NON VOTATELI


C'è un signore che si presenta alle prossime elezioni e chiede il voto. E' in politica da sempre. Suo padre è un ex uomo di potere, sin da piccolo ha frequentato i salotti "buoni".A 21 anni era seduto su uno scranno del comune di Roma. Da allora il suo destino è stato segnato.
Niente di particolare la sua vita. Tra miti americani e genuflessioni ai nuovi poteri ha visto sfocare all'orizzonte quelle interminabili masse di persone che per decenni hanno creduto alla favola del sol dell'avvenire.Non ha idea che cosa sia la fatica.Cosa voglia dire andare avanti contando solo su se stessi. Senza favori e telefonate che aprono le porte.
I tempi cambiano ma il potere ha sempre il solito odore.Lui lo sa bene e per questo è un abile bugiardo.
Adesso lo hanno scelto per essere lui il predestinato. E lui chiederà a Voi di votarlo.

Dall'altra parte un signore di settantanni gli contende lo scranno. Ha ville sparse per il mondo, tratta la gente come se fosse in un meeting aziendale: da dipendenti.
Ha costruito sapientemente la macchina del consenso. L'immagine di chi è abituato alla sana amministrazione. Dimentica i favori ed i cortigiani condannati al posto suo.
Un ex latitante gli fece un pò di favori e lo fece diventare grande. A quel signore lui è grato.Ricorda un pò di demagoghi sud americani. E' sfrontato nel chiedere sempre più pezzi di quella torta che tiene per se e per i suoi amici.Ogni tanto molla qualche briciola.Ed i cani si accapigliano ai suoi piedi.

Tra questi due giganti della Repubblica vi chiederanno di scegliere.
Chiunque sarà su quella poltrona farà le stesse cose dell'altro.
C'è un intero paese che è senza rappresentanza reale. In parlamento siederanno avvocati, liberi professionisti,medici,sindacalisti ed imprenditori. Mancheranno operai, massaie, precari e studenti.
Loro decideranno sulla vostra pelle e contro di voi. Qualsiasi cosa voi pensiate. Qualsiasi illusione voi abbiate.

C'è un'unica cosa da fare. Iniziare a delegittimarli. Disubbidire.Buttare o bruciare la scheda elettorale.Fischiarli e spernacchiarli ovunque andranno a tagliare nastri. occupare case sfitte per rivendicare diritti concreti e di vita corrente.Occupare grandi magazzini e distribuire cibo.
Fare opposizione in fabbrica e sui luoghi di lavoro non ubbidendo. Con la forza dei nostri corpi e dei nostri bisogni.Chiedendo RADICALMENTE a quella classe di parassiti di togliersi dai coglioni. Con le buone. In compagnia delle loro telefonate e dei loro favori. Con i loro amici e gli amici degli amici.

Questo paese ha bisogno di un corpo sano, che ha bisogno di un cervello sano, che ha bisogno di sangue e di ossigeno puro.Loro tutto questo non lo possono garantire. mandiamoli a casa. NON VOTIAMOLI.

