Ma cosa vuole la FIOM?


Ma cosa vuole la Fiom?
Allego la relazione presentata da Rinaldini che spiega il perchè del no all'accordo.E' utile ricordare che nel 95 la riforma Dini fu votata da circa 4 milioni di persone, tra i lavoratori attivi passò con il 59% dei consensi e fu respinta dai metalmeccanici.
Dalla relazione emergono alcune "chicche" sulla riforma proposta e sulla questione precariato. Come si potrà leggere, la preoccupazione del sindacato operaio FLM non è "solo" sulla conservazione di "privilegi" di casta. C'è da ricordare che questo sindacato, con l'azione di Cremaschi, è l'unico che ha portato avanti le istante sul mondo del precariato con azioni che sono state "trasversalmente" condannate da tutti gli altri protagonisti del sindacato e dei partiti.
La Fiom è anche critica sulla detassazione degli straordinari(per le aziende) che, non portando vantaggi ai lavoratori, creano il paradosso di far diventare conveniente questa pratica a fronte del lavoro ordinario e contribuiscono a formare un'ulteriore barriera d'ingresso a nuove assunzioni.
La Fiom non sarà un sindacato "rivoluzionario" nel senso classico della parola ma, se non altro, mostra (in questa occasione)un segnale importante che è quello di interrompere la pratica per cui queste strutture non fanno altro che diventare una cinghia di trasmissione del consenso delle politiche "economiche" tra governi e base sociale.
La questione che si pone è? Chi difende i meno garantiti? Gli operai, loro malgrado, ci provano con messaggi che tendono ad unire e non a dividere. Tocca anche agli altri assumere responsabilita' e "prendere coscienza" di quale sia il fronte e di quali siano gli interessi.


