Di economia e massimi sistemi ? Non ci capisco un cazzo
L'impressione che ha il sottoscritto è che si siano consolidate delle tendenze, nei diversi mercati in un qualche modo interdipendenti, che hanno l'obiettivo "disperato"di ricercare, a tutti i costi, aree "remunerative" per i capitali che liberamente viaggiano per il globo.
Lo scopo è quello di equilibrare,con effetti sotto gli occhi di tutti, il proprio portafoglio assicurando con la speculazione, sui diversi "beni" disponibili, la sua remunerazione.
Oggi qualsiasi "cosa", servizio o bene può essere oggetto di una scommessa su cui investire soldi che non trovano impiego nella economia "classica".
Se prima la contraddizione, di questo sistema, si manifestava tra capitale e lavoro con la necessità, per il primo, di valorizzare e rendere remunerativo ciò che si investiva in macchine e "capitale morto", oggi, che la remunerazione di quel capitale non può più essere garantita solo dalla compressione del fattore di produzione lavoro (uomo), si cerca di ottenere un risultato "comprimendo" e spremendo, con la leva speculativa e finanziaria, qualsiasi "bene", materiale ed immateriale, sia oggetto di una transazione di tipo economico.
Il tutto si scontra con alcune questioni non banali.
In primo luogo, per alcuni di questi beni, con la loro disponibilità nel tempo che funziona da leva moltiplicante di quello che è il loro valore sul mercato (es. petrolio).
In secondo luogo con la necessità di mantenere inalterato un modello di sviluppo, sacrificando la naturale destinazione di alcune di queste risorse (es .produrre bioetanolo per garantire la mobilità)
In terzo luogo con la mancanza di una politica che sappia indirizzare e "controllare" il modo in cui l'economia si sviluppa.
Secondo i fautori del libero mercato quest'ultimo, se lasciato libero, ha in sé gli anticorpi per correggere le proprie distorsioni ed assicurare il ritorno ad un equilibrio perfetto.
Che le cose siano molto incasinate e che i modelli e gli approcci classici siano manifestamente impotenti di fronte all'uragano, lo testimoniano in primo luogo le preoccupazioni di chi in questo sistema si arricchisce.
Basterebbe solo questa nota "tragicomica" per dire come anche i timonieri di questa piovra con i mille tentacoli abbiano in parte perso la rotta:
“The federal government is sending each of us a $600 rebate. If we spend that money at Wal-Mart, the money goes to China. If we spend it on gasoline it goes to the Arabs. If we buy a computer it will go to India. If we purchase fruit and vegetables it will go to Mexico, Honduras and Guatemala. If we purchase a good car it will go to Germany. If we purchase useless crap it will go to Taiwan and none of it will help the American economy. The only way to keep that money here at home is to spend it on prostitutes and beer, since these are the only products still produced in US. I've been doing my part, and I thank you for your help, Governor Eliot Spitzer (Governor, New york)”.
Secondo Bruno Chastonay ,Membro della Direzione e Consulente Finanziario Senior della LGT Bank (Svizzera) SA, di Lugano ,"Le fusioni e acquisizioni hanno ridotto il numero delle banche presenti sul territorio. La centralizzazione ha fatto chiudere molti centri operativi, concentrandoli su Londra, Zurigo, New York, Tokyo, HongKong. Con l'avvento dei fondi di investimento o forme collettive di investimento, sono state unificati i capitali e gli operatori partecipanti al mercato finanziario. I centri regionali, che avevano una loro autonomia, sono stati ridimensionati o eliminati, concentrando le decisioni in poche sedi, presso un numero limitato di professionisti.
