Into the wild
Vale la pena vederlo, per constatare come prima le fai certe scelte e più possibilità' hai di non farti fottere il cervello.
Anche se confesso che, finito di vedere il film, sono andato da mia figlio per toccarlo e sentire la sua presenza.
Nella storia di Cristofer chi ha voglia ci potrà ritrovare quello che vede quando, da solo ed al buio, ripensa a tutte le volte che ha elaborato il suo viaggio, la sua fuga. La voglia di mandare tutto a farsi fottere, legare i giorni semplicemente al combinato del tempo e di ciò che ti può accadere lungo la strada.
Io ho avuto la fortuna di poter viaggiare con la sensazione di sentirmi libero. O almeno di sentirmi tale fino al momento in cui un check in ti riportava al punto di partenza.
Durante uno scambio di idee Cris racconta di quando ha deciso di bruciare i soldi che aveva perché possederli lo costringeva ad essere prudente.
Il film è la storia vera di questo ragazzo che, a 22 anni, decide di lasciarsi tutto alle spalle.Rincorre la sua voglia di andarsene in Alaska alla ricerca di una dimensione di vita diversa, più in sintonia con il suo modo di vedere la vita, i rapporti con le persone e la natura.
C'è il rapporto conflittuale con la famiglia, l'insoddisfazione adolescenziale, i sogni e gli spazi immensi.
Alla fine di quel viaggio c'è la morte.
Ho toccato Lucas, facendolo toccavo in realtà me stesso, ho ripensato a quando, da ragazzo, sognavo il viaggio. Mi sono cibato di Jack Kerouac per un pezzo della mia vita.Appena ho potuto ho spiccato il volo e non c'è nulla di comparabile di un viaggio fatto da solo, lontano da tutto,con lo stretto necessario per cambiarsi ogni tanto.Penso anche io che ognuno di noi dovrebbe misurasi almeno una volta solo con se stesso nel vero senso della parola. Provare ad affrontare quello che ti circonda potendo contare solo su di te, sulla tua forza.
Cosa c'è nella vita che ci rende prudenti e ci costringe a soffocare le pulsioni e la voglia di mutare la prospettiva del nostro vivere quotidiano? La prudenza a cui ci costringono le convenzioni ed i soldi? L'aspettativa di una vita tranquilla fuori dal gorgo? Balle, penso sia un misto di rassegnata razionalità, secoli di vita stanziale che hanno ucciso il gusto della scoperta.Non per tutti, certo.
Spero che mio figlio,per parlare di qualcosa che mi ha reso molto prudente, se la giochi la sua vita. E che se la viva senza avere, alla fine del suo viaggio, la sensazione di aver perso un'occasione.
Anche se confesso che, finito di vedere il film, sono andato da mia figlio per toccarlo e sentire la sua presenza.
Nella storia di Cristofer chi ha voglia ci potrà ritrovare quello che vede quando, da solo ed al buio, ripensa a tutte le volte che ha elaborato il suo viaggio, la sua fuga. La voglia di mandare tutto a farsi fottere, legare i giorni semplicemente al combinato del tempo e di ciò che ti può accadere lungo la strada.
Io ho avuto la fortuna di poter viaggiare con la sensazione di sentirmi libero. O almeno di sentirmi tale fino al momento in cui un check in ti riportava al punto di partenza.
Durante uno scambio di idee Cris racconta di quando ha deciso di bruciare i soldi che aveva perché possederli lo costringeva ad essere prudente.
Il film è la storia vera di questo ragazzo che, a 22 anni, decide di lasciarsi tutto alle spalle.Rincorre la sua voglia di andarsene in Alaska alla ricerca di una dimensione di vita diversa, più in sintonia con il suo modo di vedere la vita, i rapporti con le persone e la natura.
C'è il rapporto conflittuale con la famiglia, l'insoddisfazione adolescenziale, i sogni e gli spazi immensi.
Alla fine di quel viaggio c'è la morte.
Ho toccato Lucas, facendolo toccavo in realtà me stesso, ho ripensato a quando, da ragazzo, sognavo il viaggio. Mi sono cibato di Jack Kerouac per un pezzo della mia vita.Appena ho potuto ho spiccato il volo e non c'è nulla di comparabile di un viaggio fatto da solo, lontano da tutto,con lo stretto necessario per cambiarsi ogni tanto.Penso anche io che ognuno di noi dovrebbe misurasi almeno una volta solo con se stesso nel vero senso della parola. Provare ad affrontare quello che ti circonda potendo contare solo su di te, sulla tua forza.
Cosa c'è nella vita che ci rende prudenti e ci costringe a soffocare le pulsioni e la voglia di mutare la prospettiva del nostro vivere quotidiano? La prudenza a cui ci costringono le convenzioni ed i soldi? L'aspettativa di una vita tranquilla fuori dal gorgo? Balle, penso sia un misto di rassegnata razionalità, secoli di vita stanziale che hanno ucciso il gusto della scoperta.Non per tutti, certo.
Spero che mio figlio,per parlare di qualcosa che mi ha reso molto prudente, se la giochi la sua vita. E che se la viva senza avere, alla fine del suo viaggio, la sensazione di aver perso un'occasione.
Commenti
E sono anni che il viaggio non mi dice niente.
Da ragazzo andavo per ostelli e viaggiavo spesso da solo. Se potevo facevo amicizia lungo il viaggio.
Ti ci vuole nà bella guagliona come compagna di viaggio allora.