Debiti
Questa mappa offre, cromaticamente, un'idea di quelli che sono i paesi più indebitati (in rapporto al PIL) del pianeta.
Noi siamo i terzi.
Potete anche notare come gran parte delle economie "occidentali"sono presenti in quella parte di scala cromatica che rappresenta una incidenza del debito rispetto al PIl superiore al 50%.
Ci sono vari modi di fare debiti in uno stato.
Li si fa per fare investimenti, per pagare una macchina statale che produce "servizi" per i cittadini, perché non vengono pagate tasse in misura sufficiente , perché c'è unna struttura di "governo" parassitaria che necessita di ingenti risorse per essere mantenuta.
Potremmo aprire un dibattito sull'argomento, però il dato rimane.Di fronte a questo scenario si apre una crisi "sistemica" in cui gli stati avranno bisogno di impegnare ingenti risorse "pubbliche" per provare a venirne a capo.
C'è chi ha spazio per poterlo fare e chi no.In particolar modo in una fase di crisi economica in cui si farà fatica a produrre ricchezza in modo sufficiente da pagare gli interessi sul debito già consolidato.
A meno che non si intervenga in modo radicale su quella che è la leva fiscale o su una sorta di espropriazione di "ricchezza" posseduta da quella borghesia che in questa situazione gode del vantaggio di "ammortizzatori" economici che la maggior parte di noi non possiede.
In sostanza, se vogliamo garantire servizi, scuole sicure, ammortizzatori sociali che preservino da masse di disoccupati incazzati a passeggio per via Montenapoleone a Milano e continuare a pagare le pensioni bisogna che qualcuno metta mano al portafoglio.Ho idea che quelli non possiamo essere noi.
Noi siamo i terzi.
Potete anche notare come gran parte delle economie "occidentali"sono presenti in quella parte di scala cromatica che rappresenta una incidenza del debito rispetto al PIl superiore al 50%.
Ci sono vari modi di fare debiti in uno stato.
Li si fa per fare investimenti, per pagare una macchina statale che produce "servizi" per i cittadini, perché non vengono pagate tasse in misura sufficiente , perché c'è unna struttura di "governo" parassitaria che necessita di ingenti risorse per essere mantenuta.
Potremmo aprire un dibattito sull'argomento, però il dato rimane.Di fronte a questo scenario si apre una crisi "sistemica" in cui gli stati avranno bisogno di impegnare ingenti risorse "pubbliche" per provare a venirne a capo.
C'è chi ha spazio per poterlo fare e chi no.In particolar modo in una fase di crisi economica in cui si farà fatica a produrre ricchezza in modo sufficiente da pagare gli interessi sul debito già consolidato.
A meno che non si intervenga in modo radicale su quella che è la leva fiscale o su una sorta di espropriazione di "ricchezza" posseduta da quella borghesia che in questa situazione gode del vantaggio di "ammortizzatori" economici che la maggior parte di noi non possiede.
In sostanza, se vogliamo garantire servizi, scuole sicure, ammortizzatori sociali che preservino da masse di disoccupati incazzati a passeggio per via Montenapoleone a Milano e continuare a pagare le pensioni bisogna che qualcuno metta mano al portafoglio.Ho idea che quelli non possiamo essere noi.
Questa altra immagine fornisce un dato sintetico di quello che è il rendimento attuale su un investimento in "BTP" dei paesi "emergenti".
Le situazioni più critiche sono quelle del Venezuela, dell'Argentina dell'Ucraina e della Romania.
Manca in questo elenco l'Equador che ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di pagare il proprio debito "estero".Se dovessero verificarsi altre ipotesi o minacce di default, a quella che è una crisi "finanziaria" generata da fattori legati a speculazioni "private" se ne sommerebbe un'altra derivante da stati sovrani.Prego osservare la situazione dell'Ucraina e della Romania che, su una scadenza breve, offrono rendimenti tra il 12 ed il 21%. Cose simili si osservavano durante il periodo che precedette il default dell'Argentina. La differenza, con allora, è la profondità della crisi e la pletora di soggetti coinvolti.
Le situazioni più critiche sono quelle del Venezuela, dell'Argentina dell'Ucraina e della Romania.
Manca in questo elenco l'Equador che ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di pagare il proprio debito "estero".Se dovessero verificarsi altre ipotesi o minacce di default, a quella che è una crisi "finanziaria" generata da fattori legati a speculazioni "private" se ne sommerebbe un'altra derivante da stati sovrani.Prego osservare la situazione dell'Ucraina e della Romania che, su una scadenza breve, offrono rendimenti tra il 12 ed il 21%. Cose simili si osservavano durante il periodo che precedette il default dell'Argentina. La differenza, con allora, è la profondità della crisi e la pletora di soggetti coinvolti.
Quest'ultimo grafico dà l'idea di quanto vale il debito della General Motors e della Ford.A fronte di un valore nominale di 100 una obbligazione viene pagata 20.
Anche su questo versante il governo americano ha promesso sostanziosi interventi.Perchè? Perchè quello è un settore che "occupa" direttamente ed indirettamente circa 5 milioni di persone, paga la pensione ad un milione di ex lavoratori e sostiene la previdenza per altrettanti.
La domanda è : dove prenderanno quelle risorse che si sommeranno a quanto sarà necessario per salvare una banca come City Corp?
Altri debiti, è la risposta.
Se ci sono debiti è perché un creditore è disposto a fornirti le risorse necessarie.Il sospetto è che chi ha queste risorse prepara uno scenario di ulteriore concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi soggetti.
Già, ma chi sono questi soggetti?Potrebbero essere quegli stati che hanno accumulato risorse finanziarie che oggi cercano nuovi e più produttivi impieghi.Oppure soggetti terzi che non riusciamo ad intravedere.
La questione è : può un sistema riprodursi alla sola condizione di una crescita infinita del solo"fattore" economico di "produzione" della ricchezza che oggi è rappresentato dal debito?
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