All'orizzonte una massa anarchica

Volevo scrivere di altro e pensare un po' ai cazzi miei poi ho deciso di riportare qualche riga di ciò che Vattimo scrive nel suo ultimo libro "Ecce comu".

"Di quali masse e di quale comunismo stiamo parlando?Intanto delle masse che rappresentano oggi il vecchio proletariato e che non sono più la classe operaia dotata di coscienza di classe, e dunque portatrice di un progetto...
...i proletari di cui parlava Marx oggi sono diversi, più simili a quelle che Toni Negri chiama le moltitudini, anche se ancora in lui hanno un'aura mitica che è meglio lasciar perdere.I poveri del mondo sono oggi quelli che, nella condizione di esclusione nella quale si trovano, in quanto vivono in condizioni di pura sussistenza, disponendo solo di una frazione minima delle risorse, ed essendo esclusi dallo spreco che caratterizza invece il "mondo" ricco, risentono di più, e forse anche con consapevolezza, dello sfacelo a cui il pianeta si avvia se si mantiene nel mondo "sviluppato" l'attuale ritmo dei consumi.
Un proletariato minimalista come questo, che non è passato attraverso la dura formazione della coscienza di classe, non ha nemmeno un progetto che debba essere elaborato da un comitato centrale, da una qualche élite. E' con tutti i sensi negativi ma anche positivi del termine, una pura massa anarchica."


Nel video che segue John Zerzan illustra il suo punto di vista su quelle che sono le cose da fare per render un'azione di lotta efficace e non sterile. I contenuti non piaceranno a molti, ma è la conseguenza del portare all'estremo il ragionamento di Vattimo .In questo contesto trovo quasi surreali le questioni sul come fare politica, sull'identità della sinistra e sull'accordo sul welfare. Le questioni sono molto più in là rispetto a quella che è la nostra percezione ed il limite del nostro modo di analizzare e ragionare. temo che Vattimo abbia ragione. C'è all'orizzonte un proletariato minimalista ed anarchico. Non ho idea se quello che produrrà sul terreno della lotta potrà piacermi. C'è di sicuro che non mi piace la prospettiva e la tendenza di questo spicchio di società in cui vivo e risiedo oggi.Temo per quello che potrà accadere domani a me o a mio figlio? ma cosa c'è da temere se la prospettiva è quella di chi non ha nulla da perdere?


Commenti

Anonimo ha detto…
Mario,
DAVVERO condividi il contenuto di quel patetico video? L'elogio di una forma di "lotta" politica spettacolare già enunciata (a ben altri livelli) da Guy Debord e *messa in pratica* regolarmente da oltre trent'anni, coi bei risultati che abbiamo sotto gli occhi? DAVVERO per risolvere i molti problemi del mondo contemporaneo la soluzione è tornare all'età della pietra?
Dove sono finiti Marx e il materialismo storico? Questa non è nemmeno più SINISTRA, cazzo. Ad elogiare la "vita semplice e bella" e la libertà e lo stile di vita fulfilling dei cavernicoli ci pensano i reazionari da trecent'anni.
Con questi qua non si va da nessuna parte, suvvia.
KK
Anonimo ha detto…
C'è un piccolo errore di valutazione nel discorso di Vattimo. Quando mai il proletariato ha "preso coscienza" della classe a cui apparteneva? Erano i benpensanti borghesi di attribuivano al proletariato questa capacità. Non credo che ci sia questa enorme differenza tra proletiariato di ieri (classe operaia e lavoratrice) e quello di oggi. Tranne che per un piccolo dettaglio: oggi sappiamo che il proletariato non ha il tempo, le risorse, la voglia, la forza, la formazione culturale per pensarsi e immaginarsi e progettare un futuro diverso. (oltre al fatto di avere una frammentarietà maggiore nel mondo del lavoro) Siamo NOI ad avere una maggiore coscienza del mondo.
Ma la cosa inaccettabile è che si associ il termine anarchia con massa. E si insinui la solita trita e rifritta equazione anarchia uguale caos. Lo so che i marxisti, anche dell'ultima ora, non accettano l'idea di un mondo di individui auto-responsabili e maturi, con uno stato ridotto all'essenziale e una libertà che non è potere del partito, ma individui legati assieme da una necessità di contiguità e interazione... insomma, è chiaro il desiderio di appartenenza e di uniformazione. Ma lasciate stare l'anarchia per favore. Soprattutto la vera anarchia, quella individualista e pacifista (che in questo caso significa non violenta e non "pacifica" alla disobbedienti).
L
mario ha detto…
KK,
non avevo dubbi che tu classificassi come patetico il video.A me patetico sembra Bush. Lo potresti vedere tutto. la questione è che non vai tanto lontano a cercare di capire quello che si muove ed avviene etichettando come patetico quello che non ti piace.
Il fatto di pensare in un certo modo (ingessato da Marx) non vuol dire che non mi ponga la questione di come un ragionamento alla Vattimo porti a conseguenze estreme sul come quella "massa di proletariato anarchico"potrebbe interpretare una forma di lotta.

