Storie di irriducibili-3
Partiamo da l fondo e per farlo uso una considerazione amara di Alessia guidi su provocation.net:
L'altra verità di questo sciagurato paese sono i campi petroliferi. Nel nord, a Cabinda, ci sono alcuni tra i più ricchi giacimenti off-shore del mondo. Negli anni Ottanta il presidente americano Reagan aveva proibito alle multinazionali petrolifere di operare in Angola, perché i proventi di quei contratti miliardari finivano nelle casse di un regime comunista. Le multinazionali ignoravano il divieto e Reagan non insisteva. Il problema però era la guerra: i giacimenti andavano presidiati manu militari, tanto più che Cabinda era una zona molto esposta. La difesa era assicurata dai compañeros internacionalistas. E così le piattaforme, i magazzini, il personale della Gulf, della Texaco e di altri mostri dell'imperialismo yankee erano presidiati da batterie missilistiche cubane. Oggi tutto è cambiato. I rapporti tra l'amministrazione americana e il regime angolano (nel frattempo passato dal credo marxista a quello liberista) sono eccellenti. Così va il mondo. Noi facciamo il pieno di benzina e ce ne andiamo per la nostra strada, lasciandoci dietro una scia di gas di scarico nell'aria e al suolo una lunga fila di bambini mutilati dalle mine.
A quei companeros è dedicato questo post. In particolare a ciò che fecero in una battaglia che segnò l'inizio della fine non solo della guerra in Angola ma, anche, del regime dell'Apartheid.
Questa battaglia si svolse in un luogo chiamato Cuito Cuanavale.
La sintesi di quel periodo è in queste righe:
consultarsi con l´Unione Sovietica di Breznev, che stava trattando gli accordi SALT II
con gli Stati Uniti e che perciò non voleva un coinvolgimento diretto, né auspicava un
intervento militare da parte di Cuba, rispondendo alle reiterate richieste del Governo
angolano inizia così la missione internazionalista cubana. Il supporto di 15.000 uomini
delle Forze Armate Rivoluzionarie (FAR) cubane sarà decisivo per respingere l'invasione
sudafricana e porre fine a 400 anni di impero e di colonialismo. Si mette dunque in
marcia l´Operazione "Carlotta", nome dato in omaggio ad una schiava africana che si
presume fosse arrivata a Cuba dall´attuale territorio angolano e che aveva capeggiato
un´insurrezione durante la colonizzazione spagnola.
Nell'agosto del 1981 il Sudafrica lancia l'azione "Smokeshell" utilizzando 15.000
soldati, mezzi blindati e aerei, per avanzare di 200 km nella provincia meridionale di
Cunene. Nell´ottobre 1987 le Forze Armate Rivoluzionarie cubane (FAR), insieme alle Forze
Armate Popolari per la Liberazione dell'Angola (FAPLA), assediate dalle Forze di Difesa
del Sudafrica (SADF) e dalla Forza Aerea Sudafricana (SAAF) contrattaccano e respingono
gli invasori, nonostante gli Stati Uniti abbiano fornito le armi a Savimbi, seminando
migliaia di mine e uccidendo centinaia di migliaia di civili.
La resistenza militare angolano-cubana fronteggia l'attacco fino al 1988, quando
sull´onda delle pressioni internazionali, del crescere delle spese militari e dei
contrasti interni contro l'apartheid, il Sudafrica accetta di firmare un accordo con
Angola e Cuba che pone fine al conflitto. "
Presero a calci nel culo bianchi ed addestratissimi soldati.Li cacciarono via, in quella battaglia, combattendo contro uno schiacciante esercito ben armato.Un rapporto di forze di 1 a 6.
Sarà anche per quello che Cuba è come un fazzoletto rosso di fronte ad un toro per gli yankee?
Commenti
gli va proprio nel culo.
Io vivo spesso all'Avana e di fronte a casa mia abita uno di questi eroi che porta ancora dentro di se il segno di quella drammatica e straordinaria avventura, un mio cugino è andato volontario in Angola e ci ha messo del tempo per ritornare alla normalità dopo quell'esperienza, ora è pensionato, vive felice con la moglie, il figlio, la nuora ed i nipoti, ma mai l'ho sentito vantare il suo eroismo. Ti ringrazio per questo post anche a nome loro. Sono veramente un popolo straordinario i cubani, il contrario della viltà che sta facendo sempre più proseliti nei paesi "democratici". Perchè?
Secondo me la gente da noi vive indifferente e preoccupata solo o di sopravvivere o di fare soldi.Avessero almeno una motivazione "ieale"ci sarebbe spazio per un confronto.
Un saluto e buona permanenza a Cuba