Con le prime distorsioni dei prezzi, le banche centrali hanno effettuato periodi di interventi diretti, a sostenere il dollaro o altre valute, messe sotto stress. E con importi sempre più elevati, e con maggiore frequenza, e concertandosi con le altre banche centrali delle altre nazioni. (vedi recenti interventi di politica monetaria e sulla liquidità e accesso al credito nel settore subprime del mercato immobiliare). Poi hanno cambiato gradualmente molte regole, come la pubblicazione dei dati, che viene concentrata in date specifiche e ben determinate, ad un certo orario uguale per tutti. Dando maggiore informazione e trasparenza al mercato, consegnando agli operatori anche le prospettive e le previsioni, anticipando le future mosse. Vedi il lavoro della ECB, Trichet e affini. Le crisi e le tensioni nel frattempo sono diventate sempre più importanti, più vaste, più coinvolgenti. Siamo passati da crisi regionali che colpivano un singolo istituto finanziario o settore produttivo, ad una situazione maggiormente globalizzata. Vedi crisi Parmalat, Swissair, poi Messico e Argentina, e ora il subprime americano, con la crisi del settore dei mutui e crediti globale. Sempre nuove pezze e sempre più grandi, a tamponare i buchi nella mongolfiera, che si spera, possa continuare a salire.
Con la globalizzazione abbiamo un aumento netto dei capitali coinvolti e degli effetti collaterali, che vanno a toccare tutti, e non solo il diretto interlocutore (posto di innesco del problema).
Ed ancora:
"Peggiorando il clima finanziario, avremo quindi anche chi "gioca" o investe nel trend negativo, facendo utili sulle disgrazie altrui. È il commercio, e il mercato libero. Se aggiungiamo il ruolo dei “nuovi” investitori, i fondi di investimento di varie tipologie e di varie strategie di investimento, e dell'uso della leva finanziaria, possiamo moltiplicare i capitali investiti e i volumi di transazioni di 10, 20 e anche di 40volte. Questa concentrazione di capitali, (effettuata una volta da singoli individui che investivano con le proprie idee, in momenti differenti, prodotti differenti, e in direzione diversa), è avvenuta con il fallimento delle strategie di singoli (stock-picking ad esempio) a confronto di strategie mirate (Soros). Poi per contenere la grande massa di capitali da gestire, con minori costi e maggiore tempestività e incisività, abbiamo avuto la creazione di fondi di investimento strategici (Warren Buffet). Oggi abbiamo fondi, fondi di fondi, prodotti strutturati di elevata fattura matematica. Prodotti finanziari specifici per singole strategie o prodotti. La possibilità di operare “on-line” da qualsiasi posto nel mondo, basta avere un PC e una linea telefonica. Linee di credito operative che ti permettono una leva finanziaria fino a 40volte il capitale sottostante. Una informazione capillare e all’unisono, per ogni evento di mercato, sia fondamentale o di analisi o di aspettative. Ecco quindi perché abbiamo casi di raddoppio dei prezzi senza necessariamente avere un aumento della domanda, o dei consumi. Con le necessità dei vari Governi, ulteriori interferenze sui prezzi. Un esempio chiaro è il petrolio, e di conseguenza tutta la serie di prodotti energia, o alternativi ad esso. Negli USA il prezzo della benzina è raddoppiato negli ultimi anni, anche se i chilometri percorsi annualmente sono calati. Le sigarette fumate si sono ridotte drasticamente, ma i prezzi sono quasi raddoppiati. Perché ? Chiaro, la parte fiscale è la parte preponderante del prezzo di vendita del prodotto. I Governi hanno un livello di indebitamento elevato, con risorse finanziarie sempre più limitate, e a rischio di ridursi, dall'attuale rallentamento della crescita globale, e peggioramento del settore crediti, impoverimento generale, calo del potere di acquisto, calo entrate fiscali. Un mezzo per aumentare le entrate fiscali, senza dover innalzare la pressione fiscale del singolo individuo, è quella di spingere le tasse sul consumo. Molto più sociali, etiche, benvolute. Anche con cause umanitarie, ecologiche. Mettiamo la tassa sui trasporti e sul Co2, per finanziare la lotta all'inquinamento e la salvaguardia della foresta amazzonica, con obiettivo di ridurre il traffico. Mettiamo la tassa sui prodotti alcolici per ridurne la dipendenza e il consumo. Mettiamo una tassa sulle sigarette per finanziare la salute. Tutto molto etico e bello. Chi consuma paga. Basta consumare meno, o non consumare………e abbiamo anche un mezzo per controllare la domanda. Ora però grazie a questo, abbiamo un peggioramento delle distorsioni già in atto per i fattori descritti qui sopra. Pensiamo al costo di un pieno di benzina fatto a Roma, che costa euro 60. Lo stesso pieno costa a Caracas euro 1.50 e euro 45 a Lugano"