Luca
forse per te il proletariato non avrà mai preso coscienza come classe perchè ti mancano un pò di riferimenti storici.E forse un pò di fabbrica.
Che poi l'anarchia sia sinonimo di pacifismo fa ridere tenuto conto di quello che gli "anarchici" hanno manifestato con le loro pistolettate a re e simili.
Come pensi si possa costruire un mondo di individui autoresponsabili in questo contesto?
Anonimo ha detto…
Mario,
il fatto che Bush ti sembri patetico (anche a me lo sembra, btw) non vuol dire che non si debba vedare anche che nel discorso di Vattimo e del video (che ho visto tutto, btw) non c'è coscienza di classe, non c'è materialismo storico, non c'è sinistra, ma solo esibizionismo piccolo-borghese, destra insomma; che quel che dicono non è affatto nuovo, non è nient'altro che la "critique artiste" di Debord ecc., che poi è all'origine del movimentismo, del '77 ecc., e che è la storia che ci dimostra che quel tipo di approccio non funziona.
Ciao.
KK
mario ha detto…
KK,
io non condivido molte delle cose che dice Zerzan.Credo però che ponga delle questioni interessanti ed a quelle cose pongo attenzione per capire meglio.
Non sono d'accordo con le etichette e la semplificazione che usi per descrivere il 77, direi che la questione è più complessa e le pulsioni e gli ideali che si mescolavano in quel contenitore un pò più ricchi di quanto possa produrre la "piccola-borghesia".
Per quanto riguarda i gesti eclatanti è chiaro che non sono una novità nella storia.Infatti credo che sia difficile per un movimento che si vuole definire "rivoluzionario" farne a meno per portare avanti le sue istanze. la storia è anche una sommatoria di "simboli" rappresentati da momenti di rottura coreografici.
A differenza di Zerzan penso, però, che la simbologia dello sfasciare una vetrina è simbologia e basta. Non porta nulla ad un movimento politico e non crea problemi di sorta a chi è oggetto.Anzi.
pietro ha detto…
A me sembra che chiunque pensi che gli uomini primitivi vivessero in pace è semplicemente ignorante come una capra, consiglio di leggere questa interssante conferenza di Steven Pinker.
http://www.edge.org/3rd_culture/pinker07/pinker07_index.html
mario ha detto…
Immagino che per essere così categorico tu conosca le teorie di Zerzan, che non sono esattamente quello che dici tu.
"la capra ignorante" è uno che si diletta a partecipare (invitato) a qualche conferenza all'università di Stanford.I suoi libri hanno qualche recensione "marginale" dal new york times. E' uno che per supportare le sue teorie (opinabili) ha una discreta conoscenza degli studi scientifici in materia di geologia ed antropologia.Certo non è uno omologato e quello che scrive e dice suscitano reazioni tipo la tua. Ma questo è il destino di quelli che fanno discutere.Considerato che non ha nessuna pulsione autoritaria e fascista, consiglio una buona lettura "senza via di scampo", magari partendo da quello possiamo discutere nel merito e senza slogan.
pietro ha detto…
il filmato dice LETTERALMENTE "per 2 milioni di anni non abbiamo distrutto l'ambiente naturale, non abbiamo fatto guerre e godevamo del tempo libero".
Tu lo credi veramente?
Io non critico le sue teorie, ma solo considero questa singola affermazione palesemente falsa, le tribù paleolitiche quando si incontravano e dovevano contendersi un territorio di caccia si ammazzavano senza ritegno, e le popolazioni del neolitico, quando hanno incontrato quelle paleolitiche le hanno steminate quasi completamente per conquistare i terrenio necessari allo sviluppo della loro agricoltura.
Ci sono prove scientifiche e ritrovamenti archeologici a sostegno di questa ricostruzione dei fatti.
mario ha detto…
Infatti una delle ipotesi di Zerzan è che i fenomeni di cui parli tu coincidano con quella che lui chiama la "rivoluzione agricola".
Io non ho strumenti e competenze per dire se spara delle cazzate sulla questione della violenza, anche perchè lo fa parlando di studi scientifici sull'argomento a supporto di quelle che sono sue elaborazioni ideologiche.
In una parte di un suo articolo scrive"Secondo una tesi piuttosto diffusa , la violenza delle società primitive-sacrifici umani etc.-può essere domata attraverso una cultura/civiltà simbolica.La risposta a questa visione stereotipata dei primitivi è che la violenza organizzata non fu affatto eliminata dalla cultura, ma, al contrario, ebbe inizio con essa.William Perry studiò diverse popolazioni del nuovo Mondo e notò un contrasto impressionante tra un gruppo agricolo ed un gruppo non domesticato.Trovò questi ultimi "notevolemnte inferiori n quanto a cultura, ma privi delle ripugnanti usanze dei primi."
Mi limito a registrare alcune sue convinzioni come degne di attenzione, in particolare quando parla di risorse e sviluppo.E continuo a consigliare la lettura del libro.
meinong ha detto…
Comunque politicamente la proposta è zero.
Emotivamente un po' ti prende. Ma devi essere depresso affinchè ciò succeda.

Pensatoio
mario ha detto…
Politicamente sarà zero, ma cosa ha prodotto il resto delle proposte politiche?
A rileggere le critiche di marx agli anarchici sorge il dubbio che, nel pensare ad un superamento dello stato di cose attraverso la "dittatura" del proletariato,abbia mancato il passaggio più "strategico" per definire le modalità di una liberazione dal gioco del capitale.Il modo in cui dare forma e continuità all'energia ed alle proposte che derivano da un processo rivoluzionario.
Cosa cambia per un operaio nel produrre plusvalore per il padrone pittosto che per l'apparato?
Zerzan e quelli come lui, per me, hanno il merito di spingersi oltre ed in questo modo aiutano a non "ricadere" in certi errori oltre che, con il loro radicalismo, togliere il lenzuolo a tanti intellettuali "parolai".

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