Hezbollah e la ricostruzione di Beirut
Quando finì l'attacco di Israele al Libano, nel 2006, un po' di prestatori internazionali si fecero avanti per per fornire fondi per la ricostruzione di ciò che era stato distrutto.
La vicenda che ne seguì è ben sintetizzata da Naomi Klein nel suo Shock economy, testo da cui ho ricavato gli elementi salienti.
I danni che furono calcolati ammontavano a circa 9 miliardi di dollari e la proposta che arrivò da Parigi, nel 2007, era di coprire con 7,6 miliardi di dollari dati in prestito e sovvenzioni parte di quella cifra.
Le condizioni poste, per garantire la restituzione di ciò che veniva dato, andavano dalla privatizzazione delle compagnie elettriche e telefoniche, all'aumento dei prezzi del carburante, al taglio dei servizi pubblici fino all'aumento di una tassa che gravava sui beni di consumo.
La stima che fece l'economista libanese Kamal Hamdan fu di un aumento medio del 15% sui costi dei servizi essenziali.
La ricostruzione sarebbe stata fatta con l'utilizzo di compagnie straniere senza, peraltro, l'obbligo di assumere manodopera locale.
La reazione che seguì fu quella di uno sciopero generale organizzato da partiti politici, sindacati e dal movimento islamico degli Hezbollah.
Il sit in che seguì alla manifestazione durò per circa due mesi.
L'occidente vedeva, in questi fatti, una prova di forza di Hezbollah ma una lettura, che ne dette Mohamad Bazzi del Newsday di NY, sottolineava come " la motivazione che spinge gran parte di coloro che si sonno accampati nel centro della città non è l'Iran o la Siria, o i dissidi tra sunniti e sciiti.E' l'ineguaglianza economica che ha afflitto gli sciiti libanesi per decenni. E' una rivolta dei poveri e della classe lavoratrice."
Il luogo in cui si manifestava, con il sit in, si chiama Solidere. Questo luogo era stato ricostruito alla fine della guerra civile, durata 15 anni, dal miliardario Hariri che, ottenuto dallo stato la proprietà dell'intero centro cittadino , lo trasformo' in una specie di città dei sogni.
Una città dei sogni da cui i suoi abitanti originari furono mandati via e che fu rivenduta a chi poteva permettersi il costo per risiedervi.
Al di fuori del centro la maggioranza della popolazione viveva, e vive, nelle baraccopoli e nei quartieri popolari.In questi spazi, privi di acqua potabile, elettricità e trasporti, Hezbollah iniziò a consolidare il rapporto con la popolazione fornendo generatori e trasmettitori, organizzando la raccolta dei rifiuti ed occupandosi della sicurezza.
L'esperienza, fatta con la vicenda Solidere, fece da collante ideologico alle manifestazioni contro il governo Siniora che seguirono alla proposta di aiuti da parte dell'occidente.
In una sua dichiarazione il primo ministro, per giustificare l'accettazione delle condizioni poste, disse" non è stato il Libano ad inventare le privatizzazioni"
La strategia che utilizzo' Hezbollah, per consolidare il suo peso politico tra la gente, fu quella di fornire comitati di quartiere che iniziarono a girare per le case quantificando i danni e fornendo i primi aiuti economici, 12.000 dollari per nucleo familiare, per coprire le spese della prima emergenza (circa sei volte quello che la Fema, negli USA, assegnò agli sfollati sopravvissuti a Katrina).Gli aiuti furono forniti direttamente agli sfollati, senza alcun tipo di intermediazione esterna. Nella ricostruzione degli edifici furono coinvolte imprese edili locali, furono mobilitati 1500 ingegneri e furono organizzate squadre di volontari.
In questo l'Iran ha fornito il suo sostegno che, nello stesso tempo, non avrebbe sortito alcun effetto se le caratteristiche politiche di Hezbollah non fossero state quelle di un movimento indigeno e politico radicato nella società, riconosciuto dalla gente ed in grado di offrire un'alternativa concreta ed in linea con i bisogni dei suoi concittadini.
In questo contesto e con alle spalle questa storia oggi in Libano si è riaperto il conflitto.
In questa realtà si trovano ad operare le truppe italiane alle quali qualcuno vorrebbe cambiare le regole d'ingaggio.
La vicenda che ne seguì è ben sintetizzata da Naomi Klein nel suo Shock economy, testo da cui ho ricavato gli elementi salienti.
I danni che furono calcolati ammontavano a circa 9 miliardi di dollari e la proposta che arrivò da Parigi, nel 2007, era di coprire con 7,6 miliardi di dollari dati in prestito e sovvenzioni parte di quella cifra.
