Ali-taglia

Di oggi è la notizia che il berlusca pensa a tagliare qualche migliaio di posti di lavoro in Alitalia.
Adesso sono tutti lì a stracciarsi le vesti.
La domanda è "ma cosa avrebbe fatto di diverso quel signore con l'accento francese?"
Io penso nulla.
Quando si fece l'Hub di Malpensa gli unici ad opporsi, a quella specie di cattedrale nel deserto, furono un pò di ecologisti preoccupati dell'impatto ambientale e gli abitanti della zona che temevano per la propria quiete.
Frotte di brillanti economisti, supportati da uno studio della Bocconi, si affrettarono a spiegare che quella era un'occasione da non perdere.Decine di migliaia di potenziali clienti per l'area, migliaia di posti di lavoro. Bene, il risultato è servito su un piatto d'argento. Da una parte una struttura ridondante ed inutile rispetto ai numeri veri, dall'altra parte una compagnia di bandiera sull'orlo del fallimento.
Quando la qualità, di chi amministra, è scarsa conta poco che questa si manifesti tra il pubblico od il privato, il risultato è sempre lo stesso: un disastro economico ed umano per la collettività.

Però questo è il mercato, bellezza.

Commenti

Unknown ha detto…
"Però questo è il mercato, bellezza"

No, questo è il risultato di decenni di rifiuto del mercato da parte di una classe politica mediocre che ha praticato assistenzialismo a fini politici, illudendosi sempre di non dovere essa stessa gestire prima o poi la fine della compagnia di bandiera. Alitalia è la compagnia pubblica, sono private quelle che potrebbe comprarla.
mario ha detto…
Alitalia è una compagnia pubblica quotata in borsa.Quelle che dovrebbero comprarla sembrano pubbliche pure loro visto che si parla di Eni e compagnia.
Probabilmente i privati "virtuosi" sono quelli capaci a fare acquisti modello telecom.
Ed in ogni caso è il mercato, bellezza.
pietro ha detto…
Tutto si può dire meno che il disastro economico dell'alitalia sia frutto del libero mercato, il libero mercato è Ryanair, che guadagna facendo prezzi più bassi di Alitalia, e non è costretta a tenersi il 70% dei dipendenti come personale di terra.
Alitalia è il trionfo della gestione politica di un impresa.
Io spero che fallisca.
mario ha detto…
Certo che sei un esperto di strategie aziendali,in ogni caso a rigor di logica dovresti far fallire prima malpensa che è uno dei principali problemi.Sai cosa vuol dire ottimizzare rotte o rendere sinergici costi?
No eh?
Anonimo ha detto…
Ho capito Mario, ma se non si riesce a chiudere Malpensa perché i politici del norditalia (FI e Lega) si oppongono, questo esattamente che c'entra col "mercato"?
KK
mario ha detto…
Ho capito KK, ma se questo è un vincolo alla "razionalizzazione", cosa c'entra la fede talebana nel mercato?
E poi, se la questione è lo spreco o la disorganizzazione o la mncanza di strategie, perchè il prezzo alla fine lo pagano le persone che lavorano senza paracadute (buone uscite)?
In ogni caso l'espressione "è il mercato , bellezza" è la constatazione che le ricette per riorganizzare una struttura come Alitalia (o Fiat) sono sempre le stesse.Non è che Berlusconi o chi per lui ha modalità ed approccio diverso rispetto a cure che quello che cambiano è solo l'utilizzo della terminologia a seconda delle mode.
pietro ha detto…
Non è solo un problema di disorganizzazione, di spreco o di mancanza di strategie, è il fatto che in Italia centinaia di migliaia di persone si trovano senza lavoro e devono cercarsene un altro senza aiuti o paracaduti di nessun tipo solo perchè lavorano in picole e medie imprese, per cui dare tanta importanza a poche migliaia di persone che lavorano in un ramo dell'economia in espansione come il trasporto aereo è secondo me incomprensibile.
Se Malpensa merita di fallire che fallisca pure, ma non credo proprio succeda tanto facilmente, altrimenti Air France non avrebbe chiesto il blocco degli slot inutilizzati a Malpensa per prendersi Alitalia, ci sono molti vettori pronti ad utilizzare Malpensa appena possibile.
Il punto è che se l'operaio o il piccolo imprenditore devono pagare le tasse per salvare la poltrona ai soliti grossi nomi e quando hanno problemi si devono arrangiare semplicemente non si può parlare di mercato.
Non c'è nessuna fede cieca nel mercato, ma solo la constatazione che in Italia ci sono lavoratori di serie A ( le poche decine di migliaia delle grosse aziende ) e lavoratori di serie B ( i milioni delle piccole ).
Dato che , perlomeno nel nord Italia tutte le persone che conosco che lavoravano in piccole o medie imprese, che hanno perso il lavoro a causa della chiusura dell'azienda hanno trovato un altro lavoro abbastanza in fretta, mi sono convinto che la difesa dell'Alitalia o di Malpensa serva più a salvare poltrone dirigenziali politicamente sponsorizzate che all'interesse dei lavoratori.
pietro ha detto…
Faccio anche notare che in 30 anni ho cambiato lavoro 2 volte a causa della chiusura delle imprese per cui lavoravo, e NESSUNO se n'è minimamente preoccupato, ha pensato a buonuscite o paracaduti, mi sono dovuto arrangiare.
mario ha detto…
Pietro,
capisco l'incazzatura, e ti dirò che condivido una parte di quello che scrivi, ma non è che hai sbagliato soggetto per menare cazzotti(virtuali s'intende)?

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