guidare una formula 1 che per guidare un Apecar.
L'operaio semplice appendice di una macchina è destinato a sparire, diventerà sempre piu un autonomo gestore di una parte della produzione.
Per fare un esempio estremo, ma che penso si diffonderà sempre di piu in molte attività produttive con il progresso dell'automazione industriale a basso costo, un impianto chimico che 20 anni fa produceva 70 ton/giorno con squadre di 10 operai a bassa professionalità, al giorno d'oggi produce 4 volte tanto con una squadra di 4 operatori altamente specializzati.
mario ha detto…
Non credo. Intanto il post è un inizio di un percorso che porterà più avanti l'analisi sulle organizzazioni e su come il lavoro si è evoluto e distribuito a livello internazionale.
Che aumenti la produttività con l'automazione è vero (infatti scrivo che aumenta la massa di valore d'uso prodotto e diminuisce il valore di scambio). che aumenti il know how degli addetti dipende dal tipo d'industria.Intanto se vuoi ragionare in questi termini devi allargare l'orizzonte e capire come, nell'economia globalizzata, il lavoro a basso valore aggiunto sia stato collocato.All'interno della Fiat, ad esempio,è prevalente la componente di lavoro a bassissima specializzazione (come n° di addetti occupati).Lo stesso vale per l'industria tessile (tanto è vero che si delocalizza per questo). Anche in settori ad alto valore aggiunto, la scomposizione delle attività ha creato una catena del valore per la quale le componenti di attività a basso valore aggiunto vengono concentrate dove la variabile del costo del lavoro è prevalente.Qui c'è quello che viene definito operaio massa.Di questo ho scritto in un mio recente post commentando l'articolo di un economista americano, il titolo è "rovesciare il tavolo".
mario ha detto…
Un'ultima cosa.L'operaio senza abilità compare alla fine del XVIII secolo.
l'operaio massa è funzionale proprio ai processi di automazione di cui parli.Ed è a lui che mi riferisco.Se avrai la pazienza di leggermi in seguito capirai dove voglio "andare a parare" come dice Andrea.

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