10–11 Settembre 2007
Al termine dei lavori del Comitato Centrale della Fiom sono stati presentati due
documenti alternativi che sono stati votati in contrapposizione. Il documento
presentato da Gianni Rinaldini è stato approvato con 125 voti a favore. Il documento
presentato da Fausto Durante ha raccolto 31 voti a favore. I voti di astensione sono
stati 3.
Successivamente, il Comitato Centrale ha approvato, all’unanimità con 2 astensioni, un
documento sul fisco, presentato dalla Segreteria nazionale.
Documento presentato da Gianni Rinaldini
Il Comitato Centrale non approva l’intesa del 23 luglio 2007 su Previdenza, lavoro e competitività
pur esprimendo un apprezzamento positivo sulle seguenti questioni:
• Incremento delle pensioni basse con il riconoscimento del percorso lavorativo individuale. Il
reddito individuale come parametro di accesso permette di riconoscere l’aumento a tante
donne pensionate fino ad ora escluse.
• Miglioramento del sistema di rivalutazione delle pensioni dal 90% al 100% della variazione
dei prezzi dell’indice Istat, per le fasce compreso tra 3 volte e fino a 5 volte, il minimo
attuale (da 1.308,48 a 2.180,70)
• Norme sulla totalizzazione dei contributi previdenziali, il riscatto della laurea, e primi
interventi nel sistema degli ammortizzatori, come l’indennità di disoccupazione.
Questi interventi sono finanziati con una parte dell’extra-gettito suddiviso 1/3 per interventi sociali
e 2/3 per la riduzione del debito pubblico.
Viceversa sui capitoli dell’intesa relativi al superamento dello scalone del governo Berlusconi, sul mercato del lavoro e competitività esprimiamo le seguenti valutazioni:
Il superamento dello scalone avviene con la condivisione del vincolo finanziario posto dal Governo dell’autofinanziamento di 10 miliardi di euro nell’arco di 10 anni, escludendo in questo modo, gli aumenti contributivi sui lavoratori dipendenti decisi nell’ultima finanziaria, che vengono impropriamente utilizzati per ridurre il debito pubblico. Ci riferiamo ad esempio all’aumento degli oneri previdenziali dello 0,30 equivalente a circa 1 miliardo di euro annuo, cioè 10 miliardi di euro nell’arco di 10 anni.
Questa scelta sbagliata attraversa tutti i diversi aspetti della nuova normativa, dall’incomprensibile meccanismo delle quote associate alla crescita dell’età minima, che ha la sola funzione di sommare l’aumento dell’età anagrafica con l’elevamento dell’età contributiva da 35 a 36 anni, fino a 2 prevedere una “clausola di salvaguardia” di un eventuale ulteriore aumento contributivo dello 0,09% dal 2011 come elemento di garanzia sui conti generali.
Gli stessi aspetti potenzialmente positivi sono negativamente segnati da questa scelta.
a) Il ripristino delle 4 finestre con 40 anni di contributi, quantificato in un costo di 4 miliardi di euro, viene totalmente finanziato attraverso l’introduzione delle finestre sulle pensioni di
vecchiaia, per garantire una operazione a costo zero.
b) I lavori usuranti particolarmente faticosi e pesanti sono definiti sulla base di criteri che
hanno un vincolo finanziario di un massimo di 5.000 lavoratori all’anno.
c) Per quanto riguarda la revisione dei coefficienti di trasformazione del sistema contributivo,
viene demandato al lavoro di una Commissione la definizione di nuovi e diversi criteri che
potrebbero assumere come riferimento il 60% dell’ultima retribuzione. In assenza di nuovi
criteri a partire dal 2010 si applicano gli attuali coefficienti con la riduzione del 6–8%. Si
tratta di fatto di un rinvio condizionato che richiede da parte del movimento sindacale la
costruzione di una proposta precisa che garantisca una copertura pubblica del 60% con 35
anni di contributi.
Su mercato del lavoro e competitività l’intesa prevede scelte sbagliate, giocate esplicitamente
contro la Cgil come scelta politica, tanto più evidente, perchè riguarda misure che non hanno
particolari costi finanziari.
a) Per i contratti a termine e sullo staff leasing siamo alla conferma della legge del governo
precedente sempre osteggiata dalla Cgil. Ciò che viene confermato e per certi aspetti
peggiorato non è soltanto la possibilità di proroga oltre i 36 mesi , ma l’assenza di causali
specifiche per attivare rapporti di lavoro a tempo determinato. In questo modo il Lavoro
Interinale ed il Contratto a Termine mantengono la stessa causale “esigenze tecnico,
produttive, organizzative o sostitutive” che sono cumulabili nel tempo
b) Sulla contrattazione l’eliminazione della sovracontribuzione per il lavoro straordinario
costituisce un preoccupante incentivo all’aumento dell’orario di lavoro, mentre la
detassazione del salario aziendale totalmente variabile indebolisce la contrattazione
collettiva e, in particolare, il contratto nazionale.
Il Comitato Centrale della Fiom valuta positivamente la decisione di Cgil, Cisl, Uil di promuovere la consultazione certificata delle lavoratrici, dei lavoratori e dei pensionati ed applicherà rigorosamente le modalità che saranno definite dagli esecutivi Cgil, Cisl, Uil convocati per il 12 settembre.
Il Comitato Centrale della Fiom impegna tutte le strutture ad operare per favorire la più ampia informazione e partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici alla consultazione democratica.

Commenti

La Tela di Penelope ha detto…
Le tue considerazioni sono condivisibilissime. Il fatto che la posizione della FIOM sia stigmatizzata come "politica" la dice lunga su come questi siano commenti ideologici ed interessati... come se la CGIL firmando un accordo che non la convince fino in fondo e che se fosse stato presentato da altri avrebbe rigettato immediatamente, non facesse così politica attiva in funzione di puntello governativo...
Anonimo ha detto…
Caro Mario, le lacrime amare fanno parte del lungo viaggio dei migratori. Le lacrime di coccodrillo stanno tutte nel bagagliaio di mamma CGIL: se la Fiom resta isolata, come è prevedibile, da chi potrà farsi aiutare? Dagli operai che non hanno più una lira, cioè un cent? Può darsi. Chi è avanguardia deve avere continuità di linguaggio e coraggio da vendere, anche da isolato. La Fiom non è "rivoluzionaria", ma è una parte degli operai: a questi deve garantire le proprie ragioni prima d'essere cannibalizzata dalla sua cara mamma. Una buona giornata.
Anonimo ha detto…
Quello che mi rode di più sulla questione sindacale è a frammentazione delle organizzazioni più radicali: Cub, RdB, Cobas, Slai Cobas ecc. Ultimamente si è riusciti ad unire Sin Cobas e Sult formando l'SdL, ma è ancora poca cosa. Io sto nel settore chimici e sono un iscritto SdL, e non vi dico cosa sono i confederali nella chimica. Il peggio. Ma possibile non si tenti di fare un ragionamento unitario tra i sindacati di base e la Fiom, almeno un tentativo?
meinong ha detto…
Vorrei continuare il tuo ragionamento proprio su Crisieconflitti

