Ferrero, i camionisti, gli operai e le massaie

Questa mattina mi sono stropicciato gli occhi leggendo questo titolo sulla Stampa:Ferrero:operai, fate come i camionisti.
Il suo pensiero è questo: Tornare in piazza.Farci sentire perchè se manteniamo la questione sul piano politico la sinistra da sola non riesce a spuntarla...
Tutto perfetto tranne quando a domanda sul comportamento di Turigliatto, che voterà no sul welfare, afferma: In queste condizioni il voto di sfiducia è solo propaganda....

Mi sorge spontanea una domanda per il compagno di governo ferrero: perchè gli operai, e più in generale quanti vivono quella condizione, dovrebbero fidarsi di uno che in sostanza dice "fate casino che poi ci pensiamo noi"? Tenuto conto dei risultati che questo atteggiamento, meschino, produce nella realtà? ne hanno guadagnato qualcosa i No Tav o i compagni di Vicenza?
E poi, quale paletto "istituzionale" e di "compatibilità", con la presenza del partito nelle istituzioni, pone il compagno Ferrero?

Se si rovescia qualche cassonetto e si bloccano un pò di strade cosa succede? Ci pensa sempre lui a dare copertura e giustificazione a quel movimento? Molto semplicemente penso che gli operai e gli sfruttati in genere devono trovare altre forme di rappresentanza ed altri soggetti che li rappresentino. Soggetti che sappiano declinare le forme di lotta con le proposte e le richieste assumedosi la responsabilità di stare su quelle barricate, non guardando lo spettacolo in TV. Abbiamo già sperimentato la politica dei figli della "borghesia" rivoluzionari a parole ma piagnoni di fronte al primo sbirro e dentro una cella al freddo.E' costata morti, delatori e tanta galera.

Certo mi sarei aspettato un atteggiamento diverso, trasversale. la capacità di dire: compagni c'è gente che blocca strade perchè pone questioni legate al salario, allo sfruttamento ed alla sicurezza. Raggiungiamoli, portiamo viveri, usciamo dalle fabbriche e dai call center e costruiamo un movimento che cambi lo stato di cose presente.

Invece abbiamo visto gente che ha continuato a provocare, parlando di fermezza e di rispetto delle regole.Tra questi un ingegnere professore tal Bianchi che, a dispetto dei comportamenti reali, non vuole rinunciare alla falce e martello.
Parolai, questo è il termine esatto.Parolai, servitori di un signore che garantisce compatibilità a settori della borghesia molto facilmente identificabili.

Brutta fine per gente che voleva rifondare il comunismo. Finire a fare i portaborse di uno che tutela interessi borghesi forti contro un altro che, nella stessa famiglia, ha qualcun altro da accontentare.Soldatini di guerre tra bande "borghesi".

Cosa c'entrano in tutto questo le massaie? Nulla, se non per un consiglio. Hanno aumentato i prezzi speculando sul fermo dei Tir? Provate a ridurre di metà la spesa per un paio di giorni, fate in modo che le scorte si accumulino di nuovo nei magazzini e che non vendano nella quantità sperata, Andate di fronte alle varie coop con casseruole e mestoli e costringeteli ad abbassare i prezzi. Aggregatevi in gruppi di acquisto e negoziate per 1.000 di voi e non per una.Scommettete che vincerete una battaglia?

