Il mercato non funziona- George Bush jr.

" credo che le aziende che hanno fatto le scelte sbagliate debbano fallire. In circostanze normali avrei seguito questo percorso. Ma queste non sono normali circostanze. Il mercato non funziona. Abbiamo sofferto di una diffusa perdita di fiducia. E molti settori del settore finanziario americano stanno chiudendo".

Queste parole sono state pronunciate da Bush.
Fa una certa impressione leggerle.Sparito il comunismo dalla faccia della terra ci ritroviamo con uno che ammette una sconfitta di proporzioni epiche e senza che nessuno abbia mosso un dito.
Se il mercato non funziona ci chiediamo come pensano di farlo funzionare se non cambia in modo sostanziale la logica che lo sostiene.
Il buon Carletto dormirà sereno adesso.Pensare a dei capitalisti che, con il cappello in mano, ammettono che il loro furore ideologico di stampo liberista fa precipitare masse di individui nell'indigenza e nell'insicurezza è una triste consolazione.
Se ne accorgono adesso che i morsi toccano la loro carne.Fino a quando toccava agli altri erano cazzi che non li riguardavano.
Certo, ti hanno fatto fare un giro di giostra ed eri contento di vedere quelle luci scintillanti.Come tutti i sogni anche questo finisce all'alba.E ti ritrovi con il culo per terra.
Non tutti, per carità.
Qualcuno cerca ancora di sistemare i figli grazie agli amici e gli compera casa a New York.Qualcun altro cerca di accalappiare quello che resta come in Sicilia.
Da noi, grazie ad una opposizione farsa, un uomo arricchito grazie ad un socialista si erge a salvatore della patria.
Noi continueremo a pensare che quando c'è molta confusione sotto il cielo la situazione è eccellente.

Commenti

faustpatrone ha detto…
sottoscrivo in toto.
Anonimo ha detto…
Il Mercato libero è un controsenso laddove la libertà di mercato non è tutelata.
Siccome sottostiamo a logiche lobbistiche e multinazionali e di cartello, mi sembra anche ovvio che questo "mercato" non abbia funzionato. Ovvero ha funzionato perfettamente per coloro che lo hanno disegnato così a modo loro.
Chi il mercato lo subisce, come il consumatore, non può che prenderne le risultanze negative.
Il Mercato può quindi essere regolato. Ma tutti coloro che agiscono nel Mercato devono sottoscrivere le stesse regole.
E queste regole sono di base due:
1)uniformità di trattamento per coloro che lavorano
2)stesse normative sul lavoro e sulla qualità dei beni
Che poi possono essere riassunte in una sola regola:
omogeneità e congurenza tra i vari attori del Mercato.
Questo principio, che in prima istanza restituirebbe lavoro alle civiltà che hanno delocalizzato per abbassare i costi (o aumentare i profitti), si capisce bene che non potrà mai essere accettato dalle altre civiltà che faticosamente stanno riconquistando vita dopo gli anni bui del regime comunista (parlo di Russia e Cina).
Noi ci troviamo nel mezzo del guado e l'acqua è alta e la passerella sconnessa.
Fra dieci anni, quando il livello di vita di Cina e India (non tiriamo in ballo altri stati poco influenti) si sarà stabilizzato al rialzo, e quando anche in quei paesi si sarà minimamente formata una coscienza del diritto, lo spread tra i costi del lavoro, lì e qui da noi, sarà ridotto e l'omogeneità del mercato non sarà più una chimera.
mario ha detto…
Detti,
il tuo blog è inaccessibile per i commenti? zz, ma sei proprio fascista;-D
Fucsiaman,
peccato che si va esattamente nella direzione opposta (diritti dei lavoratori).
Anni bui del comunismo? sarà, ma è grazie a quella cortina ideologica che in Europa si è conquistato uno standard di welfare che oggi ci vogliono far rimangiare.
Secondo te i russi ed i cinesi stavano meglio sotto gli zar ed i mandarini?
Per altro il buio di quei regimi non ha impedito ai vari Agnelli di costruirci fabbriche.

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