Lilli Gruber, la crumira



Questione di luoghi.In fabbrica i crumiri, di solito, si svegliano all'alba.Arrivano e si piazzano dall'altra parte della strada dentro un bar.Ordinano il cappuccino e fanno finta di leggere la gazzetta dello sport.Poi escono, rasenti i muri e le case ,in modo affrettato, vanno lì al fondo dove una pila di mattoni gli consente di scavalcare il muro ed entrare a lavorare.
Quando lo sciopero finisce per un paio di giorni evitano di parlarti e guardano per terra pensierosi.Si sentono delle merde ma non lo ammetteranno mai.
Quando, poi, al solito bar leggono cosa quello sciopero ha portato nelle loro tasche dicono ad alta voce" Che sindacati di merda"

Oggi il crumiro non ha bisogno di nascondersi quando quel luogo di lavoro non è una fabbrica ma una televisione.Ostenta il suo faccino passato al trucco ed alla ricomposizione e ti sorride.Intervista il grande di turno,un ministro, con la stessa utilità dello zerbino che usate per pulirvi le scarpe.
Ha la sua giacchetta di Armani all'ultima moda, molti a sinistra l'hanno votata un tempo per le sue idee progressiste.Ha fatto soldi con un libro del cazzo e deve la sua fortuna a come siedeva di fronte al video.
E' l'immagine della donna che fa carriera in questo mondo di maschi di merda.
E' un'immagine triste.Una crumira che chiede al ministro se conosce il prezzo di un kg. di pasta.Proprio quando altri suoi colleghi,nella stessa TV in cui lavora, rischiano di essere licenziati e fanno sciopero.
E' questo il nuovo che deve avanzare targato sinistra?Peggio del vecchio, ma molto peggio.

Commenti

Anonimo ha detto…
Vergognoso che a gente come lei sia permesso scrivere libri.
Anonimo ha detto…
Sinceramente i giornalisti della Rai che han fato gli zerbini finora e che adesso stanno con il culo strizzato come molti operai e impiegati che hanno contribuito a NON difendere con la dovuta informazione, non mi fanno nè caldo nè freddo.
La lilly, in questo mondo individualista, è stata solo piu' in gamba di loro, ma non è certo peggio di loro.
Cià
Cloro
Anonimo ha detto…
Io quando andavo al Liceo, entravo da solo durante gli scioperi e davanti a tutti. Facevo lezione da solo con i prof., mi beccavo le interrogazioni e uscivo tranqullamente al'orario dovuto.
Non ho mai saputo di alcuno "sciopero" fatto da studenti che sia servito ad altro che a saltare la giornata in classe.
Sarò crumiro anche io? O magari in una società che vorrebbe dirsi democratica (ma non è pratica di certa sinistra) lasciamo libera la gente di decidere se andare a lavorare o no?
La Gruber? trovo molto più scandalosa la sua ricostruzione facciale che quello che fa. E' tutta ordinaria amministrazione. Noia mortale. Deja vu....
mario ha detto…
Si sei stato crumiro anche te.
E penso che i crumiri siano delle merde.Molto semplicemente.
Casa della Sinistra ha detto…
SONO VENDOLIANO E DI SINISTRA DEMOCRATICA/MAI NEL PD.PER ULTERIORI INFORMAZIONI

adigilio2003@yahoo.it
mario ha detto…
Casa della sinistra
non avevo dubbi.Lo stesso spezzone di partito che ha portato Rifondazione al macello.
Casa della Sinistra ha detto…
Si manda al macello qualcosa che ha peso.Rifondazione era morta già dal lontano 1992,anno della sua fondazione.Il muro di Berlino era crollato decretando la fine di quel determinato tipo di modello,ma in Italia rifondazione inseguiva utopici miraggi.File di russi a cercare il pane è stato il peggiore spot della sinistra che chimano massimalista.Adesso la deriva è a destra e quel mostro di nome PD.E' ora di aggiustare la barra di navigazione.Vedo che sei grande amante di Marx.Ma anche Marx diceva che il comunismo doveva modificarsi al cambiare degli avvenimenti e aveva ragione.Altrimenti si diventa un anacronistico fondamentalismo ideologico.Ma il tempo è galantuomo e non è detto che mi sbagli
Casa della Sinistra ha detto…
in ogni caso hai un conttto msn?odio scrivere per post
faustpatrone ha detto…
@Fucsiaman

sono d'accordo con te sulla libertà di scelta individuale, ma il punto è che i crumiri da sempre si beccano i vantaggi dell'essere a fianco del padrone e PURE i vantaggi (eventuali) dello sciopero.

