Teorie eonomiche e Marxismo-Economia classica-

Iniziamo un percorso nelle teorie economiche dal punto di vista di un comunista. L'obiettivo è quello di cogliere gli aspetti attuali e ripercorrere, contestualmente, la critica marxista allo stato delle cose.

Economia classica ,

tra gli economisti di questa corrente troviamo l'espressione teorica del capitalismo in ascesa (Petty,Hume, Smith,Riccardo).
L'opera di questi signori è rivolta principalmente contro i rappresentanti della vecchia società, contro i percettori delle rendite fondiarie e contro gli usurai di vecchio stampo.
In quanto rappresentanti di una "classe" emergente ed a suo modo "rivoluzionaria", hanno la tendenza ad esplorare la realtà economica con la visione di rappresentanti di una "classe" ed interessati all'economia nella sua oggettività (necessità di comprendere le tendenze e lo sviluppo).
L'aspetto teorico più interessante è quello che riguarda la legge del valore-lavoro (Ricardo).
Analizzando mercato e prezzi si scopre il "valore di scambio", quindi il "lavoro come produttore di valore di scambio" ed infine il "plusvalore-profitto".
Per costoro il modo di produzione capitalista non è storicamente determinato ma assoluto ed in quanto tale rappresenta l'evoluzione ultima e definitiva dei precedenti modi di produzione.
Essendo i rappresentanti di una classe emergente, a costoro manca la possibilità e la capacità di portare fino in fondo la loro analisi.Il punto di debolezza consiste nel non individuare nel processo di produzione capitalista una unità contraddittoria tra valore di scambio e valore d'uso, cioè la produzione di valori d'uso in forme di valori di scambio.In questo modo manca la possibilità di spiegare la produzione del plusvalore-profitto in base alla legge del valore-lavoro. Se il capitalista paga l'operaio il valore del lavoro, come fa a prodursi un valore in più, un plusvalore?
-continua-

Commenti

Anonimo ha detto…
Ho sempre avuto un grande interesse per la teoria classica e mi avrai come attento lettore delle prossime puntate. Ho fatto parte per due anni di un dipartimento zeppo di economisti marxisti e/o neo-ricardiani, tre quarti dei quali non meno ideologizzati di Giavazzi e Alesina, ma molto meno preparati. Forse per difendermi da quel maldestro tentativo di indottrinamento che sono diventato neoclassico :-P

Se ti interessa tempo fa è uscito un libro di Sylos Labini dal titolo "Torniamo ai classici".

E poi:

http://www.locandariformista.net/dblog/articolo.asp?articolo=88
mario ha detto…
Ti ringrazio,
è un'esplorazione con alcuni spunti. Visto che sei affezionato ai neo-classici dedicherò a quel tema il prossimo post.
Solo spunti Tito, solo spunti.
un salutone
meinong ha detto…
Questa è concorrenza sleale.
Quest'uomo è un ebreo !!!
:-)))

Pensatoio
Anonimo ha detto…
Vai compagno Mario, che voglio progredire, sotto con la seconda puntata ;-) E cerca di scrivere semplice ;-)
pietro ha detto…
Come si calcola il valore del lavoro?
Nel calcolo del valore, come possono essere considerati gli investimenti ?

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