Commenti

Anonimo ha detto…
Concordo con te. Questo potrebbe essere un nuovo, inusuale ed inaspettato terreno di scontro. Dato che per i comuni mortali sembra essere rimasto disponibile il solo potere d'acquisto, si potrebbe provare ad usarlo. Può, forse, rappresentare un nuovo punto di inizio, Soprattutto se si riflette sul fatto che Oggi "il sistema" sembra essere impermeabile alla combinazione, tradizionalmente usata dalla classe operaia, tra politica e "uso dello sciopero e della piazza" che nel passato, in più occasioni, si è mostrata vincente. Naturalmente questo livello non può esaurire tutte le opzioni possibili di chi si pone in maniera antagonista rispetto alla società capitalistica ed aspira a qualcosa di diverso.
Potrebbe essere interessante, forse, avviare un dibattito su questi temi cercando di capire perchè tali strumenti hanno perso la loro efficacia.
http://nip123.blogspot.com/
mario ha detto…
Ciao Nip,
hai colto un punto.Potrebbe essere interessante provarci almeno.
Ricordo negli anni 70 l'efficacia di forme di aggregazione che partivano da cose concrete come i mercatini rossi.
I compagni organizzavano gruppi di acquisto, si andava dai contadini, si tagliavano tutta una serie di intermediari ed intorno a quella merce disponibile si parlava con chi veniva ad acquistare anche di altro e di altre lotte.
Sembra che, nel grigiore e nell'atmosfera depressa che pervade un pò tutti, si sia perso il gusto per la fantasia e l'uso di strumenti di lotta più "invasivi".
BC. Bruno Carioli ha detto…
Non voglio riferirmi al senso di reaponsabilità che comunque un ministro dovrebbe avere.Mi richiamo alla tradizione comunista ed operaia dell'Italia ( questa è storia), anche le lotte più dure avevano il tratto della responsabilità, della ricerca di alleati, di obiettivi raggiungibili. Tanto peggio tanto meglio, perchè qualcuno ci penserà è roba estranea al movimento operaio e dei lavoratori in genere.
Ciò detto si impone certamente una forte battaglia culturale per il riscatto del lavoro, per condizioni di vita accettabili in fabbrica ( in senso lato) e nella società.
Vogliamo i lavoratori in televisione, le loro storie, la loro vita, i loro sacrifici e se sarà possibile i loro successi.
Qulalche anatomopatologo o medico in meno anche nelle fiction e un pò di inchiesta in più.
Non mi pare tanto per chi paga il canone chiedere un palinsesto che rappresenti gli italiani, non sempre, ma ogni giorno un poco, almeno nella TV pubblica.
Anonimo ha detto…
nip >bc
Chiedo scusa dell'invasione a mario, ma mi preme precisare alcune cose.
quello che ci vuole non è ne più televisione che si occupi di operai, ne battaglie culturali da svolgere nei salotti buoni o presso gli "imprenditori illuminati". Queste sono opzioni per anime belle che possono ancora scegliere. Per quelli che vivono sfruttati, marginalizzati e a rischio di vita quotidiamente e che, evidentemente non hanno alcuna possibilità di scelta, quello che è necessario è riprendersi il prima possibile il controllo sulla propria vita, andando a sperimentare, almeno in questa fase particolare, forme di lotta che riescano in qualche modo a scardinare quella specie di recinto entro cui la stragrande maggioranza della popolazione sembra essere confinata. Se il proletario della fabbricha ha perso la centralità che aveva nel seno della classe operaia e se le forme di lotta tradizionali che adottava sembrano essere diventate inefficaci; se ci si rende conto che siamo in presenza di forme di sfruttamento molto più capillari, diffuse, frammentate e insidiose (a prescindere dall'immagine politica che gli autotrasportatori o altre categorie possono avere di se); se lo sfruttamento è oggi sempre più all'interno della "fabbrica sociale", è su questo terreno che bisogna rispondere ed è qui che deve nascere e svilupparsi.
In questo senso quello che hanno posto in essere gli autotrasportatori sembra poter essere d'esempio e sembra poter indicare in quale direzione devono essere sviluppate nuove forme di lotta operaia e antagonista.

http://nip123.blogspot.com/
mario ha detto…
Xbc
che l'abbiano fatta diventare una roba estranea alla classe operaia è un dato di fatto perchè hanno lavorato molto bene in quella direzione.
E' patetico vedere sindacalisti che si occupano di massimi sistemi e che non sono in grado di spuntare neanche un minimo che consenta alle persone di vivere decentemente.
la mia opinione è che sono conniventi con un sistema e si adoperano molto per frammentare le classi, spingerle a pensare in modo parziale arretrando su tutto. In nome delle compatibilità del sistema e del possibile.
Questo è il punto di arrivo di quella politica.
Ne facciamo a meno ed abbiamo l'esigenza di esprimere forme radicali di lotta ed alleanze che dovremo avere la lucidità e la forza di costruire.Alternative a quello che c'è.
Non ci servono operai che facciano vetrina in televisione. Ci servono operai e sfruttati nelle strade che sappiano esprimere leader credibili e contenuti che siano altro.Ci serve ricominciare da ciò che è stato ridotto in macerie in questi anni.

Post popolari in questo blog

Meglio di così si muore

L'odio di classe