La torta in faccia a Karuso ed agli ex rifondaroli

Questo è quanto è accaduto al Kompagno Karuso proiettato, dalle logiche romane, a rappresentare gli arKobaleno nel Veneto.
Cosa ci fa lui nel Nord-Est lo capiscono solo Bertinotti ed i suoi.Ma, cosa più importante,se la legge elettorale fa schifo, e non offre la possibilità al territorio di esprimere suoi rappresentanti, perché avallare con l'accettazione di quella logica una roba che fa schifo?
Questa è l'ipocrisia che non ci piace. Quella che predica bene e razzola male, come se uno dei problemi per un Komunista, come sono i compagni della striscetta in fronte, fosse quello di uniformarsi al mare di merda per affogarci più tranquillamente dentro e con la Koscienza a posto.




Da Repubblica di oggi

La bomba di panna montata colpisce lo storico Nicola Tranfaglia, 70 anni, e imbianca solamente il più lesto Francesco Caruso, il leader no global destinatario del dolce pensiero. Ma il danno è fatto e ora è in piazza in tutta la sua evidenza. Difficile anche, a questo punto, rimettere insieme i cocci.

In Veneto è guerra aperta tra la Sinistra-L'Arcobaleno e la parte forse più pesante del suo elettorato, quella dei centri sociali, degli ambientalisti e dei verdi. Un no global, a volto scoperto, ha atteso la prima uscita veneta del candidato Caruso e ha cercato di colpirlo con una coppa gelato. Un dettaglio pesantissimo a tre settimane dal voto. E ora in via Liguria, il quartier generale romano della Sinistra a Roma, ci si chiede con preoccupazione che fine faranno i circa 500 mila voti che Rifondazione, Verdi e Comunisti hanno intascato nelle politiche del 2006. Il timore è che per rabbia restino inespressi o che, sempre per rabbia, vadano "in prestito" al Pd seguendo una nuova corrente di pensiero che in Veneto attraversa tutta la sinistra e fa capo al sindaco Massimo Cacciari.

I fatti. Venerdì sera l'onorevole disobbediente, Francesco Caruso, n.2 nel collegio Veneto 2 per la Camera nelle liste della Sinistra, e lo storico contemporaneista e docente universitario Nicola Tranfaglia, n.1 per il Senato nelle stesse liste, si erano appena seduti a Venezia ai tavolini della trattoria "Al nono risorto" a due passi da Rialto per illustrare temi e contenuti della campagna elettorale.

Lo storico e il disobbediente, coppia curiosa, a suo modo complementare, lo studioso e il provocatore, entrambi napoletani. Buone chance di successo, avranno pensato i tecnici delle liste quando li hanno scelti, accoppiati e destinati al nord-est. Forse. Ma di sicuro non in Veneto dove da un paio d'anni anni si combatte la battaglia sorda tra due ex grandi amici: Luca Casarini, leader disobbediente del nord-est e Francesco Caruso, il suo omologo del sud. Per anni si sono dati appuntamento nelle piazze d'Italia e d'Europa, hanno trascinato il Movimento, sono finiti indagati, arrestati, processati. Poi due anni fa Caruso è stato candidato, è diventato onorevole e Casarini ha detto basta, chiuso. Fine di una storia.

Ora succede che la somma di due fattori, regole della legge elettorale ed equilibri interni della Sinistra-Arcobaleno, ha fatto calare dall'alto, da Roma, e proprio in Veneto i due candidati napoletani. "Una provocazione nei miei confronti" disse Casarini appena saputo della candidatura di Caruso. Venerdì sera, la trattoria "Al nono risorto" era un po' la prima tappa nel territorio della campagna elettorale. Ed è finita a coppe di gelato in faccia.