per questo sono una categoria infame che non merita rispetto né pietà né dignità.

se avessero le palle di rinunciare ai diritti sindacali acquisiti con lo sciopero anche i "crumiri" avrebbero il mio rispetto.

io non odio una persona per le scelte che fa, ma per l'incoerenza con cui si comporta.

non so se sia stato il tuo caso, a scuola, ma io al posto tuo mi sarei preso la responsabilità delle mie azioni nel bene e nel male.

spero che pure tu lo abbia fatto. a tuo tempo. questa èla differenza tra essere uomini e crumiri.

cordialmente.
Anonimo ha detto…
Beh, furio, mi interrogavano, perchè i professori (chissà perchè) erano tutti comunisti. Quindi, poichè ritengo che nessuno sciopero serva a niente, e tantomeno fatto da chi è un fancazzista di natura come lo studente liceale, entravo. Perchè non sopporto l'ipocrisia.
Continuo a pensare che lo sciopero non serva a nulla. Liberi di farlo, ma è molto più produttivo sedersi a un tavolo che sospendersi dal lavoro per protesta. Tanto quello che voi chiamate "padrone" e che in realtà è uno con le palle che rischia di proprio sul futuro dell'azienda, compresi i lavori di chi vi è dipendente, se veramente ha le "palle" (come auspicate voi) se ne frega dello sciopero e fa quello che deve fare.
Il vero imprenditore vuole bene all'azienda ed a chi vi lavora, perchè il buon funzionamento dell'azienda è un valore aggiunto.
Quando si arriva allo sciopero o non è colpa sua (quindi inutile peggiorare le cose) o non è un buon imprenditore, e quindi a maggior ragione se ne frega di chi sciopera.
Io non odio nessuno. Siamo tutti fratelli in Dio.
E sono più di una merda. A volte sono un bastardo e non auguro a nessuno di litigare con me (sul campo della dialettica ovvio).
Ma amo la verità e non sopporto l'ipocrisia. Può darsi che chi entra al lavoro non condivida le motivazioni dello sciopero (quasi sempre politiche ed imposte dal partito) ma che, proprio grazie alla rigidità dei contratti, non possa rinunciare a ciò che la dirigenza riconosce. Ma non a seguito dello sciopero. Non ho mai visto un solo sciopero che abbia condizionato le decisioni di chi dirige un azienda. Se lo fa, non è un buon imprenditore.
faustpatrone ha detto…
sulla qualità, caro Fucsiaman, degli imprenditori italiani, cioé sul fatto che trattano l'azienda come un valore aggiunto e gli operai come una parte considerevole e una causa prima di questo valore ce ne sarebbero.

perché esisteva ed è esistito come ebbia scrivere tempo fa su questo blog l'imprenditore venuto dalla gavetta e dalla merda che conosceva la sua fabbrica come le tasche e asuo modo amava con intelligenza e passione tutto ciò che fosse il suo lavoro e rispettava, pur sfruttandoli perché senza sfruttamento non vi è guadagno, gli operai, almeno entro certi limiti di decenza e buonsenso.

però quell'imprenditore è una bestia rara, per la maggior parte dei farabutti che casono sotto questa categoria l'azienda è una vacca da spremere e un benefit per produrre macchinoni e puttane.

gente che se ne sbatte di chi in fabbrica lavora e spesso crepa. viziati figli di papà che manco hanno lavorato un min. scarso nella loro vita.

fortse sarò prevenuto ad avere questa idea del capitalismo italiano, non credo però più di te che credi che tutti i liceali siano fancazzisti.

io non lo ero.

così come sono professore ma sono di estrema, estrema, estrema destra.

forse sono anche io una mosca (bianca).

tra parentesi non ti accusavo di odiare nessuno. io confesso che odio un mucchio di stronzi e se potessi vederli schiattare sarei molto più felice. ma questa è un'altra storia.

quello che mi preme far notare che occorrerebbe essere sempre coerenti con le proprie idee.

vuoi fare il crumiro? fallo, ma poi rinuncia agli eventuali vantaggi dello sciopero.

poi credo ancora che gli scioperi quando erano davvero combattuti con la coscienza di lottare per la propria sopravvivenza e non per la pausa caffé, siano serviti.

eccome.