Pensatoio
pietro ha detto…
Una sola domanda mi piacerebbe fare ai signori della CGIL, dove pensano di trovare i soldi per garantire una pensione pari al 60% della retribuzione a chi ha 35 anni di anzianità ?
Perchè lo stato i soldi non li crea dal nulla, perchè quando ci prova fa andare l'inflazione alle stelle e chi ne paga le conseguenze sono sempre i più poveri.
Anonimo ha detto…
@Pietro: Qualcosa dall'adeguamento della tassazione sulle rendite al 20% come nel resto dell'Europa si potrebbe prendere, che dici? O ho bestemmiato?
pietro ha detto…
Non hai bestemmiato, il problema è che non rappresenterebbe neanche un centesimo di quello che serve per coprire una spesa del genere, neanche triplicando le tasse a tutte le persone che guadagnano piu di 100mila euro all'anno ci si arriverebbe, per un motivo molto semplice, i ricchi sono troppo pochi e non c'è abbastanza da spremere.
Insomma quello che si fa finta di non capire è che si vogliono pensioni piu alte e andare in pensione prima il solo modo è pagare TUTTI piu tasse, il che vuol dire che tutti i lavoratori avrebbero un reddito netto significativamente piu basso,
è pura aritmetica.
pietro ha detto…
Esempio di calcolo, la generazione dei nati tra il 1950 e il 1970 è composta da 1 milione di persone per ogni anno.
quindi se si suppone che con la situazione attuale si dovrà andare in pensione con 40 anni di anzianità a 60 anni per avere il 60% dell'ultima retribuzione ( come succederà a me ) anticipando tutto di 5 anni si avranno 5 milioni di pensionati in più.
Dato che le pensioni medie a quel punto dovrebbero essere a valori attuali almeno 900 euro al mese ( probabilmente di più ) bisogna trovare tra i 50 e i 60 miliardi di euro al anno per pagarle.
I titoli di stato di proprietà di cittadini italiani sono gli unici che possono essere tassati, e sono circa 800 miliardi di euro.
Con un rendimento del 4% producono 32 miliardi di interessi.
Aumentando la tassazione del 7.5% ( dal 12.5 % al 20% ), si incassano circa 2 miliardi in più di tasse.
In realtà potrebbero essere meno, perchè al primo rinnovo, calando anche solo leggermente la richiesta di BOT i prezzi all'asta dovrebbero calare ( come è successo all'ultimo aumento anni fa ), con un minore incasso per lo stato.
Per trovare 60 miliardi di euro, dato che i contribuenti italiani sono 40 milioni si devono far pagare mediamente 1500 euro in più di tasse a tutti, anceh applicando una decisa progressività, dato che i contribuenti con redditi bassi sono la stragrande maggioranza questi dovrebbero pagare almeno 1000 euro di tasse di piu all'anno.
E sarebbero per forza 1000 euro in meno di reddito disponibile, dato che la ricchezza non si crea dal nulla.
Se qualcuno è in grado di spiegarmi cosa c'è di sbagliato in questi conti, e di trovare in altro modo i soldi che servono è ben gradito.
mario ha detto…
Intanto, sul debito pubblico, il dato è sbagliato. E' più del doppio e l'onere attuale all'anno (interessi sul debito) è di 70 miliardi di euro.
Detto questo, la relazione di Rinaldini mette in evidenza:
1-lavori usuranti:è una presa per il culo.La quota di cui si parla nella legge è di 5.000 unità all'anno.Troppo bassa rispetto alla realtà del mondo del lavoro
2-la riforma è praticamente finanziata dai lavoratori con:
-aumento delle aliquote contributive
-sistema delle finestre.