Commenti

Anonimo ha detto…
a votare non vado neanche io ma dire che sono tutti uguali mi sembra un pò troppo, una scorciatoia (non fosse altro x le note vicende dei fondi di dubbia provenienza della fininvest)
ciao
Anonimo ha detto…
condivido quanto dici ma non condivido sul non andare a votare. io andrò e sulla mia scheda scriverò "No rights, no party"...
e chiederò a tutti quelli che conosco di fare lo stesso...
Fabio
Anonimo ha detto…
infatti non tutti sono uguali.
a sinistra nasce una speranza e non è l'arcobaleno...
Anonimo ha detto…
@sparkaos: non sono tutti uguali? hai ragione, qualcuno è peggio. E' peggio, per quel che mi riguarda, chi ha costruito la sua carriera personae e politica, che per questi individui è la stessa cpsa, militando sotto una bandiera rossa, illudendo generazioni di sfruttati che la loro liberazione era vicina, restando per anni sulla breccia soprattutto grazie al voto di chi la pagnotta se la sudava. Salvo poi, quando il vento è cambiato, avere l'indecenza di dichiarare che lui comunista non lo era mai stato. Mai come adesso mi sento di dire orgogliosamente che questi pezzi di merda non li ho mai votati neanche quando si mascheravano da comunisti. Ed è peggio anche del nano, che fa l'interesse della sua classe di riferimento, e stai tranquillo che non la tradirà mai.
Anonimo ha detto…
Anch'io sto seriamente considerando l'astensione...
pietro ha detto…
cosi per curiosità pensate veramente che i 40 milioni di italiani che votano e quasi certamente voteranno ancora per tutti i partiti che vi fanno tanto schifo sono tutti imbecilli?
mario ha detto…
Tutti no, quelli come te sicuramente si.
Uno che non ha le palle di farsi un blog e rendersi "raggiungibile" è ancora qui che fa il furbo?
Anonimo ha detto…
Bravo Mario,
noto con piacere che dialogo e tolleranza restano i tuoi punti di forza! per non parlare della modestia...
Vorrei tanto essere modestamente intelligente come te ma perdindirindina non ci riesco.
Illuminami!!!
Sia lodato un certo Mario, Amen!
mario ha detto…
E' difficile illuminare la strada ad uno che è cieco. Lo devi accompagnare e faremo lo sforzo di farlo con te, caro.
Ci devi dare una mano però!
Per quanto riguarda l'intolleranza non credo che tu possa dare lezioni, visto lo stile del tuo post ultimo con quella bella immagine.
Diciamo che sono un non ipocrita intollerante nei confronti dei "fighetti" che confondono cause ed effetti mistificando la realtà e fornendone una visione distorta.
Ti copio un articolo di Vattimo, per erudirti e spero nel Signore che ciò possa essere un primo passo.

GIANNI VATTIMO
Confesso: sono uno dei pochissimi che finora hanno firmato un appello per il boicottaggio dell'invito di Israele come ospite d'onore alla prossima Fiera del Libro di Torino. Se tutti i grandi giornali italiani fanno a gara nel deprecare questo boicottaggio, vuol dire che la minaccia dell'antisemitismo non è poi così incombente. Ma non di questo credo si debba discutere. L'invito a Israele - che, a quanto ne so ma forse sbaglio, ha sostituito improvvisamente quello che era già stato avviato per avere ospite quest'anno l'Egitto - è oggetto di un boicottaggio politico, perché politica è l'iniziativa della Fiera. Chi ci accusa, noi boicottatori, di voler «imbavagliare» gli scrittori israeliani, o è in mala fede o non sa quel che si dice.

Sono argomenti terribilmente simili a quelli usati nella recente polemica sull'invito al Papa a tenere la lezione magistrale alla Sapienza di Roma: anche qui sarebbe in gioco la libertà di parola, il valore supremo della cultura, il dovere del dialogo. Dialogo? Nel caso della Sapienza, si sa che razza di dialogo era previsto. Il Papa sarebbe stato ricevuto come il grande capo di uno Stato e di una confessione religiosa, in pompa magna, così magna che persino la semplice possibilità di una manifestazione di pochi studenti contestatori a molte centinaia di metri di distanza lo ha fatto desistere dal proposito. Questo caso di Israele alla Fiera è lo stesso.

Chi boicotta non vuole affatto impedire agli scrittori israeliani di parlare ed essere ascoltati. Non vuole che essi vengano come rappresentanti ufficiali di uno Stato che celebra i suoi sessant'anni di vita festeggiando l'anniversario con il blocco di Gaza, la riduzione dei palestinesi in una miriade di zone isolate le une dalle altre (per le quali si è giustamente adoperato il termine di bantustan nel triste ricordo dell'apartheid sudafricana), una politica di continua espansione delle colonie che può solo comprendersi come un vero e proprio processo di pulizia etnica. E' questo Stato, non la grande cultura ebraica di ieri e di oggi (Picchioni e Ferrero hanno forse pensato di invitare alla Fiera Noam Chomsky o Edgar Morin?) che la Fiera si propone di presentare solennemente ai suoi visitatori, offrendogli un palcoscenico chiaramente propagandistico, certamente concordato con il governo Olmert (che del resto sta offrendo lo stesso «pacchetto» anche alla Fiera del libro di Parigi, due mesi prima che a Torino).

