La categoria dei disoccupati scoraggiati e la produttività
Dal Corriere della Sera del 28 Maggio 2008:
IL POPOLO DEGLI «INATTIVI» - Riguardo alla disoccupazione, prosegue il calo iniziato nel 1999. Ma sono sempre di più gli "inattivi", ossia coloro che non cercano più un lavoro perché sono scoraggiati, sanno di non trovarlo: nel 2007, sono arrivati a quota 1,2 milioni. A questi però vanno aggiunti coloro che non cercano lavoro, anche se però sarebbero disponibili a lavorare (1,3 milioni) e anche coloro che cercano lavoro ma non sono disponibili immediatamente a lavorare (che sono 323mila) per un totale di circa 2,8 milioni di persone scoraggiate. È questa la diagnosi dell'Istat. Nel 2007, in Italia, i disoccupati erano invece poco più di un milione e mezzo, vale a dire circa un milione in meno rispetto a dieci anni prima. Ma c'è da dire che dal 2003 la diminuzione della disoccupazione non si accompagna ad un aumento significativo del tasso di occupazione, bensì ad un allargamento dell'inattività dovuto soprattutto alla rinuncia a cercare attivamente un lavoro.
Mi era sfuggita la classe degli "scoraggiati".
Una volta, noi gente semplice e di poche parole, cianciavamo di disoccupati senza entrare nella psicologia di questa massa di individui dei quali, oltre che scoraggiati, intuivamo un profondo giramento di coglioni.
Quello che mi lascia un pò perplesso è l'approssimazione, data dalla sintesi, dei numeri forniti.
Per fare ordine, chiedendo lumi anche a voi, qui si dice che i disoccupati sono un milione e mezzo in meno rispetto a 10 anni prima.
Però ci sono gli inattivi che vengono classificati in:
a- inattivi che però sono disponibili a lavorare
b-inattivi che non lo sono più e che se glielo chiedete vi fanno un mazzo tanto
c-quelli che non ci pensano proprio e si dedicano a furti e rapine (suppongo)
La somma di questa umanità fa la bellezza di 2,8 milioni di scoraggiati.
Questione:si sommano ai disoccupati (che col culo che hanno e per il solo fatto di non essere classificati tra gli scoraggiati diminuiscono)?
E' confortante sapere che questo sistema si preoccupi con tanta sensibilità del morale della truppa.
La questione si aggancia ad un altra.
raccontano che c'è un deficit di competitività perché siamo un popolo improduttivo. O meglio dovremmo aumentare la produttività.
Poichè la relazione macro di questa misura (produttività del lavoro)è nel rapporto tra l'indice del valore aggiunto e l'indice di volume dell'input di lavoro (ore lavorate) se all'aumentare delle seconde non corrisponde un aumento del primo, per quanto tu ti danni, l'effetto del "lavorare tanto" non sortisce alcun risultato pratico.
Se, per ipotesi, prendiamo gli scoraggiati e li mettiamo a pulire le strade di Napoli e non ricaviamo un qualche risultato in termini di valore aggiunto possiamo pensare che, in fondo, che siano scoraggiati o meno nun ce pò fregà de meno.
Ne deduco, estremizzando, che quello degli scoraggiati e della disoccupazione è un falso problema che può essere affrontato semplicemente sotto il profilo dell'ordine pubblico (rimanendo nel budget però).
Quello che ci interessa, in realtà, è sto cazzo di valore aggiunto. Ora, se misuro questo in funzione di uno stipendio di un metalmeccanico Fiat, di quanto lavora (quindi costo orario) e rapporto con quanto produce in termini di valore prodotto e faccio questo esercizio mettendo i dati su un asse temporale, mi capita di osservare che con quello che guadagnava 20 anni fa per acquistare un'auto (che produceva lui mentre Agnelli faceva LO shopping) ci impiegava X tempo, adesso impiega X tempo al cubo (sempre prodotta da lui e con i figli di Agnelli che fanno GLI shopping).La macchina costa di più e lui in proporzione deve spendere più tempo di lavoro per acquistarla, quindi guadagna di meno.Però il suo valore aggiunto è cresciuto.
La domanda con cui il mio amico Cippa mi sfracella le palle è "Scusa neh, ma quando cazzo fai che recuperiamo sto tempo?"
Non ho risposte.Mi sono limitato, per rilassarmi, a concentrarmi su questo esercizietto che mio figlio mi ha lasciato.
"Papà fai il calcolo velocemente senza scrivere nulla ed a mente:
Hai 1.000, aggiungi40.Poi ancora 1.000.Quindi ancora 30 e poi 1.000.A questo somma 20 poi ancora 1.000 ed aggiungi altri 10.Dai veloce quanto fa?"
La morale è che i numeri li gestiscono i padroni e voi, facendo i calcoli a mente, non ci capirete mai un cazzo.
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