Lavoro produttivo in Marx
"Lavoro produttivo, nel senso della produzione capitalistica,è il lavoro salariato che, nello scambio con la parte variabile del capitale (la parte del capitale spesa in salario),non solo riproduce questa parte del capitale(o il valore della propria capacità lavorativa),ma oltre a ciò produce plusvalore per il capitalista"
Inquadrato nelle categorie dell'economia politica, il lavoro produttivo è una categoria storica, legata ad un determinato modo di produzione.
Se confondiamo il processo di valorizzazione, proprio del modo di produzione capitalistico, con il processo di lavoro, con il rapporto uomo-natura, otteniamo una definizione di lavoro produttivo del tutto astratta, in quanto non riferita ad una determinata società.
Nel Capitale Marx definisce la differenza tra lavoro inteso come servizio e lavoro produttivo
"Questo fatto, che cioè con lo sviluppo della produzione capitalista tutti i servizi si trasformino in lavoro salariato e tutti coloro che li eseguono in lavoratori salariati, avendo questo carattere in comune con il lavoratore produttivo, induce a confondere i due termini tanto più in quanto è un fenomeno che caratterizza la produzione capitalista e ne è generato, ...........sorvolando bellamente sulla sua differenza specifica e di tale lavoratore produttivo e della produzione capitalista come produzione di plusvalore, come processo di autovalorizzazione del capitale, di cui il lavoro vivo non è che un agente.Un soldato è un salariato, e infatti riceve un soldo, ma non per questo è un lavoratore produttivo"
I sostenitori della produttivita' del lavoro nei servizi poichè muovono dalla constatazione che il servizio è assolutamente indispensabile alla produzione capitalista, cadono nell'errore di confondere i rapporti capitalistici con quelli naturali.
e' improduttivo quel lavoro che non si scambia con il capitale, bensi' direttamente con reddito.
"Il lavoratore improduttivo produce per lui un semplice valore d'uso, non una merce, produce un valore d'uso immaginario o reale" (Marx-teoria del plusvalore vol.1 pag.279)
in queste definizioni c'è buona partte della "cultura politica della centralità della classe operaia" nei processi rivoluzionari degli assetti sociali.
E' oggi centrale la classe operaia?
Per rispondere si basterebbe allargare l'orizzonte ed analizzare i processi produttivi ed il modo in cui si organizzano a livello internazionale.
Detto questo è necessario osservare i processi sociali in modo dinamico, al di là di una gerarchia di classe tra soggetti e classi. In questo i lavoratori dei servizi, i precari sono naturali alleati e costituiscono una naturale continuazione di quello che la classe operaia ha rappresentato nella "filosofia" marxista.
"il lavoro produttivo, in quanto produttore di valore, sta sempre di fronte al capitale come lavoro di operai individuali, quali che siano le combinazioni sociali in cui essi entrano nel processo produttivo.mentre quindi il capitale si contrappone agli operai come forza produttiva sociale del lavoro, il lavoro produttivo si contrappone sempre al capitale come lavoro di operai individuali" Marx-teorie del plusvalore
In Marx manca la definizione di lavoro indirettamente produttivo, puo' questo essere sufficiente per non farci pensare che, oggi, la definizione di lavoro produttivo non si allarghi a tutta la societa' nel suo insieme?
Inquadrato nelle categorie dell'economia politica, il lavoro produttivo è una categoria storica, legata ad un determinato modo di produzione.
Se confondiamo il processo di valorizzazione, proprio del modo di produzione capitalistico, con il processo di lavoro, con il rapporto uomo-natura, otteniamo una definizione di lavoro produttivo del tutto astratta, in quanto non riferita ad una determinata società.
Nel Capitale Marx definisce la differenza tra lavoro inteso come servizio e lavoro produttivo
"Questo fatto, che cioè con lo sviluppo della produzione capitalista tutti i servizi si trasformino in lavoro salariato e tutti coloro che li eseguono in lavoratori salariati, avendo questo carattere in comune con il lavoratore produttivo, induce a confondere i due termini tanto più in quanto è un fenomeno che caratterizza la produzione capitalista e ne è generato, ...........sorvolando bellamente sulla sua differenza specifica e di tale lavoratore produttivo e della produzione capitalista come produzione di plusvalore, come processo di autovalorizzazione del capitale, di cui il lavoro vivo non è che un agente.Un soldato è un salariato, e infatti riceve un soldo, ma non per questo è un lavoratore produttivo"
I sostenitori della produttivita' del lavoro nei servizi poichè muovono dalla constatazione che il servizio è assolutamente indispensabile alla produzione capitalista, cadono nell'errore di confondere i rapporti capitalistici con quelli naturali.
e' improduttivo quel lavoro che non si scambia con il capitale, bensi' direttamente con reddito.
