Lo tsunami prossimo venturo
Bisogna essere fini economisti, candidati al nobel probabilmente, per riuscire a dichiarare quello che il "compagno" Trichet ha detto oggi.
"L'incertezza sulle prospettiva di crescita è notevole", ha detto infatti Trichet nel corso di un intervento davanti alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo a Bruxelles, in cui ha sottolineato anche che l'inflazione resterà elevata per tutto il 2008 per ridursi gradualmente solo nel 2009. Nel 2008 - ha aggiunto il presidente della Banca centrale europea - è previsto un tasso di inflazione tra il 3,2% e 3,6% e per il 2009 tra l'1,8% e il 3,3%.
E , certo, l'incertezza è notevole così come, tanto per non sbagliare, le previsioni sull'inflazione oscillano "sensibilmente" tra il 3,2 ed il 3,6 questo anno e tra l'1.8 ed il 3,3 il prossimo.
Un mito.
Dopo di che ci delizia con una lungimirante analisi di quelli che sono gli elementi che condizionano la crescita economica e la spirale inflazionistica
A pesare sull'inflazione è soprattutto il caro-petrolio, che non dipende soltanto dalla speculazione, ha osservato il presidente della Bce: "E' mia convinzione che i mercati debbano funzionare nel modo più trasparente ed efficiente possibile, ma non sono sicuro che il principale colpevole di quello che stiamo osservando sia la speculazione, quanto piuttosto un problema di offerta e domanda". "Il problema principale, se ce n'è uno - ha aggiunto - è che lo spostamento di risorse nei portafogli va principalmente a favore delle materie prime".
Quindi, per ricapitolare, il genio (dopo aver messo sotto una quarantina di dotti laureati in economia) ci racconta:
1- che l'inflazione oscilla ed oscillerà.
2-per evitare rischi, ed essere accusato di sparare numeri come durante la lotteria di capodanno, si prende un po' di margine (per usare un eufemismo).Come il mago Telma che predice un guaio nel giro di due anni.
3-non è sicuro che il prezzo del petrolio dipenda dalla speculazione
4-pero',forse, il prezzo dipende da un problema insito nella dinamica domanda offerta, ma non si sbilancia non avendoci capito un cazzo
5-se c'è un problema è quello che lo spostamento di risorse, nei portafogli(non i vostri) ,va principalmente a favore delle materie prime.In pratica mettono soldi dove c'è una ragionevole probabilità di guadagno.
Da questo ultimo punto, con molta cautela perché il passaggio logico è un po' oscuro, sembra di capire che forse un cicinino di responsabilità la speculazione finanziaria l'ha.
Per un attimo mi metto al posto di uno sceicco qualsiasi.
Se sono uno sceicco la maggior richiesta, del mio petrolio, da parte del mercato mi mette nella condizione di poter agire sulla leva del prezzo con una certa "tranquillità".A maggior ragione se opero all'interno di un cartello che concorda quelle che sono le politiche di offerta e, come me, si muove con la stessa logica.
Mi chiedono più petrolio questo mi consente di valutare quello che si chiama "margine di sicurezza", cioè il punto oltre il quale l'aumento del prezzo, in relazione ai volumi di vendita prodotti ed alla loro probabile riduzione,mette a rischio la marginalità del business e, quindi, mi si può ritorcere contro in termini di una sostanziale diminuzione delle quantità vendute che non vengono compensati dal maggior prezzo per unità di prodotto.
Nello stesso tempo verifico l'interesse ad aumentare l'offerta, nei tempi e nei modi, garantendomi che un eventuale aumento della mia produzione venga fatta nel momento in cui il prezzo di acquisto è sensibilmente salito.
Ora con il petrolio siamo nella situazione per la quale si determinano diversi "fenomeni".In primo luogo siamo di fronte ad una risorsa della quale si racconta il suo esaurimento a "breve" proprio nel momento in cui la maggior richiesta, da parte di Cina ed India come "competitor" di domanda, si somma alla questione della scarsità.
Il nostro sceicco è quindi di fronte ad uno scenario di esaurimento che di per sé, in mancanza di alternative o di modelli di sviluppo diversi, stressa il prezzo verso l'alto.In più si trova di fronte a più compratori che determinano una ulteriore competizione in termini di domanda, e che compensano, in qualche modo, i vari mercati nelle loro oscillazioni di acquisto garantendo, nel medio periodo, una stabilità nei volumi di acquisto complessivi.
Il tutto rafforzato da un consenso di "colleghi" di cartello che, per vari motivi,ragionano nello stesso modo e che non hanno grandi interessi nel moderare il fenomeno.
In più, di fronte a questi fatti, gli si offre la possibilità di giocare finanziariamente sul prezzo aumentando, con la speculazione, ulteriormente le sue fonti di guadagno.
Se poi quello sceicco gode della compagnia, in vari consigli di amministrazione, del gotha imprenditoriale e politico che insieme a lui giocano su derivati e futures il labirinto non offre uscite.
Se questi, di massima, sono gli elementi che determinano il prezzo e quindi influenzano l'inflazione non si capisce quale è il ruolo che la BCE voglia giocare su quel fronte.Di certo nessuno (considerato anche quello che dovrebbe essere il ruolo) se non il prendere atto che così è e quindi, in nome di mercato ed equilibri politici, nulla si può fare.Possiamo quindi dire che quella variabile (prezzo del petrolio) che a cascata influenza il resto (produzione,distribuzione etc.) è ingovernabile e che così una parte consistente della inflazione la dobbiamo subire.
Se non che l'unica leva di contrasto che sembra rimanere a lor signori, insieme all'aumento dei tassi, è quella di raccomandare moderazione salariale.
Rispettando però un "valore" senza il quale non sapremmo come vivere.Libera concorrenza (che in molti settori non esiste) e nessun intervento sui prezzi.Quindi niente prezzi amministrati, nessuno sconto IVA, nessun vincolo che possa in qualche modo condizionare "l'offerta" od il paniere della spesa.Certo, con l'unica eccezione della carta carità.
Però sono formidabili e surreali nel fissare obiettivi da missione impossibile (1,7 il tasso di inflazione programmato), così come è surreale il ruolo politico che la comunità europea gioca in questo frangente.
Se è vero che siamo di fronte a nuovi scenari, sintesi di macro cambiamenti sul fronte economico così come su quello delle fonti energetiche che hanno garantito lo sviluppo del sistema fino ad oggi, mi aspetterei una presa di coscienza che forse è tempo di cambiare "l'orientamento" e la direzione della nave.Mi focalizzerei su ragionamenti più strategici, sugli indirizzi da dare alla nostra società nel suo complesso, rimetterei in discussione valori assunti come dogmi ed organizzazioni sociali sedimentate.In sostanza "rivoluzionerei" il mio modo di pensare costringendo la società a "ripensarsi" in modo radicale in funzione di come si è organizzata fino ad oggi. Cosa si produce, come si produce, che effetti si determinano nella società (organizzazione, valori, ricchezza ed opportunità, democrazia), chi gestisce e chi gode del sistema dato.
Ed invece quello che ci propongono è un messaggio che recita "diventerete più poveri", mentre altri massimizzeranno i loro profitti, e dovrete sopportare l'onere del cataclisma perché noi siamo troppo vecchi (ed abbiamo altri cazzi) per aver un qualche interesse di indirizzo nei vostri confronti.
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