Economia della fuffa e tempesta perfetta

Su Affari & Finanza di ieri un paio di articoli davano un quadro "desolante" di quello che "dovrebbe" aspettarci nel prossimo futuro.
Il tema è la bomba finanziaria insita nell'esposizione che le banche USA hanno in materia di concessione di credito tramite carte revolving e strumenti di pagamento differito.
Le cifre sono apocalittiche. Si parla di una esposizione di 900 miliardi di dollari e di una crescita del 13% delle insolvenze nell'ultimo trimestre.

Il fatto di avere un'esposizione finanziaria, di per sè, non è indice di cattiva gestione economica.La condizione è di avere la possibilità di poter contare su un reddito stabile nel tempo (che quanto meno cresca in funzione dell'inflazione), che l'incidenza dell'indebitamento sia tale da non superare questa capacità di generare reddito, e che questo (il debito) non cresca al di sopra della sostenibilità data dalle risorse utilizzabili per "onorarlo".

Se questi sono i sani "principi" di gestione patrimoniale e di tesoreria capitalistici (su questi un "guru" ci intrattenne amabilmente durante un seminario Ambrosetti), la realtà dell'economia è fatta dalla pervicace necessità di sostenere i consumi perchè, secondo il modello di valori attuale, questo è l'unico modo per far crescere la ricchezza e quindi allargare la soglia di benessere.
E poichè questo modello ha la necessità di finanziare rendite ed investimenti fissi spremendo plusvalore dal lavoro delle persone, non concedendo nulla sul fronte della distribuzione del reddito disponibile e tenendo bassi i salari, si offrono gli strumenti "finanziari" utili a permettere l'acquisto di beni e servizi indipendentemente dalla capacità di reggere nel lungo periodo lo sforzo necessario per garantirsi tutto questo "ben di Dio".

Il meccanismo soffre di una serie di incongruenze. Nella realtà americana questo significa che se non si rispettano i termini di pagamento del debito, si accede automaticamente ad una sorta di fido che viene rinnovato mensilmente. Un finanziamento sul finanziamento. la garanzia è data dal valore del"patrimonio" del debitore.Il bene spendibile per questo tipi di operazioni è, di solito, la casa.Il gioco funziona in presenza di un costante incremento del valore dell'immobile, che permette di accedere a nuove soglie di finanziamento, di un gioco tra domanda ed offerta che renda credibile l'incremento del valore e della speranza che l'economia tiri sine die.

Nell'ultimo periodo sono accadute due cose:
1- ribasso delle vendite di case in termini di valore e quantità
2- restrizione sul fronte del credito a causa del problema dato dai subprime

Una delle questioni che è emersa è che il credito per circa il 50% è utilizzato solo per pagare cure mediche (fonte Business Week ), La platea interessata è fatta da 46 milioni di americani che non hanno copertura assicurativa e che non sono così poveri da poter accedere all'assistenza pubblica. A questi si aggiungono altri 16 milioni di persone che hanno una franchigia sulla polizza fino a 10.000 dollari.

Come sempre dietro le cifre ci sono le persone con la loro vita. Questo significa, nella realtà, aumento della precarietà ed instabilità sociale. Un meccanismo che, dentro una società fatta da individui ridotti a particelle senza collegamenti e socialità da spendere, può generare mostri e la tentazione di garantire lo stile di vita a qualsiasi costo.
L'esposizione descritta in precedenza si somma alla criticità emersa con i titoli subprime. Per questi le stime peggiori parlano di "perdite" complessive che si avvicineranno ai 400 milioni di dollari.

