Come la definiamo questa politica?


Questa immagine l'ho ripresa da http://herrywottonclub.splinder.com
Possiamo stare lì a discutere su cosa significhino le parole, ma come vogliamo definirla la politica dello stato d'Israele?
Mandela, uno che se ne intende, l'ha paragonata a quella dei suoi connazionali sudafricani bianchi.
Approssimazione? Può darsi. Però preferiamo guardare ai comportamenti piuttosto che alle parole.

Commenti

Anonimo ha detto…
L'errore consiste nel pretendere di definire la politica israeliana da quella cartina, che non singifica una ceppa. Nel 1946 none sistevano né uno stato "israeliano" né uno stato "palestinese", e nel 1999 i territori controllati da Israele non sono tutti parte dello stato israeliano (perché, da veri espansionisti e guerrafondai, non sono ancora riusciti - dal 1967 -a decidersi per l'annessione dei territori occupati - come la Giordania viceversa ha subito fatto, inglobandoli nel suo territorio dal '49 al '67).
BC. Bruno Carioli ha detto…
Due popoli, due stati. Quel che emerge dalle cartine è , purtroppo un'altra cosa.
mario ha detto…
KK
e allora cosa significa quella cartina?
Non esisteva uno stato israeliano nel 46 sicuramente, diciamo che c'era un territorio abitato prevalentemente da palestinesi?
Se non si sono decisi per l'annessione allora perchè non li "liberano" quei territori?
Io credo che ai palestinesi tocca la stessa sorte che è toccata a popoli quali gli armeni o i curdi.Ed anche da quelle parti girano con il mitra a tracollo (purtroppo).
Anonimo ha detto…
Israele è stato tutto fuorchè un fattore di miglioramento delle relazioni internazionali e della lotta per i diritti dei popoli.
Anonimo ha detto…
Mario, la risposta te l'ha data bruno carioli col motot "due popoli, due stati". Vai a chiedere ad Hamas cosa ne pensa (e avvertimi prima, che voglio assistere).
Dal '48 ad oggi, chi ha rifiutato la formula è stata solo una delle parti (e non è stata Israele). Quando dall'altra parte c'è stata una seria volontà di pace (con Giordania e Egitto), israele ha fatto la pace e ha anche restituito territori , e con governi di ogni colore (Likud con l'Egitto, Labour con la Giordania). Ma non si può fare la pace con chi non la vuole (dal piano di spartizione ONU ai colloqui di Oslo).
Questi sono i fatti. Poi va benisismo dire che Israele ha fatto molte cazzate; sarebbe bene però non dimenticare che i partiti palestinesi ne hanno fatte di più, e più gravi.
faustpatrone ha detto…
i territori che Israele ha restituito, caro KK, si vedono così bene sulla cartina....

col microscopio.

per favore, almeno non raccontiamo balle. se poi Hamas è intransigente: chiunque lo sarebbe dopo 40 anni di questa merda.

chiedere ORA ai palestinesi di essere collaborativi è come prendere a randellate per anni una persona e aspettarsi che oggi ti sorrida.

piantiamola con le menzogne.
Anonimo ha detto…
Come no.
Nel '48 chi ha detto NO alla spartizione?
Ad Oslo chi ha detto NO al trattato di pace?
Chi ha continuato per sessant'anni a riferirsi ad Israele come "l'entità sionista", a invocare la cacciata degli ebrei e a negare drasticamente il principio due popoli, due stati?
(Risposta: gli arabi prima, Al Fatah dopo. E Hamas è ancor meno ragionevole di Fatah)

Il rifiuto arabo non me lo sono inventato io (stava già nel titolo di un libro di uno dei massimi orientalisti francesi, Rodinson, di molti anni fa: "Israel et le refus arabe"), e l'intransigenza araba non è nata adesso.

I territori retituiti non li vedi sulla carta appunto perché la carta è ingannevole.