Per concludere:
Il COSTO della merce. Altro fattore che resta di elevata importanza, e sempre maggiormente influenzato da tutti i fattori esposti qui sopra. Prima era solo la quantità a decidere una riduzione dei costi, e quindi un posizionamento migliore nel mercato rispetto alla concorrenza. Oggi conta il luogo di produzione, il cambio con cui paghiamo, le sinergie entro tutta la catena produttiva, la capacità di agevolazioni fiscali e di accesso al credito, l’ampiezza del mercato per il prodotto. Non hai i soldi per pagare la merce ? Non importa. Una volta erano necessari, in quanto il “fare credito” metteva maggiori rischi di non incasso al venditore. Ora, con le carte di credito, contratti leasing, contratto a rate, il rischio viene assunto da società assicurative, dalle ditte costruttrici, o da enti specializzati in questi settori. E cosi, ampliamo la capacità di consumo, di domanda e di vendita, pari pari all'aumento dell'accesso al credito. Compra oggi e paghi il prossimo anno. Le prime rate te le regalo. Il costo tanto lo paga ancora il compratore, che ha ricevuto la facilitazione, senza rendersene conto, o comunque, senza soffrire. Tutto questo gioco, entro domanda e offerta ci sottolinea una cosa di fatale importanza. Il mercato per continuare a prosperare deve mantenere in buona salute i clienti o compratori, unico grande motore della produzione, import/export, fatturato, margini di profitto. Grazie a questo, avremo uno stimolo per la creatività, investimenti produttivi e alla crescita, nuove invenzioni e nuove mode, in poche parole: una crescita. "
Cazzo non ci avevamo pensato che è solo una questione di salute.Vaglielo a spiegare a quelli che guadagnano solo 1 dollaro al giorno e che, ostinatamente, non consumano un belino e quindi impediscono la crescita loro e nostra.
E' evidente come stiamo assistendo, attraverso una concentrazione di capitali e nodi decisionali nelle mani di pochi ed eletti soggetti,all'emergere di una frattura sempre più profonda tra una società che subisce queste trasformazioni ed una che cerca assetti sempre diversi per garantirsi una "rendita"o una remunerazione nel lungo periodo di quello che è il capitale accumulato.
Questa frattura è nella evidenza di una classe imprenditoriale che non guarda al futuro combinando, ed equilibrando, aspetti di tipo politico e di gestione della cosa pubblica con la necessità di far soldi ma che, al contrario, vive in modo astratto e secondo i propri principi da predatori ante litteram il rapporto con il resto dell'umanità.
Anche con questi principi, ed altre priorità, il disorientamento per lor signori è manifesto.Al di là di tutto quando si manifesta nella vita di tutti i giorni l'insicurezza perché aumenta l'aggressività degli esclusi, quando si restringe lo spazio "sicuro" e quando aumenta il costo per mantenere l'ordine, finite tutte le opzioni possibili, l'unica cosa che rimane da fare è la guerra per distruggere e sperare di poter ricostruire.
Nel delirio del cercare di capire e decifrare il casino, è sicuramente interessante seguire le peripezie di qualche noto opinionista.
Mi limito a due articoli, uno di Turani e l'altro di Scalfari.
Scrive il primo sul suo blog:
"secondo una minoranza (per ora) di esperti, la banca centrale americana sarebbe sul punto di cambiare politica. La priorità numero uno verrebbe data non più al sostegno della congiuntura (l’ipotesi di una recessione appare a molti scongiurata), ma alla lotta all’inflazione (che peraltro in America non è ancora così esplosiva come in Europa).