"Il lavoratore improduttivo produce per lui un semplice valore d'uso, non una merce, produce un valore d'uso immaginario o reale" (Marx-teoria del plusvalore vol.1 pag.279)
in queste definizioni c'è buona partte della "cultura politica della centralità della classe operaia" nei processi rivoluzionari degli assetti sociali.
E' oggi centrale la classe operaia?
Per rispondere si basterebbe allargare l'orizzonte ed analizzare i processi produttivi ed il modo in cui si organizzano a livello internazionale.
Detto questo è necessario osservare i processi sociali in modo dinamico, al di là di una gerarchia di classe tra soggetti e classi. In questo i lavoratori dei servizi, i precari sono naturali alleati e costituiscono una naturale continuazione di quello che la classe operaia ha rappresentato nella "filosofia" marxista.
"il lavoro produttivo, in quanto produttore di valore, sta sempre di fronte al capitale come lavoro di operai individuali, quali che siano le combinazioni sociali in cui essi entrano nel processo produttivo.mentre quindi il capitale si contrappone agli operai come forza produttiva sociale del lavoro, il lavoro produttivo si contrappone sempre al capitale come lavoro di operai individuali" Marx-teorie del plusvalore
In Marx manca la definizione di lavoro indirettamente produttivo, puo' questo essere sufficiente per non farci pensare che, oggi, la definizione di lavoro produttivo non si allarghi a tutta la societa' nel suo insieme?
Commenti
E penso che per ragionarci meglio dovrò studiare un po'.
Io la butto lì :
se un'azienda di servizi (un impresa di guardie giurate) percepisce dei profitti, estorce plusvalore ai lavoratori ddell'impresa stessa ?
Se un amministrazione consente alle imprese di fruire di infrastrutture decenti, non è che i lavoratori del settore pubblico contribuiscano alla formazione dei profitti delle imprese private ?
Non si possono considerare indirettamente sfruttati ?
Pensatoio
1- dal punto di vista della relazione tra salariato ed impresa (guardia giurata) qui non c'è una creazione di plusvalore comparabile alla relazione che esiste in un'azienda manifatturiera.
Esiste certamente un profitto per l'azienda, ma è parte di una relazione piu' complessa che ha origine in qualcosa di altro.
In questo rapporto si cristallizza un'ingiustizia che è data dalla messa a disposizione di un elemento non quantificabile (il rischio legato alla propria vita per proteggere soldi o beni) e quanto se ne ricava.Lo sfruttamento è in questo fatto.
2-Per la seconda questione, la ottimizzazione dei costi di trasferimento dei beni sui mercati, attraverso un migliore utilizzo delle infrastrutture, certamente puo' contribuire a migliorare i margini ed il profitto dell'azienda,sempre che abbia capacità di stare sul mercato con il prodotto.Ma e' uno degli elementi e non il piu' importante.
3- Certamente i lavoratori sono sfruttati, ma diverso è il contesto in cui questo avviene e diverso è il grado di coscienza dei singoli.
Nel profitto dell'impresa di sorveglianza non c'è plusvalore ?
Mi pare strano...
la definizione che ne da' Marx è questa:
"Il profitto è soltanto una forma secondaria, derivata e trasformata del plusvalore, è la forma borghese nella quale le tracce del suo sorgere sono cancellate"-Grundrisse
Il fulcro della produzione di plusvalore resta concentrato nella grande fabbrica e la figura di lavoratore produttivo si identifica essenzialmente con quella dell'operaio.
Io non confonderei il concetto di "sfruttamento" dell'individuo rispetto al processo di lavoro in cui è inserito, con ciò che produce plusvalore secondo la teoria di Marx.
ho intenzione di sviluppare questi concetti piu' avanti
Pensatoio
-lavoratori immediatamente produttivi di plusvalore (agricoltura, industria estrattiva, manifatturiera,costruzioni, trasporti, comunicazioni e spedizioni)
-lavoratori che realizzano il plusvalore nella sfera della circolazione delle merci (commercio etc,)
-lavoratori dei servizi
-impiegatii e tecnici proletarizzati.
Quando il denaro si scambia con lavoro, senza che quest'ultimo produca capitale esso acquista non lavoro produttivo ma un servizio.
Secondo un certo modo di pensare tutti i lavori sono svolti per favorire la produzione di merci (anche la guardia giurata o la badante -paradosso) con la differenza che non tutti si contrappongono direttamente al capitale.
Quindi, un lavoratore puo' generare profitto per la sua azienda ma non plusvalore per il sistema economico capitalista.
Sto lavorando a questi concetti (in pillole)
:-))
Pensatoio