Capisco dire che la colpa non è tutta degli arabi, ma per favore finiamola con la favoletta infame che la colpa è tutta di quei cattivoni de l'ebbrei.
mario ha detto…
KK
questo è un terreno scivoloso.
Anche perchè i no vanno spiegati e contestualizzati.
Io non ho la pretesa di giudicare in modo "uniforme" e piatta "tutte" le politiche di Israele. Per farlo dovremmo aprire un dibattito in cui gli attori che oggi la difendono (alcuni) la attaccavano perchè non in linea con i loro interessi geopolitici in alcuni momenti precisi.Dopo di che i palestinesi sono la vittima sacrificale di "spartizioni" di territorio decise a tavolino come del resto è prassi della peggiore tradizione coloniale.
E' destino di gran parte dei popoli nomadi di quelle regioni.
Sicuramente c'è il problema di due stati che si devono riconoscere, io però faccio fatica a vederne uno su quella cartina. L'altro mi è molto evidente.
Anonimo ha detto…
Mario,
con tutto il rispetto, potresti anche provare a guardare OLTRE quella cartina. La cartina è opera di un personaggio in evidente malafede. La cartina NON indica, ad es., che circa il 50% del territorio (il famoso triangolino) era israeliano fin dall'inizio in base al piano di spartizione ONU (prima del quale, ricordo, il triangolino NON era né "arabo" né "israeliano", era un non-Stato amministrato dalla GB su mandato N.U.). E' chiaro che SE si parte dal presupposto che "ai palestinesi" (categoria etnica che NON eisteva prima del '48 e che anzi si è costituita proprio in conseguenza delle vicende post-'48) spettava il 100% del triangolino, è poi difficile giustificare la presenza di israele, no: solo che così facendo uno ha già truccato tutte le premesse. E la cartina avrebbe un andamento ben diverso (così, nel '46 il triangolino dovrebbe essere giallo - cioè né bianco né verde -, nel '48 dovrbebe diventare metà verde e metà bianco, ecc.).
Poi si potrebbe ricordare all'autore della cartina che nel '67 Israele aveva occupato tutto il Sinai e lo ha restituito all'Egitto dopo la pace Begin-Sadat; e che Gaza è stata restituita ai palestinesi già anni fa (da Sharon precisamente), ecc. ecc.
Ma ripeto, l'autore della cartina è un fodnamentalista: per lui il triangolino era, è e dovrà ritornare ad essere solo dei palestinesi.
mario ha detto…
KK,
se guardo oltre la cartina cosa rimane?
Per quanto riguarda la ricostruzione storica forse bisogna avere la voglia di guardare anche indietro.
Israele si "dichiaro'" unilateralmente come stato 1 giorno prima della risoluzione dell'ONU.
La Gran Bretagna non la votò (la risoluzione) perchè la giudicava insufficiente e premessa delle tensioni e delle guerre che si sarebbero fatte.
La questione dello stato palestinese non è una novità frutto della guerra tra arabi ed israeliani e delle tensioni degli ultimi 40 anni, nel periodo 1935/39 questa richiesta (la creazione di uno stato palestinese) fu causa di una rivolta delle popolazioni del luogo che causò migliaia di morti.
Già all'epoca la tensione era dovuta ai flussi migratori di ebrei che arrivavano da tutta europa e che rivendicavano la creazione del loro stato in linea con la logica politica "sionista" dei padri fondatori.Questo movimento politico fece come fanno tutti i movimenti "rivoluzionari", usò il terrorismo per affermare il proprio punto di vista da una posizione di forza.
La popolazione di religione ebraica alla fine del XIX secolo era di circa 10.000 unità, nel 1918 di 80.000, nel 1931 di 175.000, nel 1936 di 400.000.
E' evidente che siamo di fronte ad un processo storico in cui si vogliono affermare due "diritti" contrapposti.
Così come gli israeliani hanno trovato in alcuni leader e nell'ideologia (sionismo) che li spingeva la forza di ricostruire un'entità etnica lo stesso è avvenuto con i palestinesi.Se neghi una identità etnica ai palestinesi lo stesso dovresti farlo per gli Israeliani. Fino a che i due "popoli" erano pastori nomadi che utilizzavano una terra senza steccati per vivere la questione non esisteva. Dopo di che siamo di fronte a due "popoli" che combattono per affermare il loro diritto ad esistere. Io credo che la soluzione di creare ghetti e condizioni di non vita in cui si sono radicalizzate le posizioni dei palestinesi, non sia stata una buona politica per Israele. Forse è il caso che riconsiderino tutte le opzioni. Compreso un ritiro unilaterale dai territori occupati e la richiesta all'ONU della creazione di fasce di sicurezza.
Anonimo ha detto…
Mario,
a me sta benissimo dire che anche Israele è "nata" dopo il '48 e che si tratta in entrambi i casi di due popoli che vantano due diritti uguali e contrari. Ma lo dovresti spiegare all'autore della cartina, che invece ritiene (e si tratta di un falso storico clamoroso) che nel '46 la "Palestina" già esistesse, mentre invece Israele sarebbe nata dopo. Poi ci sarebbe da ricordare altre cose (tipo che gli insediamenti ebraici nel triangolino esistevano da millenni, che Israele ha occupato i Territori non per capriccio ma a seguito di guerre difensive vittoriose e che nessuno mai - salvo Egitto e Giordania - ha accettato di fare la pace in cambio dei territori, come pure voleva la famosa risoluzione ONU), ma lasciamo perdere.
Una volta chiarito che si tratta di due stati nati grazie alla delibera dell'ONU, e che quindi hanno al massimo la STESSA legittimità (dico "al massimo" perchè buona parte dei filo-palestinesi più esagitati, come l'autore della cartina, ritiene al contrario che l'unico stato legittimo sarebbe la Palestina) le conclusioni sono evidenti: ritorno ai confini della spartizione ONU, ecc.
Ma ripeto, bisogna prendere atto del fatto che a non volere questa soluzione non è - e la metto volutamente in forma eufemistica - solo Israele.

Post popolari in questo blog

Meglio di così si muore

L'odio di classe