Equilibri geopolitici e futuro di merda

"Per l'Italia - ha spiegato il ministro degli Esteri - i rapporti politici, economici ed energetici con la Russia sono importanti ed ingenti. I venti di guerra fredda portano ad una situazione per cui la posta in gioco è alta".

"Il principio dell'integrità territoriale della Georgia è un principio incontestabile", dice il ministro. E' pessimista Frattini su quella che al momento del suo intervento era ancora un'ipotesi e che poi si è concretizzata, il riconoscimento dell'indipendenza dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia: "Sarebbe una grave complicazione una dichiarazione unilaterale di indipendenza".

In questa dichiarazione c'è parte di ciò che ci aspetta nel futuro prossimo venturo:
1- sicurezza nazionale messa in crisi e, quindi, necessità di circoscrivere una serie di diritti per cautelarsi
2-costi altissimi perché dipendiamo, per una parte dei nostri rifornimenti energetici, dagli ex compagni
3- principio dell'integrità territoriale come principio incontestabile.Diciamo che questo aspetto fa un po' a cazzotti con le spinte federaliste di casa nostra, così come con il trattamento che ricevette la Serbia quando provò a farlo rispettare quello stesso principio.
I bombardamenti geogiani non valgono la repressione serba.

Nello stesso tempo osserviamo come in Irak ed in Afghanistan i "liberati" inizino a chiedere ai "liberatori" di togliere le tende.Quello che ci incuriosisce è la resistenza ad andare via da parte ccidentale.Se le motivazioni erano nobili, per occupare quelle terre, e se queste stanno venendo meno perché vogliano rinegoziare la nostra permanenza (mi chiedo)in Afghanistan: qual'è il principio umanitario che ci costringe a rimanere con carri, mitra e soldati da quelle parti?

Per alleggerire la tensione la Corea del Nord sospende gli accordi con gli USA.Provo a pensare all'Iran ed a quello che farà da qui a poco tempo.
Per fortuna qualcuno aveva scritto che, con la caduta del muro di Berlino, si era in procinto della "fine della storia".In molti, tra i conservatori americani, gli dettero retta e pensarono che la edificazione di un mondo con un baricentro imperiale definito (dal punto di vista politico) ed uno distribuito (dal punto di vista economico) fosse cosa fatta.
Devo confessare che l'accelerazione di questi ultimi eventi ha messo a dura prova quello che pensavo sull'ineluttibilità di un destino segnato.

Ciò che inquieta sono gli attori.L'idea è di una risistemazione di equilibri tra oligarchie imperiali, una corsa all'accaparramento di risorse strategiche per poter dettare le condizioni da posizioni di forza.
In questo i "popoli" sono schiacciati e senza speranza.Peggio, molto peggio che nel passato.

Commenti

Anonimo ha detto…
Ben tornato
Rouge ha detto…
Ritengo le motivazioni della nostra presenza in Afghanistan come in Iraq niente affatto nobili, ma al solito dettate da motivazioni materiali (petrolio) e vendette personali (lo sgarbo dei Talebani alla solita Usa).
Il riequilibrio che si sta riproponendo è dovuto al fatto che l'economia americana ristagna e, si sà, funziona meglio con un nemico concreto da fronteggiare.
Che poi i popoli stiano male non è una novità, purtroppo.
Un saluto.

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