Le condizioni poste, per garantire la restituzione di ciò che veniva dato, andavano dalla privatizzazione delle compagnie elettriche e telefoniche, all'aumento dei prezzi del carburante, al taglio dei servizi pubblici fino all'aumento di una tassa che gravava sui beni di consumo.
La stima che fece l'economista libanese Kamal Hamdan fu di un aumento medio del 15% sui costi dei servizi essenziali.
La ricostruzione sarebbe stata fatta con l'utilizzo di compagnie straniere senza, peraltro, l'obbligo di assumere manodopera locale.
La reazione che seguì fu quella di uno sciopero generale organizzato da partiti politici, sindacati e dal movimento islamico degli Hezbollah.
Il sit in che seguì alla manifestazione durò per circa due mesi.
L'occidente vedeva, in questi fatti, una prova di forza di Hezbollah ma una lettura, che ne dette Mohamad Bazzi del Newsday di NY, sottolineava come " la motivazione che spinge gran parte di coloro che si sonno accampati nel centro della città non è l'Iran o la Siria, o i dissidi tra sunniti e sciiti.E' l'ineguaglianza economica che ha afflitto gli sciiti libanesi per decenni. E' una rivolta dei poveri e della classe lavoratrice."
Il luogo in cui si manifestava, con il sit in, si chiama Solidere. Questo luogo era stato ricostruito alla fine della guerra civile, durata 15 anni, dal miliardario Hariri che, ottenuto dallo stato la proprietà dell'intero centro cittadino , lo trasformo' in una specie di città dei sogni.
Una città dei sogni da cui i suoi abitanti originari furono mandati via e che fu rivenduta a chi poteva permettersi il costo per risiedervi.
Al di fuori del centro la maggioranza della popolazione viveva, e vive, nelle baraccopoli e nei quartieri popolari.In questi spazi, privi di acqua potabile, elettricità e trasporti, Hezbollah iniziò a consolidare il rapporto con la popolazione fornendo generatori e trasmettitori, organizzando la raccolta dei rifiuti ed occupandosi della sicurezza.
L'esperienza, fatta con la vicenda Solidere, fece da collante ideologico alle manifestazioni contro il governo Siniora che seguirono alla proposta di aiuti da parte dell'occidente.
In una sua dichiarazione il primo ministro, per giustificare l'accettazione delle condizioni poste, disse" non è stato il Libano ad inventare le privatizzazioni"
La strategia che utilizzo' Hezbollah, per consolidare il suo peso politico tra la gente, fu quella di fornire comitati di quartiere che iniziarono a girare per le case quantificando i danni e fornendo i primi aiuti economici, 12.000 dollari per nucleo familiare, per coprire le spese della prima emergenza (circa sei volte quello che la Fema, negli USA, assegnò agli sfollati sopravvissuti a Katrina).Gli aiuti furono forniti direttamente agli sfollati, senza alcun tipo di intermediazione esterna. Nella ricostruzione degli edifici furono coinvolte imprese edili locali, furono mobilitati 1500 ingegneri e furono organizzate squadre di volontari.
In questo l'Iran ha fornito il suo sostegno che, nello stesso tempo, non avrebbe sortito alcun effetto se le caratteristiche politiche di Hezbollah non fossero state quelle di un movimento indigeno e politico radicato nella società, riconosciuto dalla gente ed in grado di offrire un'alternativa concreta ed in linea con i bisogni dei suoi concittadini.
In questo contesto e con alle spalle questa storia oggi in Libano si è riaperto il conflitto.
In questa realtà si trovano ad operare le truppe italiane alle quali qualcuno vorrebbe cambiare le regole d'ingaggio.
Commenti
e guarda come è finito...
caposkaw
hai ragione a dire che fai danni dal 1977. gente come te andava fermata prima.
Tu ed i tuoi compagni avete devastato il vivere civile di quasta povera Italia.
Il tuo mito è il Libano perchè, se avessero lasciato fare a voi, ci avreste ridotto come i libanesi (e non ci siamo neppure lontano).
se potessi incontrarti ti sputerei in un occhio!!
Sai che paura.
L'unica possibilità per vermi come te è di essere in tanti.Di solito quando spaccavo il cranio a vermetti della tua specie lo facevo da solo e comunque sempre ad armi pari.
Se hai le palle dammi il tuo indirizzo così ti faccio togliere lo sfizio.
E' ancora un po' "fermo", ma....te lo linko.
Quando sarà un po' più attivo, contributi come i tuoi sarebbero utilissimi.
http://www.dirittinrete.org/ita/phpBB3/index.php
fidati delle mie parole: quando ti prenderò te lo farò passare io il vizio del terrorismo!
tutto qui.
(e gli stessi palestinaesi che li hanno votati si sono dati dei coglioni.)
caposkaw
Tutto qua.