hanno trovato i soldi per detassare straordinario (maggiori oneri per lo stato) e cuneo fiscale alle aziende e non trovano i soldi sulle pensioni?
Il bilancio dell'inps prevede un trasferimento annuo di circa 70 miliardi di euro per spese legate all'assistenza (pensioni di vecchiaia, cassa integrazione etc,).Sono costi di assistenza e, quindi, dovrebbereo essere a carico della fiscalità generale e non dei contributi pagati per la pensione.
Nonostante questo i bilanci ultimi tre anni sono in attivo.Le previsioni catastrofiche sono state fatte:
1- senza tenere conto dei flussi di entrata degli immigrati che stabilizzano la loro posizione lavorativa (considerati la metà rispetto alla situazione vera)
2- dei maggiori oneri a carico di co.co..co. e dipendenti (aumenti dei contributi)
Forse andrebbero riviste.
I comparti "strutturalmente" in deficit sono:
1-dirigenti
2-lavoratori autonomi
3-ferrovieri (a causa della ristrutturazione delle FS che ha mandato a casa decine di migliaia di persone)
Parliamo di miliardi di euro.
Bene gli operai e chi lavora a basso reddito si sono rotti le palle e l'informazione, come al solito, è un pò più articolata sulla materia.
Dove incidere per trovare i soldi?
1- rimettere in attivo chi procura deficit all'INPS
2- tassare le rendite o cercare di diminuire l'onere del debito.
3- passare alla fiscalità generale oneri impropri alla gestione
4- rivedere il meccanismo della scala mobile (paghiamo le ristrutturazioni e non abbiamo vantaggi come lavoratori, che le paghi un fondo aziende/banche/pubblico, se non altro diminuiamo l'onere a nostro carico)
5- rivedere i costi occulti della politica: es. nel Lazio ci sono 74 enti doppione, costano circa 2 miliardi di euro all'anno, mantengono imboscati della politica.
Il punto è che un governo "serio" di sinistra dovrebbe trattare la materia facendo "giustizia".Uno che guadagna 1.200€ al mese e a cui si dice di lavorare alla catena 40 anni e di andare in pensione con 700€ forse non ha voglia di "matematica elementare" ma di equazioni, funzioni ed integrali.
pietro ha detto…
Io ho detto che prima di proporre una spesa da 60 miliardi di euro bisogna trovare soldi reali con cui finanziarla, DIRE ESATTAMENTE DOVE PRENDERLI E QUANTI.
Sul debito pubblico non consideri che metà è in mano a investitori stranieri e lì non si può tassare NIENTE.
Sai leggere che ho scritto "i titoli di stato di proprietà di cittadini italiani sono gli unici che possono essere tassati"?
Il discorso che si deve pagare con denaro pubblico è ingenuo, il denaro pubblico sono solo le tasse che paghiamo.
pietro ha detto…
C'è poi da considerare una cosa, spero che la FIOM abbia un influenza sulla società italiana pari alla sua rappresentatività reale.
Il giorno in cui un organizzazione con 350mila iscritti deciderà per tutti saremo in una società fascista.
mario ha detto…
Io ho letto perfettamente e tu hai scritto una cazzata.
Per quanto riguarda la tassazione come certamente saprai le regole se uno vuole le cambia.
Intanto vediamo come vanno le cose grazie all'influenza che quelli come te hanno nella società italiana.Non siete la maggioranza?
E' ammirevole, in ogni caso, l'atteggiamento da zio Tom da parte di uno che viaggia con le catene nel cervello.
Stammi bene.
mario ha detto…
Se hai voglia di erudirti alcune considerazioni sul perchè si potrebbe tassare.In ogni caso le stime "ufficiali" parlano di una soglia del 25% del debito in mano ai privati.
Salud

1) La gran parte dei BOT/CCT sono in mano ai cosiddetti "investitori
istituzionali" (fondi d'investimento, fondi pensione, aziende, ecc.).
Nel gergo, "lordisti" (perché ritirano il lordo). A loro non si
applica la ritenuta secca, ma cumulano il reddito agli altri. Quindi
dell'aumento della ritenuta secca non gliene importa niente.