e che le persone che odiano e si incazzano sono necessarie al progresso e alla storia.

cordialmente. ciao.
mario ha detto…
Furio,
estrema, estrema, estrema destra? stì cazzi non lo avrei mai immaginato;-)
Ti confesso che non capisco, ma questa è un'altra storia.
Fucsiaman
gli imprenditori fanno a prescindere da uno sciopero? Può darsi che questo avvenga adesso con un sindacato allineato e coperto.Ti posso assicurare che rivedono le loro posizioni se spintaneamente motivati.Azz, se le cambiano e mollano.
Credo che tu continui a confondere una realtà microscopica, la boita, con l'industria modello Marcegaglia o Agnelli.
Continuo a pensare che a quelli di chi lavora non gli frega un cazzo.
Anonimo ha detto…
Può essere, mario. Il mio impegno personale è restituire "spiritualità" al lavoro. Ovvero coscienza e felicità del fare da parte dell'imprenditore e del dipendente. Per far questo occorre ricostruire una cultura dell'artigianato, concepito in chiave moderna e non elitario com'è ora, e dopo la cultura, una pratica del fare prodotto.
La cultura itaiana è figlia dellabottega del Rinascimento, e questo fare industria da quarant'anni ad oggi ci ha snaturato da ciò che ci era naturale.
La "bottega" è un modello culturale, non aziendale. la capacità intrinseca italiana di fare prodotto facendo cultura è un valore che nessun altro ha. Perchè metterci a fare lavatrici quando siamo più bravi a fare scarpe? (e ti assicuro che una scarpa hand made costa anche 1500 euro e c'è la fila per farla)?
Anche l'operaio ha diritto al proprio dandismo.
Cerchiamo di fare dei buoni prodotti e di non farli costare molto. E le due cose non sono affatto in antitesi. Abbi fede, fratello....
mario ha detto…
Avrò fede compagno.
o.t.
ma quanta della roba che dice e racconta il Lapo è farina del suo sacco, fratello?:-D
Anonimo ha detto…
Mario, so che fai fatica a credermi, ma quel ragazzo ha delle qualità purtroppo celate dalla situazione familiare da cui proviene. Qualità umane soprattutto. E' disponibilissimo, delicato, gentile, educato. Ha una certa capacità di gusto. Guarda che non sono qualità che vanno di pari passo con la ricchezza. Le ho riscontrate in persone cosiddette "umili" e molto meno in quelle del suo ceto.
Poi ci sono i condizionamenti che ben conosciamo e sui quali non possiamo fare altro che assistervi inerti.
Quindi, si, ciò che scrive lo pensa. Ti apparirà ingenuo, come me d'altronde, ma le cose della vita non si possono affrontare solo pensando al "contratto" allo straordinario, allo sfruttamento eccetera. Occorre pensare che sia finita l'era del veterocapitalismo e necessita un nuovo modo di pensare anche il lavoro, come ti ho detto. Un Nuovo Rinascimento, al quale tutti sono chiamati a partecipare.
Guarda che queste idee le propongo a personaggi molto in alto, anche politicamente. Non sono cazzate. Si tratta di vedere le cose anche lateralmente e l'esperienza di persone che hanno "vissuto" come te e gli altri frequentatori del tuo blog sono sempre utili, più che le smancerie degli stilisti.
Poi stai attento che molti post li firma Antheus, che conosco bene, che è un giornalista con le palle che scrive su alcuni quotidiani e magazine. Insomma sembrano tutte cazzate (a volte lo sono) ma poi ne vengono fuori scenari un attimino più complessi di scioperi e contratti. Come dico in un altro blog: sono le strutture che condizionano i contratti. Se conserviamo le strutture (anche mentali) vecchie non possiamo che riproporre contratti di tipo vecchio.
mario ha detto…
Voleva solo essere una battuta.Non mi crederai ma ho il massimo rispetto per la persona.Ed è un complimento anche per te se riesci a portarlo su una dimensione, l'impresa rinascimentale come la definisci te,che dal punto di vista della qualità dei rapporti tra le persone è cosa diversa dalla grande azienda.
Anonimo ha detto…
In parte la sua è già una dimensione rinascimentale. Sono un centro di idee (anche di cazzate eh) poi utilizzano gli esperti dei vari settori. Una Factory direbbe qualcuno....
Se faranno qualcosa dalle tue parti e ci sono io vedo se te lo dico e vieni....
mario ha detto…
Volentieri, fratello;-)

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