Nei tanti articoli che ci sommergono con deprecazioni e lezioni moralistiche sul dialogo (andate a parlarne a Gaza e nei territori occupati!) e la libertà della cultura, non manca mai, e questo è forse l'aspetto più vergognoso e francamente scandaloso, il richiamo all'Olocausto. Vergogna a chi (magari anche essendo ebreo, come quelli che si riuniscono nell'associazione «Ebrei contro l'occupazione») rifiuta di accettare la politica aggressiva e razzista dei governi di Israele. Chi boicotta la Fiera di Torino boicotta «gli ebrei» (PG Battista) e dimentica (idem) i rastrellamenti nazisti e lo sterminio nei campi. Uno studioso ebreo americano, Norman G. Finkelstein, ha scritto su questo vergognoso sfruttamento della Shoah un libro intitolato significativamente L'industria dell'Olocausto (in italiano nella Bur). Proprio il rispetto per le vittime di quello sterminio dovrebbe vietare di utilizzarne la memoria per giustificare l'attuale politica israeliana di liquidazione dei palestinesi. Nessuno dei «boicottatori» nega il diritto di Israele all'esistenza. Un diritto sancito dalla comunità internazionale nel 1948; proprio da quell'Onu di cui Israele, negli anni, non ha fatto che disattendere con arroganza i richiami e le delibere.
La Tela di Penelope ha detto…
Caro Mario, hai ragione. E' ora di mettere in gioco i nostri corpi perchè chi ce l'ha ha già messo in gioco la sua immagine pubblica. Docenti ed intellettuali hanno finalmente compreso il progressivo schiacciamento delle idee non conformi e si ribellano mettendoci la faccia pubblica. Chi non ha questa possibilità, chi non ha un'immagine pubblica da spendere, ha il proprio corpo e con quello deve cercare di entrare nelle crepe di questo muro di gomma del pensiero unico acritico e cercare di allargarle. Non vedo alternative. Per quello che mi riguarda, la partita elettorale ridiventa, come è stata da quando ho l'età per votare, corollario di un'attività sul territorio unico requisito che una forza politica debba avere per ottenere il mio appoggio. La cosa rossa? Auspicabile, per me. Ma non nei termini attuali. Probabilmete aveva ragione chi ne riconosceva tempo fa l'impossibilità. La necessità è un altro conto e per me ancora è tale ma i presupposti politici ovviamente e purtroppo non ci sono.
Spero di avere il tempo di fare un post esauriente sulla mia idea di unità a sinistra.
A presto,
Mirko
Anonimo ha detto…
"Per quanto riguarda l'intolleranza non credo che tu possa dare lezioni, visto lo stile del tuo post ultimo con quella bella immagine."
La prossima volta inserirò una didascalia per spiegarne meglio il senso.
Per il resto, io non censuro il tuo punto di vista, sei libero di pensare quello che vuoi, ma insultare chi non la pensa come te non mi pare un buon punto di partenza. Un confronto civile parte dal rispetto reciproco, credo!
Parlo anche a nome di quello che "non ha le palle di farsi un blog e rendersi raggiungibile è ancora qui che fa il furbo"
Senza rancore
buona giornata
Linea Gotica ha detto…
ciao mario, ho visto il commento che hai lasciato sul mio blog.
Maurysto, il lettore del mio blog che ha scritto l'articolo con i suoi punti di governo, è un elettore del centro destra, per questo manca la "parte di sinistra".
solo per precisare.
ciao
na
mario ha detto…
Nicola grazie per la precisazione.Mi pareva strano...

Caro Negrosky,
che senso ha parlare di insulti quando con una immagine (che non ha bisogno di spiegazioni), di fatto, fai un'operazione cosciente di "insulto" se non altro alla memoria di gente che ha lasciato la vita e gli anni migliori della sua vita nelle celle dei nazisti e dei fascisti.Qui in Italia non in un altro paese.Fai marmellata dei Gramsci e di quanti hanno permesso a quelli come te di fare il "liberal".
E l'imbecille è per quello. E su quello non è che dobbiamo discutere.
Tra l'altro associ quella immagine ad una azione politica che contesta ad Israele i comportamenti nei confronti dei palestinesi.Che contesta l'uso improprio che si fa di una manifestazione "culturale" per far passare una legittimazione delle politiche di uno stato e non di una condizione "ebraica".
per quanto riguarda la tua difesa di Pietro, io non stimo i codardi. quelli che, facendo leva sull'anonimato, si prendono la libertà di commentare a modo loro quello che scrivo. Non li censuro, ma mi tolgo lo sfizio di trattarli per come meritano. Con i fascisti, i leghisti e gentaglia simile non è che abbia tanta voglia di fare il lord.
faustpatrone ha detto…
"per quanto riguarda la tua difesa di Pietro, io non stimo i codardi. quelli che, facendo leva sull'anonimato, si prendono la libertà di commentare a modo loro quello che scrivo. Non li censuro, ma mi tolgo lo sfizio di trattarli per come meritano."