Questo la porterebbe in autunno, o comunque entro la fine dell’anno, a rialzare i tassi di interesse. In sostanza, l’attuale politica (molto denaro e a basso prezzo) verrebbe capovolta. La conseguenza di tutto ciò sarebbe, ovviamente, una ripresa del dollaro, che potrebbe guadagnare anche il dieci per cento rispetto ai valori attuali. E questo farebbe la gioia delle imprese europee che esportano negli Stati Uniti.
Ma potrebbe anche innescare una corsa a Wall Street, dove si trovano moltissimi titoli (soprattutto bancari) a prezzi scesi anche del 30-40 per cento (a questo proposito si dice che una grande banca italiana sta studiando il dossier di una banca americana, con l’intenzione di comprarsela, visto che ormai costa pochissimo). In sostanza, andando a comprare a Wall Street si potrebbe guadagnare due volte: sul rialzo dei titoli (perché sono molto bassi) e sul rialzo del dollaro.
E’ sensato tutto questo ragionamento? Secondo molti esperti, no. O, meglio, non ancora. Lo scenario, spiegano, ha una base logica e ci si arriverà certamente, magari non in autunno, ma più avanti.
E questo per una serie di ragioni:
1- La crisi del mercato immobiliare non è affatto finita. A settembre saranno messe in vendita le case sequestrate perché comprate con prestiti sub-prime non pagati (i militari sono i maggiori protagonisti di questa vicenda: nelle città dove ci sono basi militari le crisi sub-prime sono il quadruplo rispetto al resto dell’America). Il momento della verità sarà appunto a settembre. E è difficile che la Federal Reserve decida di rialzare i tassi prima di aver visto la conclusione di questa vicenda.
2- Il mondo del credito (banche e istituzioni finanziarie) non è ancora a posto e possono esserci altre sorprese, con conseguenti crisi. La Fed, quindi, dovrà adottare ancora per un po’ una politica prudente, senza svolte troppo accentuate. E quindi il costo del denaro dovrebbe rimanere bloccato. Cambiare troppo presto potrebbe comportare la necessità di smentirsi nel giro di poche settimane.
3- L’inflazione non è poi così violenta. Il fenomeno è molto più grave in Europa, dove infatti la Banca centrale europea (fra le proteste dei vari governi, interessati a un rilancio delle loro congiunture), resiste e non abbassa i tassi di interesse.
4- Infine, anche se comincia diventare ragionevole pensare a un’America la cui economia rallenta fino alla crescita zero (per qualche mese), e se appare sensato escludere l’ipotesi di una recessione, un po’ di denaro a basso costo ancora per un po’ certo non può fare male. I rischi di un incidente di percorso sono sempre presenti.
Insomma, il momento del cambio di rotta dell’America, con conseguente boom di Wall Street, probabilmente sta già scritto negli oroscopi della Federal Reserve, ma non è detto che sia proprio per dopodomani, appena dopo le vacanze.
Forse bisognerà aspettare di più."
Scrive il secondo:
"Tutte queste Autorità lamentano un deficit di domanda e propugnano una politica di crescita ma nello stesso tempo raccomandano vivamente misure che contengano la domanda: tagli di spesa, blocco della redistribuzione del reddito, politiche monetarie restrittive. Bini Smaghi lo dice in modo esplicito: dovremo comprimere la domanda. Draghi applaude, come tutti i suoi colleghi. Gli economisti indipendenti concordano. Ma non c'è uno straccio di spiegazione che ci dica in che modo far crescere l'economia restringendo la domanda sia di consumi sia di investimenti. Il bello è che anche gli industriali concordano con questa strategia sinistramente schizoide. Naturalmente a condizione di essere esentati (loro) da misure restrittive e di essere "accompagnati" verso una riforma dei contratti che agganci il lavoro alla produttività."
