Rieducare un adolescente
Questo articolo è comparso questa mattina sulla stampa, l'autore è Massimo Gramellini:
"Il Sessantotto è finito. Almeno in Germania, dove i servizi sociali hanno condannato un adolescente intrattabile a trascorrere nove mesi in un campo di rieducazione. Nessun lager. Semmai un gulag, visto che il piccolo bullo è finito in trasferta a Sedelnikovo, caratteristico villaggio siberiano a 55 gradi sotto zero e senza acqua calda, dove potrà sfogare i suoi bollenti spiriti spaccando la legna necessaria a non morire congelato.
Vogliamo dirlo? Finalmente una misura di sicurezza che mira davvero al recupero del condannato. Da un carcere, nove volte su dieci, sarebbe uscito con il diploma di delinquente professionista. E anche le misure alternative non avrebbero scalfito più di tanto la sua balordaggine. Mentre un’esperienza estrema di disagio fisico è come l’aratura del campo: incide in profondità. Solo dentro i nuovi solchi si potranno gettare i semi della compassione e del dialogo che, lanciati adesso, rimbalzerebbero sopra la crosta, andando sprecati.
C’è già chi, obbedendo stancamente agli schemi del secolo scorso, ha bollato questo provvedimento come fascista. Gli si potrebbe rispondere che a essere fascista non è mai la durezza in sé, ma la durezza ingiusta, prevaricatrice e arrogante. Fra i tanti modi di voler bene a chi fa del male, quello di sottoporlo a uno choc naturale che gli consenta di rimodellarsi il carattere è forse il più adulto e sincero di tutti. Perciò in Italia, terra di finti buoni e di ipocriti autentici, non si applicherà mai."
Non mi meraviglia più nulla ormai.In una società puzzolente dove uno stuolo di parlamentari rivendica come un diritto il fare politica con le minacce, in cui si formano famiglie che hanno come unico scopo quello di fare affari occupando spazi e poltrone, dove ci si abbarbica alla poltrona pur vedendo decine di migliaia di concittadini convivere con la merda.Un paese come il nostro, dove i Tanzi truffatori trovano cordate di amici per continuare a fare affari, o gli evasori alla Valentino Rossi fanno pubblicità dando del patacca a chi prova a vendergli un computer. Un luogo in cui c'è una vetrina di persone perbene su cui varrebbe la pena spendere del tempo e dell'inchiostro, di moralisti e moralizzatori beccati con le mani nella marmellata.Gente che conta.Gente che ha studiato e che è figlia di una rispettabile borghesia senza scuse.In questo paese, insomma, abbiamo bisogno di trovare il caso da additare come esempio per mirare ad una società più giusta . Questo caso coincide sempre con un poveraccio da mettere sulla graticola, da arrostire lentamente per scrivere di come si dovrebbe fare per educare quella banda di balordi senza speranza. Che siano zingari, extracomunitari o derelitti poco importa. Quello che conta è il messaggio, razzista ed insulzo. Ci accontentiamo così e non ci importa nulla andare oltre la superficie. Che sia efficace o meno, giusto nel vero senso della parola e, cosa più importante, equo cosa volete che conti. Magari sarà sfuggito al nostro giornalista del cazzo che persino la Cia raccomanda, nei suoi documenti sull'uso della torura, di non andare oltre una certa soglia, perchè l'effetto è il contrario di quello che si vuole ottenere. Di solito subentra la sfida e la resistenza ed a quel punto tanto vale ammazzarlo un individuo.Quello che ha scritto Gramellini mi porta alla mente un libro di Edward Bunker il cui titolo è "little boy blue".E' la storia di un ragazzino ribelle. Di come i ragionamenti alla Gramellini sortivano effetti contrari in termini di rieducazione.
All'inizio del romanzo c'è la scena in cui il ragazzo viene portato in un riformatorio, poche parole tracciano bene l'ambiente i sentimenti e ciò che avverrà poi:
" L'assistente sociale aveva un'aria arcigna, frutto, in realtà, di una lunga pratica di stoicismo intesa a isolare le sue emozioni dai dolori della compassione. Il padre era l'immagine della determinazione silenziosa, una determinazione appena incrinata dalle pieghe della preoccupazione; i muscoli della mascella pulsavano mentre aspirava il fumo della sigaretta.Le labbra del ragazzo erano quasi invisibili, risucchiate tra i denti, che di tanto in tanto le mordevano per soffocare la collera che covava come fuoco sotto la cenere.Esercizio di coraggio, per farsi forza, e autocontrollo. la ribellione era imminente, ma ancora prematura, in quel particolare momento."
Commenti
Questo Gramellini non l'ha scritto, immagino.
In italia non stiamo meglio, mario. In italia ai giovani "bollenti" si spara direttamente.
Il nemico non è più esterno di questi tempi, ma interno, dai migranti ai giovani.
Saluti.