Mussi ed il capitalismo
Ancora più impegnativo il "ma" pronunciato dal ministro dell'Università Fabio Mussi che non si è limitato a lamentare la necessità di incrementare drasticamente gli investimenti nella ricerca, ma ha denunciato la necessità di rivedere profondamente l'intero modello di sviluppo economico. "Il capitalismo nella sua forma attuale è incompatibile con il pianeta Terra", ha affermato strappando un lungo applauso alla platea.
Questa "perla" l'ho presa dal sito della Repubblica di ieri.
Naturalmente Mussi si guarda bene dall'andare fino in fondo in questa sua "analisi". Sarebbe forse costretto a diventare un "sovversivo" e dividere spazio e tempo con qualcuno che è chiuso in qualche gattabuia ed a cui hanno buttato la chiave.
E' ipocrita questo modo di rapportarsi criticamente all'esistente e di coniare massime che, a leggerle, ti fanno ribollire il sangue.
Ma come "è incompatibile il capitalismo con il pianeta terra (nella sua forma attuale)" e rimaniamo chiusi ed abbarbicati nelle stanze di Montecitorio, dicendo che non è il caso di seguire la piazza, e senza assolvere a quella che dovrebbe essere "la missione" di un'avanguardia come Mussi?
Quale sarebbe l'altra forma del capitalismo che si potrebbe accettare i solcialdemocratici fanno fatica a spiegarlo bene.Forse è il sempre verde modello dei paesi nordici? Magari con gli stessi criteri con cui si pensava al welfare scandinavo (un pò di castrazioni chimiche per chi fa troppi figli). Sempre meglio di quello che è il nostro capitalismo domestico in ogni caso, basta non accorgersi degli orrori e delle cadute di stile.
Qui, in questo contesto libero e liberista, produciamo condizionatori, ed altre amenità, che producono effetto serra che produce calore che produce malattie che producono morti.
E' il tipo di sviluppo che ci siamo scelti ed è quello che lasceremo ai nostri figli.
E' sulla base del numero dei condizionatori che misuriamo il benessere di una società, e pazienza se questo modello produce scorie e merda impossibili da digerire in un circolo virtuoso fatto di qualche anno e non di centinaia.
Qualche buon tempone sostiene che quando la questione ambiente assumerà una dimensione di costo tale da essere diseconomico per il sistema, allora ci penserà il mercato a rimettere tutto a posto.Fino ad allora se si desertifica qualche pezzo di Africa in più è problema per gente abituata a questo ed a molto peggio, cosa volete che sia.
Il modello continua a creare quei valori (consumi) e quelle scorie.Questo modelo lo riproduciamo consapevolmente e no ogni giorno, nelle relazioni, nell'educazione e nella prassi quotidiana.
Costa fatica prendere un pulman pubblico, l'auto è sinonimo di libertà, la Cina è criminale con i dissidenti ma non tanto per i danni che procura all'ambiente. Anche perchè su quello non possiamo dare lezioni a nessuno (anche sulla prima parte in verità).
Marx non aveva previsto in questa dimensione i costi indiretti di questo modo di sviluppare l'industrializzazione nei paesi.Però aveva posto il problema del controllo dei mezzi di produzione.Forse è proprio attraverso un passaggio di questo tipo che passano tante risposte.
Si tratterebbe di rovesciare il mondo. sai la fatica? Meglio discettare e sparare cazzate dal palco di un simposio.
Produciamo merce in modo indistinto facendo finta che tutto è utile ed indispensabile.
E' molto evidente il gioco delle parti:
-contesti il sistema di sviluppo? che risposte dai ai milioni di probabili disoccupati se si cambia registro?
Già che risposte dare? Il punto da cui partire è cambiare i soggetti che devono dare le risposte.Forse più che i soggetti le classi d'individui . Riscrivere i valori. Insieme a questo recuperare il senso di una comunità che nel suo insieme deve dare risposte, guardando ai fenomeni nella loro complessità ed alle loro ricadute complessive. Troppo difficile per questo tipo di classe dirigente.
Preferiamo isolarci e curare la depressione acquistando merce, perchè ci hanno spiegato che rafforza l'autostima e migliora il morale. Alla condizione di averli i soldi.
Se le medicine sono queste che speranza volete avere?
Questa "perla" l'ho presa dal sito della Repubblica di ieri.
