Statistiche- reclusi,omicidi e società americana



USA 743
RUSSIA 713
NEW Zealand 180
Australia 163

Inghiterra 124
Turchia 107

Canada 102
Germania 98

Italia 92


I numeri che vedete indicano la classifica di quanti sono i reclusi per 100.000 abitanti dei primi nove paesi .
Rispetto al 1982 il numero dei reclusi negli USA è triplicato.

Se questo è vero, e se esiste una correlazione tra repressione e delitti, qualcuno mi fornisca una spiegazione su questo grafico (situazione negli USA):


Questo indica l'andamento degli omicidi dagli anni 50 in poi (USA).



In sintesi:
  • il numero di crimini con armi da fuoco ha avuto un picco nel biennio 92/93.Non sembrano esserci scostamenti rilevanti negli altri periodi (però aumenta il numero dei reclusi).

  • Gli omicidi hanno avuto un picco a partire dagli anni 70 fino ai primi anni 90.
C'è una strana relazione temporale con due avvenimenti storici:
  • aumento degli omicidi e fine della guerra nel Vietnam,
  • diminuzione degli omicidi ed inizio delle avventure nel deserto.
Che in realtà la guerra, per lor signori, non sia altro (o anche) che una valvola di sfogo per una società un pò violenta?

Commenti

Anonimo ha detto…
Che sia una società "un po' violenta" mi sembra chiaro.
Ma perché è violenta?
A me sembra questa la domanda interessante.
KK
mario ha detto…
La domanda è rispetto alla considerazione della guerra come sfogo della società americana.
Perchè è violenta è l'altra domanda.
Mario
Anonimo ha detto…
Alle teorie degli sfoghi non ci credo. Né mi sembra possibile provarle, in tutta franchezza.

Viceversa mi interessa moltissimo la questione del perché è una società violenta. Ci può entrare qualcosa il fatto che il diritto di possedere liberamente armi è garantito dalla Costituzione?
KK
pietro ha detto…
Se la possibilità di avere armi fosse decisiva la svizzera dovrebbe essere un inferno.
In Svizzera ci sono almeno 5 milioni di armi da fuoco su 7 milioni di abitanti; di queste armi 600.000 sono fucili d'assalto.
Negli USA vi è il caso di due città separate da un ponte e con legislazioni opposte: Washington (severa) e Arlington (liberale): gli omicidi nella prima sono 10 volte quelli che si commettono nella seconda. Fatto che dimostra solo quanto influiscano le condizioni sociali e quanto poco le norme di legge sulle armi.
Anonimo ha detto…
"Le norme di legge sulle armi" influiscono su cosette - indubbiamente poco significative sull'uso che se ne farà, nevvero - tipo CHI può possedere armi e a QUALI condizioni. Certo che se in un paese chiunque - non solo chi ha fatto il servizio militare come in Svizzera, ma anche uno psicotico grave - può liberamente (i.e., senza alcun controllo o autorizzazione) possedere armi da fuoco, questo qualche differenza probabilmente la farà. Non trovi?
Inoltre mi interesserebbe molto sapere in cosa esattamente la legislazione di Arlington sarebbe "liberale" e quella di Washington "severa", specie alla luce di una cosetta come il Secondo Emendamento.
KK
pietro ha detto…
effettivamente ho letto questo articolo facendo una piccola ricerca:

Anche se i dati sugli omicidi in città (uno ogni due giorni) farebbero sospettare il contrario, da trent’anni a Washington è in vigore un divieto di possedere un'arma da fuoco. Un'eccezione negli Stati Uniti, che presto potrebbe non esistere più: un mese fa una corte del District of Columbia ha infatti dichiarato incostituzionale il provvedimento perché violerebbe il Secondo emendamento, quello che riconosce il diritto individuale di avere un'arma. Ma le autorità cittadine non ci stanno e hanno già presentato ricorso.
per quanto poi riguarda la Svizzera pensi che aver fatto il militare sia una garanzia di salute mentale?
mario ha detto…
Cosa influenzi di più la violenza nella società americana credo abbia più di una risposta. Avere la possibilità di armarsi senza grossi problemi e "filtri" è un incentivo all'uso.E questo credo sia in qualche modo un elemento che facilita in modo determinante. La questione è che quella miccia (l'arma) ha bisogno di una scintilla che la renda operativa.
Questa è dentro l'individuo. da cosa è influenzata? non ne ho idea e credo valga più di un fattore.Se il paragone è la Svizzera (di cui ignoravo che 5 milioni di persone posseggono un'arma-se non ho capito male) viene da pensare che ciò che è sedimentato dentro la società americana non è molto sano.
Anonimo ha detto…
"per quanto poi riguarda la Svizzera pensi che aver fatto il militare sia una garanzia di salute mentale?"

