I manager pubblici di casa nostra

Infine i tetti degli stipendi dei manager pubblici, Rai esclusa. Rifondazione ha chiesto e preteso un tetto massimo di 274 mila euro all'anno. I diniani hanno strappato che le retribuzioni verranno decurtate gradualmente anno per anno del 25 per cento della differenza tra lo stipendio percepito e il tetto massimo stabilito fino a raggiungere la nuova soglia. Una riduzione più soft nell'arco di quattro anni. "In più ci saranno 25 posizioni in deroga, da individuare" incalza Russo Spena, "ancora un nostro passo indietro rispetto alle richieste di Dini che se stasera riceve una telefonata poi domani alza nuovamente la posta". Russo Spena la definisce "la peggio politica", quella di chi "deve decidere in poche ore se gli convenga restare in una coalizione o passare il confine".

Non si fa attendere la replica di Dini: "Ricordo al senatore Russo Spena che Rifondazione comunista, il partito del 'tassa e spendi', è il vero peggio della politica". E così si va avanti.


Questa è la cronaca, tratta dalla Repubblica, del livello qualitativo e strategico (per le sorti del paese) che alberga nella testa di qualche usurato politico di casa nostra.
In sostanza un signore, che ha qualche amico a cui garantire rendite di posizione, punta i piedi sul tetto agli stipendi per i manager pubblici.
E' la quantità che fa la qualità degli uomini e, quindi, maggiore è il loro guadagno maggiore è il loro spessore di manager. Che i risultati dicano altro, vedi Alitalia e Ferrovie dello Stato, non conta. Lor signori quando escono dal palazzo lo fanno dal portone. Quello grande che garantisce laute liquidazioni milionarie.
Io credo che se mandiamo a casa il 70% dei manager pubblici non cambia nulla per le sorti delle aziende. Qualcuno di voi ricorda gente del calibro di Chicco Testa? E' uno passato da una poltrona all'altra. Il suo valore aggiunto? Pari a zero.
Questi signori consumano reddito e non producono nulla.

Ieri c'era l'intervista dell'amministratore delegato Enel nella pagina economica della Stampa.
Costui trattava la materia indicando tra le opzioni necessarie a risolvere la carenza ed i prezzi del petrolio ,ed i probabili shock energetici, quella del nucleare. Due sere prima il professor Bardi, sull'argomento, indicava che anche questa fonte di energia (uranio) è in via di esaurimento.
La questione è semplice, uno dei due dice cazzate. Dopo aver letto le considerazioni di Bardi attendo quelle dell'uomo Enel. A cui per tranquillità sospenderei le prebende.

Un'ultima nota sui guitti che ci allietano le serate. Perchè Pippo Baudo, o quella specie di ameba di Fazio, passando da Banigni, devono incazzarsi se gli limano lo stipendio?
250.000€ vi sembrano pochi? Dicono che andranno tutti dall'amico cavaliere. Dirgli che non ci frega un cazzo?

Commenti

meinong ha detto…
Dini è uno dei peggio figuri della nostra politica.
Quanto ai manager sono arrivati la loro livello di incompetenza
Anonimo ha detto…
Letto...e sottoscritto!!!

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