Viaggiare



Quando ho preso il treno pensavo al solito viaggio palloso, fatto in un giorno feriale in compagnia di gente impegnata a parlare al telefono e con il computer davanti agli occhi.
Una sorta di dilatazione del tempo di lavoro e di produttività che nessuno mai potrà misurare e pagare adeguatamente.

E invece,dalle parti di Ancona, è salito lui con i suoi ottantanni dichiarati subito, la voglia di parlare con tutti e di tutto e la serenità di uno che guarda il mondo con gli occhi ironici dati dalla consapevolezza di dover godere "degli attimi fuggenti".

Guardandosi attorno ha subito borbottato che "nessuno si sapeva più divertire". E' apssato alla narrazione della sua vita e delle sue avventure. Da quel momento chi dormiva si è svegliato e chi lavorava ha smesso quasi subito.

E' stato un susseguirsi di episodi di guerra di un diciassettenne toscano scampato ai nazisti (grazie ad un fascista) ed impiegato per scavare trincee per la compagnia Todt sull'appennino emiliano.
La fuga e la ferma come volontario nei reparti dell'esercito italiano che combattevano con gli americani.
La morte degli altri, quella data e quella scampata.I trucchi per dormire caldi in montagna.

Il rapporto con il cibo scarso, la fame e la testimonianza che "si sopravvive e si guarda avanti".
Mille mestieri tra cui quello di marinaio.Lo studio da autodidatta della trigonometria per imparare a fissare il punto nave nell'oceano.
Ha parlato dei giovani declamando Dante Alighieri a memoria. Lo ha fatto perché per lui siamo colpevoli di nascondere la bellezza che è in quei versi alle nuove generazioni, per il fatto che non abbiamo forza nel capovolgere ciò che ci schiaccia e ci rende insensibili al profondo che è in quelle parole, nel non saper trasmettere questo a loro."Ma loro lo sanno chi è Dante Alighieri veramente?"

Se ne è andato chiedendoci se secondo noi in quello che c'è intorno c'è una forza consapevole della bellezza di quello che è l'ambaradan che ci circonda o se è tutto casuale.
Nessuno ha commentato.Persino l'ingegnere che gli sedeva a fianco sfoggiando la sua cultura "scientifica" non ha proferito parola.A nessuno è venuto in mente di dire "Ma che rompicoglioni"

Commenti

BC. Bruno Carioli ha detto…
C'è ancora dell'umanità nelle persone.
Peccato che spesso sono persone anziane.
Anonimo ha detto…
Anch'io qualche volta ho ammuinato qualche vagone e spesso i vecchietti sono complici quando si tratta di incasinare, di parlare, di ridere, di non stare come paralitici in un vagone (soprattutto in seconda classe dove comunque si sta scomodi e non sempre si dorme bene)
Nel caso in oggetto si tratta comunque di persone che hanno qualcosa dentro.
Se fosse stato una chiavica, sarebbe stato una vecchia chiavica
Anonimo ha detto…
Gli incontri migliori si fanno in treno...ci si fa compagnia e si ascoltano storie che non si avrebbe occasione di conoscer se ognuno si rinchiudesse nel proprio guscio. A me è capitato di parlare con una signora e scoprire che avevamo molte cose in comune...la pensavamo allo stesso modo su molti argomenti. Di lei so solo che è una docente universitaria...che non era necessario sapere di pi§!

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