No, ovviamente no - in un sistema in cui il militare, finito il servizio, torna borghese. Ma magari in Svizzera, dove la ferma dura più o meno trent'anni, il discorso è un pochino diverso, no?
Sul resto (USA), ti ripeto: spiegami come e dove la legislazione statale, in presenza del Secondo Emendamento, possa restringere seriamente il diritto COSTITUZIONALE di qualunque cittadino a possedere armi.

Molti ricorderanno il famoso film di Moore, Bowling at Columbine, col confronto tra USA e Canada. Be', è una cazzata: in Canada esistono severe restrizioni al possesso delle armi da fuoco.
So much per le idiozie sulle norme che non influiscono sui comportamenti.
KK
mario ha detto…
Molti ricorderanno il famoso film di Moore, Bowling at Columbine, col confronto tra USA e Canada. Be', è una cazzata: in Canada esistono severe restrizioni al possesso delle armi da fuoco.

Premetto che non ho visto il film e conosco superficialmente la tesi di fondo (del film).La domanda è " ma il film non voleva puntare l'indice (anche) contro la facilità con cui si vendono armi da fuoco negli USA? E per fare questo ha usato in modo "strumentale" la comparazione tra due sistemi diversi? Quindi quale è la cazzata? Non ho capito"
Unknown ha detto…
"spiegami come e dove la legislazione statale, in presenza del Secondo Emendamento, possa restringere seriamente il diritto COSTITUZIONALE di qualunque cittadino a possedere armi."

Il secondo emendamento, tanto sbandierato nella propaganda di chi sostiene che per essere un buon americano bisogna avere una santabarbara in cantina, non impedisce ad ogni singolo stato dell'unione di dotarsi di leggi più o meno severe sul possesso delle armi da fuoco. Il ragazzo che ha compiuto la strage del Virginia Tech se si fosse trovato nello stato di New York non avrebbe mai potuto procurarsi legalmente un'arma.
Gli adolescenti con "problemi" di ogni tipo esistono ovunque, dall'america latina, pensiamo alla questione delle bande giovanili, al nord Europa. Il punto è vedere quanto facilmente questi riescono ad armarsi.
Anonimo ha detto…
"Il punto è vedere quanto facilmente questi riescono ad armarsi."

E chissà che questo problema non debba appunto essere affrontato
con delle LEGGI? Non sono forse proprio le leggi quelle che influiscono sulla "facilità" per chiunque di armarsi?
KK
Anonimo ha detto…
No, Mario, il film, dopo aver chiesto retoricamente se per caso la differenza nel tasso di crimine tra USA e Canada non potesse essere addebitato alle leggi sul possesso di armi, lo nega affermando che il regime legale è lo stesso. Il che invece è del tutto falso. Dopodiché afferma che la differenza è dovuta alla "cultura della paura" che sarebbe diffusa negli USA ma non altrove.

Ora io non discuto che esista una "cultura della paura" (qualunque cosa sia) negli USA. Ma ammesso che una cosa del geenre esista, mi chiedo: ma non sarà che una cultura della paura si sviluppa più facilmente in un paese in cui chiunque può essere armato?
Questo per dire: io NON credo che esistano popoli (o Paesi) più "violenti" (o razzisti, o corrotti, o qualunque altra cosa) di altri. Credo invece che esistano sistemi giuridici che non disincentivano i comportamenti antisociali.
KK
La Tela di Penelope ha detto…
Possedere un'arma negli USA è un diritto irrinunciabile. Non è solo la lobby delle armi che alimenta l'idolatria per il "pezzo"... è qualcosa che hanno iscritto nel proprio "codice genetico" di nazione "libera". Tanto da garantirne il possesso con la costituzione (in quale altro paese il possesso di armi è garantito dalla costituzione?).

