Capito perché Val Pier è incazzato? Gli hanno oscurato il sito

3/10/2008 (14:39) - LA POLEMICA
Un reato la guerra santa su Internet
Il sito su cui sono comparse le frasi è stato chiuso nel 2000

Spinse alla rivolta contro gli ebrei,
respinto il ricorso alla Cassazione
«E' istigazione all'odio razziale»
FIRENZE
Il "fine religioso" non giustifica una dichiarazione, pure virtuale, di "guerra santa" contro gli ebrei. Proclamare infatti, la "guerra santa" contro gli ebrei sul web è istigazione all’odio razziale. Parola di Cassazione che ha respinto il ricorso di un 33enne di Pontedera colpevole di avere diffuso sul web idee fondate sull’odio razziale e sulla discriminazione per motivi religiosi nei confronti della razza ebraica.

Secondo la Suprema Corte, che ha respinto il ricorso di Alessandro M. «per escludere il reato» previsto dall’art. 3 della legge 654 del 1975 «non ha rilievo una concezione etica e inerme della guerra santa» dal momento che l’istigazione all’odio razziale «incrimina la propoganda di ideologie fondate sulla discriminazione e sull’odio razziale anche se non tendenti allo scontro armato».

Inoltre, la terza sezione penale, sottolinea che «non può sostenersi che la motivazione religiosa della propoganda razzista escluda il reato, giacchè nessuna norma speciale o generale prevede il fine religioso come causa di giustificazione».

Il sito sui cui sono comparsi i messaggi razzisti, "Holywarvszog" è stato chiuso perchè ritenuto antisemita.
Alessandro M., ricostruisce la sentenza 37581, aveva diffuso su internet attraverso il suo sito idee fondate sull’odio razziale nei confronti degli ebrei in nome del Cristianesimo. In particolare, Alessandro aveva scritto: «È nostra intenzione da veri cristiani dichiarare guerra santa contro i nemici di Dio e della nostra Chiesa cristiana»; e ancora bisogna «promuovere il patriottismo e la vera cristianità in opposizione al razzismo sionista» e via di questo passo. Ne era scaturita una denuncia e la condanna da parte del Tribunale di Pontedera, nel luglio del 2004 ad un anno di reclusione sospesa con la condizionale con l’obbligo per Alessandro M. di prestare attività non retribuita per tre mesi a favore della Misericordia di Pontedera.

Una condanna lievemente ridotta dalla Corte d’Appello di Firenze, nel maggio 2007, che ha condannato il giovane antiebrei a 4 mesi di reclusione, con il beneficio della non menzione della condanna e confermando l’obbligo di prestare il servizio sociale.
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Commenti

Anonimo ha detto…
La merda non giustifica la merda.

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