grande Mario. e te lo dice senza ironia uno della "gentaglia" ("Con i fascisti, i leghisti e gentaglia simile non è che abbia tanta voglia di fare il lord.").

però mi è piaciuto troppo il tuo post, tanto che vorrei averlo scritto io questo appello al "non-voto" a riprenderci la vita e la sovranità.

sono uno di quelli con cui non militerai mai, almeno politicamente, ma questa volta sarei un vero imbecille a darti torto. del resto non ho mai guardato e giudicato in base al colore politico del mio interlocutore PRIMA di aver valutato la correttezza di quel che pensa. e credo di essere ancora uno di quelli che ha abbastanza coraggio per quel che scrive
e metterci la faccia.

cordialmente. da un cane sciolto a destra per le stesse ragioni che ti spingono a sdegnarti.

complimenti. quelli come Pietro sappiamo quanto valgono.
Anonimo ha detto…
Mario,
scusa se mi intrometto. Il simbolo di Negrosky è sicuramente offensivo nei confronti di chiunque oggi si dica o si senta comunista. Perché non provi a pensare come si sente un israeliano a sentirsi paragonare ai nazisti, il suo stato al Terzo Reich e la sua politica al genocidio? Le legittime suscettibilità non sono mica un'esclusiva di chi sir iconosce nella falce e nel nmartello...
Ciao.
KK
mario ha detto…
KK,
non ho bisogno di sapere come si sente un ebreo quando si fanno quei paragoni, perchè la mia famiglia ha condiviso qualche carro bestiame con loro durante l'ultima guerra. Stesso spazio, stesse celle e per qualcuno stessa sorte.
Dopo di che, per quanto mi riguarda, non ho problemi a dire che Stalin rappresenta il peggio all'interno di un movimento che è stato un pò più ricco e complesso.Ma se si generalizza sul "comunismo" con quelle equiparazioni reagisco e non solo per suscettibilità. perchè Stalin non rappresenta il comunismo così come una politica intollerante e razzista da parte di uno stato non rappresenta gli ebrei.Rappresenta quelle politiche e quelle istituzioni.
La Tela di Penelope ha detto…
Ad accostare l'apartheid nei confronti dei palestinesi e l'occupazione militare delle loro terre ci pensano già molti ebrei non israeliani. In quei casi riconosceresti, kk, legittimità a quelle posizioni?

E davvero ti senti di accostare un genocidio ad un boicottaggio, per quanto sbagliato pensi possa essere?
La Tela di Penelope ha detto…
errata: "ad accostare al nazismo"...
scusate.
Anonimo ha detto…
Teladipenelope,
il boicottaggio è una idiozia per molti motivi, ma non l'ho mai paragonato a un genocidio, e francamente mi chiedo dove hai letto qualcosa del genere. Mi riferivo invece - paragonandole non ai genocidi ma all'immagine che tanto ha (giustamente) indignato Mario - agli striscioni su "Israele stato nazista" e altri del genere che allietano ogni santa volta che qualcuno in Italia manifesta pro Palestina.
Sul resto che vuoi che ti dica? A parte che proprio alla mostra would-be-boicottata c'era una gran quantità di ebrei (anche israeliani) che hanno parecchie cose da dire contro la politica di Israele (il che però, al paese mio, sarebbe più che altro una ragione per NON fare il boicottaggio) non ero qui per parlare di Israele. Se vuoi il mio parere, te lo dico: Israele non è affatto uno stato razzista, non fa alcuna politica di apartheid, e l'occupazione cesserebbe anche domani se dall'altra parte ci fosse qualcuno anche solo lontanamente affidabile (diciamo quanto, a suo tempo, lo furono Sadat e Huseein II).
Saluti.
pietro ha detto…
Detto chiaramente, se dire che sono codardo significa che ho paura, è verissimo dato che io prendo sul serio i discorsi di Mario, quando parla di violenza.
E ci tengo alla mia vita.....
mario ha detto…
E' per quello che ti nascondi dietro al mucchio, coniglio.
In ogni caso è sufficiente seguire le tue tracce su internet....ammesso che abbia voglia di dare retta ad un coglione.

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