2) Il trattamento che l'italia riserva ai redditi di questo tipo,
anche da partecipazione per i privati, *è già da paradiso fiscale*,
Negli altri paesi europei (salvo poche eccezioni) si cumulano ai
redditi personali e su questi si pagano complessivamente le tasse. Là
dove è concesso forfetizare (come in Francia, ma per i titoli pubblici
solo) l'aliquota forfetaria è già più alta. L'Italia fa cioè "dumping
fiscale" nei confronti degli altri paesi europei.

3) Nei paesi europei c'è oramai un intermix, per cui la metà se non di
più dei titoli di stato sono in mano a "stranieri", Questo significa
nel caso dell'Italia, o a "lordisti" (che pagano le tasse nel loro
paese), oppure a "nettisti" stranieri (dato che sembrerebbe che agli
investitori istituzionali stranieri sia concesso non chiedere la
forfetizazione, e quindi pagare come i privati, cioè all'Italia ma
meno di quanto pagherebbero nel loro). Questo significa che anche in
queso caso l'Italia fa dumping fiscale nei confronti del resto
dell'Europa.

Quindi l'aumento dei tassi non crea nessuno "svantaggio competitivo".
In questo periodo di turbolenze, la "finanza" si rivolge ai titoli di
Stato (del deprecato Stato) finanziando il suo debito. Continerà a
farlo, forse ancora più di prima.

Il problema è che siamo vittime di una rimozione collettiva: nessuno,
nel nostro Paese, sembra essere consapevole che l'Italia è un
"paradiso fiscale" (anche per via di quanto sia facile *evadere* il
fisco, a causa dei sistemi di contenimento da trogloditi, quali gli
studi di settore).
pietro ha detto…
l'idea che lo stato italiano possa tassare i redditi da capitale di cittadini stranieri è abbastanza stravagante.
Se sai come si possa fare dillo ai tuoi amici al governo.
pietro ha detto…
Ma quello che hai detto da ragione a me, io dicevo che l'aumento della tassazione delle rendite finaziarie era assolutamente insufficente a finaziare pensioni anticipate di 5 anni, con una calcolo esageratamente ottimista, supponevo un aumento della tassazione sul 50 % dei rendimenti dei titoli di stato e tu mi dici che è la metà.
Quindi ci sono persone che pensano che con un entrata di 1 miliardo di euro si possano finanziare spese di 60 miliardi di euro.
mario ha detto…
Quello che ho scritto testimonia solo che dai numeri alla cazzo.
Il fatto di cambiare delle regole di quel tipo dipende dalla volntà politica di volerlo fare caro zio Tom.
Per quanto riguarda il resto, se avessi le competenze e la voglia, ti potresti leggere il bilancio dell'INPS.Senza fare calcoli da matematica elementare.
pietro ha detto…
http://www.inps.it/Doc/Istituto/CIV/PresidenteCIV/Agenzie/AGI08_02_06.pdf
"La gestione finanziaria di cassa evidenzia un
differenziale da coprire di 72.685 mln, che deriva dalla differenza
tra 148.211 mln di riscossioni e 220.896 mln di pagamenti. A
copertura del differenziale si registrano 68.053mln di trasferimenti
dallo Stato"
mario ha detto…
Certamente, perchè l'INPS paga 70 miliardi all'anno di costi che non sono relativi alle pensioni in senso stretto (cioè contributi dei lavoratori) ma oneri che derivano da:
gestione cassa integrazione e mobilità
pensioni di assistenza (le sociali)
etc.
Scorpora questi e vedrai il dato relativo a ciò che compete all'inps.

dovresti, poi, farti spiegare la differenza tra:
gestione finanziarie e cash flow
conto economico
situazione patrimoniale

Il dato di cui parli tu è relativo alla gestione finanziaria, e sarà sempre così se l'inps dovrà occuparsi di cose che non le competono E' un pò come mettere nel conto di un azienda costi che competono ad un altra e chiederle di pagare dicendo, poi, che va male.

La situazione è un pò più articolata, se vuoi ragionare senza pregiudizi è un conto, al contrario lasciamo stare.

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