Lanfranco Pace ovvero meglio un coito interrotto
Quello che ogni sera, con la facciona rubiconda e la cravatta bordo' (il più delle volte), sulla 7 intervista politici ed ammennicoli vari ha un passato "rivoluzionario" di tutto rispetto.
Mi chiedo come si potesse, all'epoca, dar conto a gente di questo tipo.
A sentirli parlare, adesso, insieme ad ex del calibro di Sofri, si capisce anche perché uno come MARINO abbia goduto un sacco a raccontare chi, secondo lui, lo assecondò nell'omicidio Calabresi per fargli provare il gusto delle sbarre.
Gente che se li rivedi in qualche intervista con i capelli lunghi e la faccia da imberbe ti travolge con la "qualità" della critica allo stato.
Mi è capitato di sentire un flash di una dichiarazione di Liguori ventenne (su Blob).Mi chiedo se sono la stessa persona.
Certo nella vita si cambia.
Per certuni, però, si imporrebbe il silenzio quando un percorso accidentato ti ha fatto buttare nel cesso quel minimo di coerenza con cui guardarti allo specchio.
E invece te li ritrovi lì, paciosi con il portafoglio pieno, a raccontarti come vanno le cose.
Ad ogni buon conto questa che copio da Wikipedia è la biografia del nostro giornalista.Tanto perché sappiate da dove arriva, come si è trasformato, con chi collabora e con quale leggerezza d'animo segga a quel tavolo.
"Gli anni di Potere Operaio e delle Brigate Rosse [modifica]
Nel 1968 fa parte all'Università di Roma del comitato di base di ingegneria dove viene in contatto con Oreste Scalzone e Franco Piperno, con cui porterà avanti un sodalizio per oltre trent'anni. Costituisce a fine anni '60 il Comitato di Base della fabbrica FATME a Roma.
A Torino, nel 1969 entra in Potere Operaio (partecipa agli scontri di Corso Traiano del 3 Luglio 1969) e rapidamente ne diviene uno dei dirigenti.[1]
Allo scioglimento di Potere Operaio (1973), nell'ambito di Autonomia Operaia, d'intesa con Valerio Morucci, Franco Piperno, Germano Maccari, Luigi Rovati, Piero del Giudice e Paolo Castaldi dà vita ad un progetto di unificazione delle organizzazioni armate rivoluzionarie dell'estrema sinistra denominato Co.Co.Ri. (Comitati Comunisti Rivoluzionari).
Più avanti (1977), fonda, con Oreste Scalzone e Franco Piperno il Progetto Metropoli, una rivista/movimento, con il complemento Pre-Print, con sede al civico 28 di piazza Sforza Cesarini a Roma (successivamente sede di Linea di Condotta).[2]
Il progetto della rivista Metropoli è collegato (stessa sede, stessi nomi delle persone a libro paga: Paolo Virno e Lucio Castellano, oltre a Lanfranco Pace) al CERPET, Centro Ricerche di Programmazione e Pianificazione Economica e Territoriale, nato per iniziativa di Stefania Rossini e Luigi Sticco (sotto il patrocinio del senatore Antonio Landolfi) e che si occupa di ricerche sociali, finanziate in modo molto generoso da Montedison, Formez e Regione Abruzzo.[3] [4]
Coautore con Lucio Castellano e Cristina Cocchioni del libro La fabbrica nel sud. Il mercato del lavoro a Cassino dopo l'insediamento Fiat, Lerici, Cosenza, 1978.
Viene arrestato il 3 aprile 1978 nel corso di una retata nell'ambito della Autonomia Operaia ma resta in carcere un giorno solo, giusto il tempo per essere identificato.[5]
Durante il sequestro Moro (16 marzo - 9 maggio 1978) Pace ha periodici incontri con i brigatisti rossi di origine più movimentista, Valerio Morucci e Adriana Faranda, svolgendo un ambiguo ruolo di mediatore tra l'ala movimentista delle BR (che andava poi a riferire a Mario Moretti) ed il Partito Socialista Italiano (Claudio Signorile, Antonio Landolfi, Bettino Craxi).[6]
Tra il 1978 e l'inizio del 1979 ha diversi contatti con il gruppo dirigente delle BR, al fine di "far da pacière" tra il gruppo di Moretti/Gallinari e il duo Faranda/Morucci.
A tale epoca risale, secondo alcune fonti (pentiti e dissociati) l'appartenenza vera e propria di Lanfranco Pace alle BR, sempre smentita dall'interessato.[7]
Nei primi mesi del 1979, Morucci e Faranda sono ospitati in casa di Aurelio Candido, grafico di Il Messaggero e militante del Partito Radicale, su richiesta di Lanfranco Pace, che non lo informò sulla loro identità.
Successivamente Pace raccomanda i due, appena usciti dalle Brigate Rosse per costituire un altro gruppo terroristico, a Giuliana Conforto perché affitti loro il suo appartamento in viale Giulio Cesare 47 a Roma, dove questi sono posti in arresto il 29 maggio 1979.[8][9]
Nel 1979, imputato nel cosiddetto "Processo 7 Aprile" nell'ambito dell'inchiesta del giudice Calogero, fugge in Francia con Franco Piperno, dove lavora al giornale Liberation. Ai primi di settembre 1980 Lanfranco Pace si costituisce in Francia e tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre, Piperno e Pace vengono estradati in Italia.
La carriera giornalistica [modifica]
Attualmente è opinionista politico per la televisione LA7 e per il quotidiano Il Foglio. Dal febbraio 2008, in seguito alla fondazione della lista Pro-life di Giuliano Ferrara, Lanfranco Pace ne ha preso il posto alla conduzione di Otto e mezzo, trasmissione per la quale aveva curato fino a quel momento il servizio d'apertuta, chiamato Il Punto."
Commenti
Titollo
recidivo?
Un luogo comune, sì, ma molto vero per coloro che non dividino ogni cosa in bianco (o rosso che sia) e nero.
Credo che quando si è creduto profondamente in qualcosa che ti ha fallito e rovinato sia naturale allontanarsene, anche di molto.
Le persone sono persone, non solo bandiere politiche.
crescere?
uno cosi' dovrebbe avere il privilegio di starsene in silenzio non di fare carriera