In questo gioco l'Europa appare come un vaso di coccio. Dentro questo vaso di coccio un vasetto di cristallo come il nostro paese.
Nouriel Roubini individua due fattori critici prevalenti (per le famiglie) in presenza di una possibile recessione statunitense (caso peggiore):
1- la restrizione del credito avrà un impatto pesante sulle aziende europee che, più di quelle americane, risentono della necessità di finanziare le loro attività. questo dovrebbe dire meno investimenti, meno lavoro, meno produzione
2- lo scoppio della bolla edilizia dispiegherà i suoi effetti anche da noi, generando una modifica in basso del valore degli asset patrimoniali e quindi una ulteriore minus valenza sul patrimonio mobiliare spendibile(moneta) in caso di necessità di onorare i debiti (esempio mutuo).
L'altra questione che l'economista, in termini generali, mette in evidenza è l'insufficienza che si manifesta nel tentare di arginare i fenomeni di "restrizione del credito"dell'economia di mercato con strumenti di politica monetaria.
A fronte di un abbassamento del costo del danaro negli USA la stretta creditizia è peggiorata da Agosto ad oggi e lo sarà nel futuro.
In primo luogo perché se alla base della crisi finanziaria c'è un problema legato all'insolvenza di milioni di famiglie (e quindi all'economia reale ed alla capacità di produrre reddito sufficiente di milioni di famiglie), questa condiziona la possibilità di generare valore "reale" e quindi di rendere fluido il meccanismo su cui si regge l'economia materiale.

Di fronte a questo scenario, l'economia della speculazione (da noi) non soffre crisi. I prezzi aumentano indipendentemente da qualsiasi giustificazione o ragione di tipo economico. I salari perdono potere di acquisto a causa dell'inflazione ed i contratti di 8 milioni di lavoratori non vengono rinnovati.Le disparità aumentano, così come la fetta di popolazione povera o con scarse possibilità di soddisfare i bisogni essenziali.In tutto questo la priorità per sinistra ex-radicale, walter, Berlusconi e soci è quella di trovare assetti istituzionali diversi ed in grado di governare la macchina.
E se la macchina fosse già fuori controllo?
Ad una economia della fuffa specularmente corrisponde una politica di pari livello.
La questione (provocatoriamente massimalista)è: perchè mantenere in vita un sistema di relazioni ed istituzioni inadeguati?


Commenti

Anonimo ha detto…
Ho risposto al commento che mi segnalavi...mi scuso per non averlo visto.

Succoso il post precedente, stasera al rientro dal lavoro lo commenterò approfonditamente.
moltitudini
Anonimo ha detto…
Come sempre dietro le cifre ci sono le cose.
Anche Marx ha sempre detto che al centro c'è la produzione. Domani staremo meglio di oggi se produrremo PIU' di quel che produciamo oggi: più medicine, più istruzione, più strade, più case, più vestiti, più cibo.
Questi non sono i "valori" dell'economia capitalista neolibbbberista o neoglobbbalista; questa è l'economia (inclusa anche quella classica e marxiana).
Ciao,
KK
mario ha detto…
KK,
Mah!!!
quello che contesto è proprio svincolare l'economia dal perchè si producono le cose ed in funzione di quali valori ed a vantaggio di chi.
Passando per il modo.
Che questa sia l'economia e basta a me non convince.
Ciao
mario
meinong ha detto…
D'accordo con te Mario
Bisogna gestire (perchè, come, cosa) la produzione.


Pensatoio
Anonimo ha detto…
>In tutto questo la priorità per >sinistra ex-radicale, walter, >Berlusconi e soci è quella di >trovare assetti istituzionali >diversi ed in grado di governare la >macchina.

A parte le nostre miserie, ma un modo di uscire da queste secche non e' fare un qualche tipo di guerra?
Non ti pare che il tasso di predisposizione alla violenza (ovvero la continua proposta di oggetti ideologici e dell'immaginario atti a concretizzare un nemico) sia in costante aumento?
Evar ha detto…
Il modello USA docet. L'idea degli USA paladini della Libertà e della Giustizia Internazionale, inaugurata con la presidenza Roosvelt e consolidata degnamente con Truman, passa attraverso una lista interminabile di "Pearl Harbor"............

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