Ed ancora parlando di casa nostra:
Ne ho accennato domenica scorsa e quindi non mi ripeto se non per dire che trovare uno o due miliardi, tra Banca Intesa e qualche Colaninno, magari ci si riesce, ma non serve a niente se non entrerà in campo un vettore internazionale di prima grandezza. Il quale: 1. Per ora non c'è. 2. Se spunterà chiederà tagli assai più gravosi di quelli di Air France di tre mesi fa. Ma se nelle prossime due settimane Bruxelles riterrà di annullare il prestito di 300 milioni portato a patrimonio dallo Stato ad Alitalia, allora la società sarà messa in liquidazione e Tremonti dovrà tirar fuori una bella somma per i ricaschi sociali sul personale di volo e di terra. Insomma una catastrofe. Le speranze e la paura, come è titolato il libro del ministro del Tesoro. Soprattutto la paura."
In compenso i commentatori che si aggirano malefici sui blog qualche ricetta ce l'hanno:
"se Trichet aumenterà il tasso in luglio, il dollaro potrebbe fare un altro tuffo e quindi la FED sentirsi in obbligo di ritoccare il suo tasso verso l'alto.
Ma il tema è il costo del petrolio.
Le compagnie aeree stanno andando in bancarotta a venti all'anno.
Se il petrolio andrà a 150 $/BBl chiuderanno almeno il 50% delle compagnie aeree.
I costi logistici diventeranno improponibili, perchè non sarà facile ribaltarli sui prezzi.
I costi di raffinazione saliranno in maniera direttamente proporzionale al costo del petrolio.
I costi di produzione dell'energia elettrica saliranno un po' meno che in proporzione diretta, ma taglieranno le gambe alla produzione ed alle famiglie.
Anche Tremonti vedrà calare le entrate se l'economia si atrofizzerà, comprese quelle da petrolio, perchè se ne consumerà meno di quanto aumentino le accise per litro.
CHE FARE? disse Lenin.
Togliamo le tasse dal petrolio in modo mirato.
Sui trasporti di ogni tipo.
alle industrie di ogni tipo (con particolare riferimento alla petrolchimica ed al manifatturiero) ed anche alle compagnie che producono energia elettrica.
Sfruttiamo più a fondo il petrolio indigeno, e facciamo contratti a lungo termine con i paesi produttori in modo che lo "spot" non ci sfiori.
Tremonti faccia simulazioni col modello economico italiano e trovi il modo migliore per affrontare la crisi energetica.
Lasciamo il nucleare da fissione a chi ce l'ha!!
Brunetta e Bossi mettano in marcia la concentrazione di 8120 comuni in 120 metrolpoli ( in attesa che maturino le condizioni per fare solo 20 megalopoli -le regioni). Non si devono ridurre le spese per l'amministrazione dello Stato?"
Commenti
se non è soltanto sarcastica, nel qual caso non ha importanza e scusa il disturbo, come fa un comunista a dirsi "semplificatore" (che pensi in profondo o no), e soprattutto come fa a parlare di "lasciar fare al *destino*, come fa a parlare di DESTINO", in quella tua conclusione?
E, in via subordinata, come fa a tirare quella conclusione dalle SCEMENZE colossali di Spitzer o di Turani, o quelle GALATTICHE di Scalfari? Per esempio: a parte a Scalfari, risulta a qualcun altro che "Tutte queste Autorità lamentano un deficit di *domanda*?
Perchè dico chiunque può augurarsi la distruzione del capitalismo, anche un fascista o un prete, soprattutto se mette il termine in un punto indeterminato del futuro. Quello che distingue un comunista è che lui non si disfa della sua personale idea, o quella di Scalfari, del capitalismo...
Si è sarcastica la conclusione.Purtroppo non lo sono gli articoli citati.In ogni caso mi spieghi perché sono galattiche le cazzate di scalfari e Turani?
Per Turani quello che leggo è uguale da quando ho iniziato a frequentarlo.Modello "ma anche".Più che galattico normale.
Per Scalfari in fondo fa una osservazione corretta (dal mio punto di vista).