"Eravamo lì a sedere, appena arrivati, tutti intorno a un grande tavolo, clima conviviale" racconta Caruso. "E' entrato uno, mi sembrava giovane, testa rasata, giubbotto, ho appena fatto in tempo a sentire il segretario provinciale di Rifondazione che diceva "ehi, ma che fai..." e nell'aria è sibilato il biccherino gelato a base di panna". Caruso ha fatto in tempo a scansarsi ("non l'ho preso in faccia") mentre il professor Tranfaglia è stato centrato. Lo storico ci ha scherzato su: "Non sono abituato..." a scansare gelati volanti.

Il lanciatore si è dileguato. Ma non è stato difficile capire chi ha armato quella mano. Lo spiega lo stesso Caruso: "Qui in Veneto c'è chi terorizza che i Movimenti debbano restare lontani dalla politica. Io invece sostengo che la scommessa sia proprio quella di mettere insieme le due cose". E poi: "E' patetico l'atteggiamento di chi pensa che la mia candidatura qui sia contro qualcuno o una provocazione contro qualcosa". Questo "qualcuno" si chiama Luca Casarini e Beppe Caccia, leader dei verdi veneziani. "La torta in faccia non porta la nostra firma. Noi Verdi abbiamo altri sistemi" precisa Caccia. Che però critica il progetto politico della Sinistra Arcobaleno, i modi e le scelte "che seguono una logica tutta romana poco attenta a quello che nasce dal basso".

Caruso è dispiaciuto e preoccupato. E il Veneto potrebbe diventare un laboratorio per capire i destini della Cosa Rossa, del nuovo soggetto unico a sinistra ma anche del Pd. Un laboratorio dove si muovono vari personaggi in cerca, sembra, di una casa comune. C'è Luca Casarini che nel frattempo ha scritto un romanzo giallo ("La parte della fortuna", Mondadori) che mescola noir e militanza politica. Tra i ringraziamenti spicca quello "al mio cattivo maestro Toni" (Negri ndr). Entusiasta è la prefazione del sindaco Cacciari, mai stato troppo tenero col Pd, e la nota di Gianfranco Bettin, prosindaco storico di Mestre, verde da sempre, docente di sociologia. Per tutti loro Caruso e Tranfaglia sono solo nomi nomi "paracadutati" da lontano.

Commenti

Anonimo ha detto…
La candidatura di Caruso nel nord est è davvero..bizzarra.
La sua scelta-come credo ti sia chiaro - non la ho condivisa sin dall'inizio.
La sua come quella di Farina, ancor più organica.
Detto ciò, forse una torta in facca a Caruso non riuscirei a tirarla, anche se...un po' se l'è cercata e probabilmente (ma forse sbaglio) la capisce più lui di altri, quella torta.
Perchè la avrebe tirata pure lui.

Lui per primo avrebbe dovuto a) rifutare di ricandidarsi b) rifiutarsi di candidarsi nel nord est.

Che poi i centri sociali siano la parte più pesante dell'elettorato della sin arc..è discutibile opinione di chi ha scritto l'articolo.
mario ha detto…
Sai qual'è il punto per me? Che di gente che cerca di convincere, con raffinati ragionamenti ed artifici dialettici, della necessità di scelte che si traducono in comportamenti inaccettabili ne abbiamo un pò le palle piene.
Siccome quel signore ha cervello e storia personale che dovrebbero aiutarlo a non finire in certe trappole, è ancora più inaccettabile.
Quando ti sei sputtanato così di te cosa rimane?Solo una valanga di chiacchiere senza costrutto che spingeranno ancora di più un sacco di gente a guardare da un'altra parte ed a farsi i cazzi loro.
Anonimo ha detto…
La solita informazione incompleta.
Il gelato a che gusto era ?


Pensatoio
mario ha detto…
Sembra che su quest'aspetto Tranfaglia sia stato reticente, tu che frequenti i salotti rifondaroli potresti dircelo?;-))
Anonimo ha detto…
l'hanno candidato a nord perchè forse non lo conoscono e lo votano...

co sto cazzo lo si votava in campania
Anonimo ha detto…
Mario, sono d'accordissimo con te, figurati.
Politicamente, quella torta la condivido tutta. Umanamente mi dispiace.
Ma , che sia chiaro, cazzi suoi. Se la è cercata.

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