Business e morale

Una multinazionale olandese ha brevettato "la dieta" dei Boscimani. Ha, in pratica, studiato come si alimentano, ne ha ricavato i "segreti" e ne ha brevettato il mix degli alimenti che la compongono.In questo modo può produrre medicinali che , in modo naturale, utilizzano gli stessi principi e le stesse "fonti" alimentari. Quei medicinali aiutano, noi occidentali, a non avvertire i morsi della fame e vengono utilizzati per le diete.
Il brevetto impedisce, in questo modo, ai Boscimani di fare commercio di ciò che è parte della loro alimentazione (piante. semi, frutti etc,).
La sola società che ha diritto a questo è la multinazionale.

L'uso di piante e di alimenti che attenuano i morsi della fame o il senso di spossatezza e fatica è proprio di culture e popoli in cui lo sforzo fisico, e la carenza di alimentazione disponibile domina il quotidiano delle persone. In Perù ho masticato foglie di coca perché così si resiste all'altitudine ed allo sforzo di camminare in montagna. Lo fanno da secoli i pastori ed i contadini. E' scienza che si tramandano da padre in figlio.

Quello che a questa gente manca è l'orientamento al cliente. Il marketing.La capacità di sfruttare quello che vedi in giro e che è disponibile a fini commerciali.
Anche quello di fare della salute e dell'arte di stare bene un business.
Una cosa di questo genere oggi non fa notizia. Troppo impegnati alla produttività che ci manca per occuparci di sani principi e di rapine ai danni dei più deboli.

Commenti

Anonimo ha detto…
Basta che i Boscimani, o chi per loro (per es., una ONG, o anche tu e qualche amico) si sveglino e impugnino il brevetto perché mancante del requisito della novità. Non esiste tribunale ordinario, tribunale arbitrale, o ufficio brevetti che non gli darebbe ragione.
Come diciamo noi avvocati, però, vigilantibus non dormientibus iura sucurrunt (cioè: il diritto ti tutela solo se non dormi).
Ciao.
KK
mario ha detto…
Grazie per la dritta.
Mario
pietro ha detto…
Qui c'è tutta la storia.
http://www.damiduck.it/Hoodia.htm
Quindi penso che non si possa fare granchè, i tribunali hanno dato già ragione ai Boscimani che però non ne hanno ricavato niente.
pietro ha detto…
C'è da notare però che il brevetto riguarda una singola applicazione di un singolo principio attivo contenuto in una pianta.
Dire che è un brevetto sulla dieta dei boscimani è un poco fuorviante.
E sopratutto il comportamento più deprecabile è stato quello dell'ente statale sudafricano che ha venduto il brevetto.

IL PRINCIPIO ATTIVO Il componente anoressizzante dell' hoodia, chiamato P57, è stato isolato nel 1977 e brevettato nel 1996 dal Consiglio delle ricerche industriali e scientifiche sudafricano (Csir)
Il Csir ha venduto la licenza del P57 alla multinazionale inglese Phytopharm che poi l' ha ceduta alla Pfizer per 21 milioni di dollari. Ora appartiene alla Unilever
Fede&Save ha detto…
è incredibile come noi occidentali non abbiamo ancora perso il gusto per le ruberie ai danni dei più deboli...

saluti e complimenti per il blog (molto istruttivo!),
Federica
pietro ha detto…
Voglio fare una domanda a Mario, pensa che se la pianta in questione non fosse stata sfruttata dalla Pfitzer i boscimani oggi sarebbero più ricchi o avrebbbero una vita migliore dell'attuale?
mario ha detto…
Io preferirei che la pianta in questione fosse "sfruttata" da chi può consentire a quel popolo di continuare a vivere secondo i propri costumi e le proprie esigenze.
Non credo che il gruppo in questione sia molto interessato alla sorte di quell'etnia.
Così come non lo sono le aziende che commerciano in diamanti e che hanno ghettizzato quelle popolazioni (con la complicità dei governi) espropriandole dal diritto a risiedere dove hanno vissuto per secoli.
Non credo che ai Boscimani interessi la "ricchezza" così come la pensiamo noi e penso che loro vivrebbero meglio liberi da qualsiasi intromissione nei loro costumi e stili di vita.
Anonimo ha detto…
I brevetti e il diritto d'autore sono la rovina di questo secolo.
C'è da dire però che è impossibile (o è invalidabile) porre un brevetto su una cosa che esista già e che si dimostri già di comune utilizzo, si chiama Prior Art:
http://en.wikipedia.org/wiki/Prior_art

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http://www.ilpuntodellasituazione.net
Anonimo ha detto…
noto che vale il principio della sinistra - sinistra italiana che pur di commuoversi di fronte alla causa si immola sull'altare de buonismismo più fantasioso e possibilmente senza alcun concetto di scienza.

Non è brutto dire una cosa fondata, documentata, sensata ... consente di urlare meno in piazza e di riflettere di più su quello che si può veramente fare

le case farmaceutiche, come qualunque business nel corso della loro attività mettono in essere atti discutibili (appaiono poi tanto più discutibili in quanto vengono a coinvolgere un bene come la salute) - cui forse, in parte si può mettere riparo.

senza urlare scemenze come Bono.

Che a parte sgolarsi come si usava fare alle assemblee di istituto dove si decideva allo sciopero per la pace nel mondo, non mi pare abbia destinato la metà del suo patrimonio alla ricerca e allo sviluppo di nuovi farmaci..

non sono gratis, ci avete mai pensato?

e se non ci pensa Pfizer. o Bayer o Novartis o Abbott è difficile che ci pensi il centro sociale dietro casa vostra a finanziare queste cose no?
mario ha detto…
INTANTO LE SCEMENZE NON DOCUMENTATE LE DICI TE.Qui parliamo di un uso di farmaci per ragioni non tanto nobili "far dimagrire un pò di gente che potrebbe andare a piedi, per esempio, per migliorare la propria linea"
Le cose un pò discutibili (rapine ai danni di gente più debole) vengono messe a posto proprio perchè c'è qualcuno che prova a ragionare ed urlare quando è il caso.Invece di tapparsi gli occhi.
Il centro sociale magari no, ma preferirei finanziare qualcosa di pubblico che si occupi della cosa al posto di quattro multinazionali di merda che si fanno ricche con i soldi che incassano da me.

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