Criminalità e devianza
"Avevo il diritto di viverla, quella felicità. Non me lo avete concesso. E allora, è stato peggio per me, peggio per voi, peggio per tutti... Dovrei rimpiangere ciò che ho fatto? Forse. Ma non ho rimorsi. Rimpianti sì, ma in ogni caso nessun rimorso..."Julies Bonnot
Conoscete la vicenda della Confraternita dei Bucanieri?
Siamo nel XVII secolo, in Inghilterra il destino che toccava ai ragazzi delle classi subalterne, dall’età di sette-otto anni, era di essere mandati lontano da casa per lavorare presso residenze borghesi ed aristocratiche.
Quando il lavoro veniva a mancare, il modo più sicuro per sopravvivere in strada era quello di unirsi ad una delle bande dedite all’elemosina ed al furto. Uno dei modi utilizzati dalle istituzioni contro queste bande divenne la deportazione oltreoceano ed il conseguente arruolamento nella Marina britannica. Molti di loro decisero di non continuare a servire Sua Maestà su una nave da guerra e preferirono diventare parte, nei mari delle isole indoccidentali, della Libera Confraternita dei Bucanieri. Di costoro ha scritto il sociologo Hakim Bey “adottarono costumi indiani, si sposarono con donne caraibiche, accettarono Neri e Spagnoli come pari, rigettarono ogni nazionalità”.Valerio Marchi,sociologo che si è occupato delle varie forme che il conflitto ha assunto nella cultura giovanile, scrisse “Quel bambino, nella lontana Inghilterra, che a sette anni è stato spedito fuori casa, a servizio di qualche potente o a soffrire fame e freddo in qualche bottega […], che ha subito le atrocità della guerra, che è fuggito ancora ed è approdato in un nuovo mondo, ha infine contribuito a costruire una delle esperienze antagoniste più politicamente radicali della storia. Mica male, per un teppistello da quattro soldi.”
Conoscete la vicenda della Confraternita dei Bucanieri?
Siamo nel XVII secolo, in Inghilterra il destino che toccava ai ragazzi delle classi subalterne, dall’età di sette-otto anni, era di essere mandati lontano da casa per lavorare presso residenze borghesi ed aristocratiche.
Quando il lavoro veniva a mancare, il modo più sicuro per sopravvivere in strada era quello di unirsi ad una delle bande dedite all’elemosina ed al furto. Uno dei modi utilizzati dalle istituzioni contro queste bande divenne la deportazione oltreoceano ed il conseguente arruolamento nella Marina britannica. Molti di loro decisero di non continuare a servire Sua Maestà su una nave da guerra e preferirono diventare parte, nei mari delle isole indoccidentali, della Libera Confraternita dei Bucanieri. Di costoro ha scritto il sociologo Hakim Bey “adottarono costumi indiani, si sposarono con donne caraibiche, accettarono Neri e Spagnoli come pari, rigettarono ogni nazionalità”.Valerio Marchi,sociologo che si è occupato delle varie forme che il conflitto ha assunto nella cultura giovanile, scrisse “Quel bambino, nella lontana Inghilterra, che a sette anni è stato spedito fuori casa, a servizio di qualche potente o a soffrire fame e freddo in qualche bottega […], che ha subito le atrocità della guerra, che è fuggito ancora ed è approdato in un nuovo mondo, ha infine contribuito a costruire una delle esperienze antagoniste più politicamente radicali della storia. Mica male, per un teppistello da quattro soldi.”
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