Naturalmente Mussi si guarda bene dall'andare fino in fondo in questa sua "analisi". Sarebbe forse costretto a diventare un "sovversivo" e dividere spazio e tempo con qualcuno che è chiuso in qualche gattabuia ed a cui hanno buttato la chiave.
E' ipocrita questo modo di rapportarsi criticamente all'esistente e di coniare massime che, a leggerle, ti fanno ribollire il sangue.
Ma come "è incompatibile il capitalismo con il pianeta terra (nella sua forma attuale)" e rimaniamo chiusi ed abbarbicati nelle stanze di Montecitorio, dicendo che non è il caso di seguire la piazza, e senza assolvere a quella che dovrebbe essere "la missione" di un'avanguardia come Mussi?
Quale sarebbe l'altra forma del capitalismo che si potrebbe accettare i solcialdemocratici fanno fatica a spiegarlo bene.Forse è il sempre verde modello dei paesi nordici? Magari con gli stessi criteri con cui si pensava al welfare scandinavo (un pò di castrazioni chimiche per chi fa troppi figli). Sempre meglio di quello che è il nostro capitalismo domestico in ogni caso, basta non accorgersi degli orrori e delle cadute di stile.
Qui, in questo contesto libero e liberista, produciamo condizionatori, ed altre amenità, che producono effetto serra che produce calore che produce malattie che producono morti.
E' il tipo di sviluppo che ci siamo scelti ed è quello che lasceremo ai nostri figli.
E' sulla base del numero dei condizionatori che misuriamo il benessere di una società, e pazienza se questo modello produce scorie e merda impossibili da digerire in un circolo virtuoso fatto di qualche anno e non di centinaia.
Qualche buon tempone sostiene che quando la questione ambiente assumerà una dimensione di costo tale da essere diseconomico per il sistema, allora ci penserà il mercato a rimettere tutto a posto.Fino ad allora se si desertifica qualche pezzo di Africa in più è problema per gente abituata a questo ed a molto peggio, cosa volete che sia.
Il modello continua a creare quei valori (consumi) e quelle scorie.Questo modelo lo riproduciamo consapevolmente e no ogni giorno, nelle relazioni, nell'educazione e nella prassi quotidiana.
Costa fatica prendere un pulman pubblico, l'auto è sinonimo di libertà, la Cina è criminale con i dissidenti ma non tanto per i danni che procura all'ambiente. Anche perchè su quello non possiamo dare lezioni a nessuno (anche sulla prima parte in verità).
Marx non aveva previsto in questa dimensione i costi indiretti di questo modo di sviluppare l'industrializzazione nei paesi.Però aveva posto il problema del controllo dei mezzi di produzione.Forse è proprio attraverso un passaggio di questo tipo che passano tante risposte.
Si tratterebbe di rovesciare il mondo. sai la fatica? Meglio discettare e sparare cazzate dal palco di un simposio.
Produciamo merce in modo indistinto facendo finta che tutto è utile ed indispensabile.
E' molto evidente il gioco delle parti:
-contesti il sistema di sviluppo? che risposte dai ai milioni di probabili disoccupati se si cambia registro?
Già che risposte dare? Il punto da cui partire è cambiare i soggetti che devono dare le risposte.Forse più che i soggetti le classi d'individui . Riscrivere i valori. Insieme a questo recuperare il senso di una comunità che nel suo insieme deve dare risposte, guardando ai fenomeni nella loro complessità ed alle loro ricadute complessive. Troppo difficile per questo tipo di classe dirigente.
Preferiamo isolarci e curare la depressione acquistando merce, perchè ci hanno spiegato che rafforza l'autostima e migliora il morale. Alla condizione di averli i soldi.
Se le medicine sono queste che speranza volete avere?
Commenti
in Parlamento sabato trippa.
Pensatoio
qualche giorno fa che ha parlato di inverno al freddo e al buio.
La cosa divertente (o tragica) è che probabilmente se al governo ci fosse berlusconi, Mussi lo vedremmo nei presidi in val susa o vicenza.
Non penso che rovesciare il mondo sia una grande fatica, il problema è sempre costruire, mai distruggere.
Il difficile è proporre argomenti non dire cazzate.
Poi non ho potuto proseguire gi studi perchè con mio padre malato a 19 anni dovevo mantenere una famiglia di 4 persone.
Il difficile è risolvere i problemi concreti, proporre argomenti serve solo se questo porta a migliorare la vita delle persone.
Altrimenti sono tutte cazzate, come dici tu.