Ci sono molte spiegazioni per questo attaccamento alle armi da parte del popolo americano.
I padri costituenti pensavano ad una diffusione di armi a scopo difensivo, tale da permettere al popolo di avversare una ipotetica involuzione autoritaria del governo centrale.

Il mito della frontiera è incentrato sul possesso di armi come regolatrici dei conflitti.

Il possesso di armi è qualcosa che permea la società americana tutta, qualcosa di difficile comprensione per chi non vi appartiene.

Il problema dei sistemi giuridici (mi rivolgo a KK) non si può scollegare da quello della veicolazione di una certa cultura, in primis politica.
C'è da chiedersi: perchè QUEL sistema giuridico proprio in QUEL paese?

Per quanto riguarda il quesito posto da Mario: non saprei in effetti se considerare la guerra una valvola di sfogo...
L'impero concepisce la guerra come funzionale al mantenimento di un ordine mondiale ma anche di uno interno. Altrimenti non avrebbe senso la nascita, nel 30ennio passato, di corpi d'assalto speciali per la gestione dell'ordine pubblico in casa:
SWAT, DEA, FBI, COINTELPRO, CIA, ATF, e molte altre agenzie che negli anni si sono macchiate di enormi crimini.
Gli usa sono in guerra col mondo ma anche con il proprio popolo.
Anonimo ha detto…
Porre limitazioni al commercio ed al possesso legale delle armi da fuoco ha senso soltanto se lo Stato è nelle condizioni di impedirne o limitarne efficacemente la circolazione ed il possesso illegale, altrimenti si ottiene l'effetto di disarmare i cittadini onesti ed avvantaggiare solo chi viola le leggi. Detto questo, personalmente devo dire di essere sconcertato del fatto che, in alcuni stati degli USA ed anche in altri paesi del mondo, non è richiesta nessuna autorizzazione o registrazione per l'acquisto di armi da fuoco. In Australia la legislazione era molto liberale fino al 1996 quando, a seguito di una strage compiuta da uno squilibrato armato di fucile d'assalto a Port Arthur, in Tasmania, sono state introdotte delle norme sulle armi da fuoco molto restrittive. In Inghilterra, in seguito ad un episodio simile, il governo ha introdotto nel 1997il bando totale delle pistole, ma questo non ha eliminato il commercio ed il possesso illegale delle stesse da parte di gangs criminali. La legislazione italiana è molto restrittiva per quanto riguarda il porto (che oggi viene concesso solo raramente, forse fin troppo...) e richiede un nullaosta o la titolarità di un permesso di porto d'armi per l'acquisto di un'arma, ma ha il suo punto debole, a mio avviso, nella mancanza di controlli efficaci sull'idoneità psicofisica dei semplici detentori di armi da fuoco i quali, attualmente, hanno solo l'obbligo di denuncia delle armi possedute: è facile comprendere che, se un tizio dà di matto e decide di utilizzare un'arma in suo possesso per fare una strage, non lo fermerà certo il fatto di non avere il permesso di porto di quell'arma... Comunque non si pensi che il bando delle armi da fuoco risolverebbe ogni problema: nel 2001 a Osaka, in Giappone, un ex maestro affetto da turbe psichiche è entrato in una scuola ed ha ucciso 8 bambini armato di un coltello. Ricordo per inciso che il Giappone ha una delle legislazioni sulle armi più restrittive al mondo e vieta tassativamente ai privati il possesso di armi da fuoco. Insomma, ricette magiche non ne esistono: certo, bisogna porre qualche limitazione per evitare che qualunque pazzoide o violento possa aver libero accesso alle armi da fuoco ma, tuttavia, bisogna contemperare anche le legittime esigenze di quanti hanno la necessità di possedere ed eventualmente portare armi a tutela della propria o altrui incolumità. In medio stat virtus...

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