Fiat, costo del danaro e prossimo collasso
Nicola Pegoraro su "soldionline"scrive:
"In un mercato in cui le anomalie sono la regola e la logica l’eccezione, segnalo un fatto che non riesco a spiegarmi. Si tratta del caso dei bond Fiat in scadenza nel 2011. Fiat Finance & Trade (con garanzia della casa madre) ha emesso, nel passato, due diversi bond scadenti lo stesso anno, il 6,75% 25/5/2011 ed il 5,625% 15/11/2011. Uno sprovveduto come il sottoscritto potrebbe pensare che il rendimento dei due titoli (apparentemente identici sul piano delle caratteristiche legali) debba essere simile. Non è esattamente così: il primo bond (quello con cedola al 6,75%) vale 97, con un rendimento del 7,95%, mentre il secondo (con cedola al 5,625%) prezza sotto 75, con un rendimento del 17% abbondante. Quale è il titolo prezzato in modo illogico dal mercato? Forse entrambi? A voi la sentenza."
Ecco, come possiamo tradurre in termini logici il tutto?Un rendimento al 17% con una quotazione nominale del 75 è l'anticamera dell'abisso.Al contrario un valore di 97 ed un rendimento del 7,95% turbolenze gestibili. Forse, al si là delle apparenze, si evidenzia un primo segnale di ciò che toccherà da qui a breve al gruppo Fiat.I rumors di Torino narrano di cassa integrazione per il gruppo di circa sei mesi per il prossimo anno.Per la città questo significa un 2009 terribile dal punto di vista sociale.
L'altro aspetto su cui concentrerei l'attenzione è il costo del finanziamento "reale", a dispetto dei tassi interbancari, che è presente nel mercato.
In una fase di contrazione della domanda un approvvigionamento di soldi, per pagare investimenti o semplicemente debiti, nell'ordine dell'8% è improponibile.Questo significa che, al di là dell'ottimismo di facciata, saranno le aziende le prime a non "consumare".Non se lo potranno permettere.A meno che qualcuno forzi la mano al "mercato" e costringa le banche a politiche del credito che concedano "respiro" al mondo produttivo.
E' un sistema che rischia di implodere e, ho idea, che tra un po' vedremo nuovi padroni che sostituiranno i vecchi arnesi del capitalismo italiano.
"In un mercato in cui le anomalie sono la regola e la logica l’eccezione, segnalo un fatto che non riesco a spiegarmi. Si tratta del caso dei bond Fiat in scadenza nel 2011. Fiat Finance & Trade (con garanzia della casa madre) ha emesso, nel passato, due diversi bond scadenti lo stesso anno, il 6,75% 25/5/2011 ed il 5,625% 15/11/2011. Uno sprovveduto come il sottoscritto potrebbe pensare che il rendimento dei due titoli (apparentemente identici sul piano delle caratteristiche legali) debba essere simile. Non è esattamente così: il primo bond (quello con cedola al 6,75%) vale 97, con un rendimento del 7,95%, mentre il secondo (con cedola al 5,625%) prezza sotto 75, con un rendimento del 17% abbondante. Quale è il titolo prezzato in modo illogico dal mercato? Forse entrambi? A voi la sentenza."
Ecco, come possiamo tradurre in termini logici il tutto?Un rendimento al 17% con una quotazione nominale del 75 è l'anticamera dell'abisso.Al contrario un valore di 97 ed un rendimento del 7,95% turbolenze gestibili. Forse, al si là delle apparenze, si evidenzia un primo segnale di ciò che toccherà da qui a breve al gruppo Fiat.I rumors di Torino narrano di cassa integrazione per il gruppo di circa sei mesi per il prossimo anno.Per la città questo significa un 2009 terribile dal punto di vista sociale.
L'altro aspetto su cui concentrerei l'attenzione è il costo del finanziamento "reale", a dispetto dei tassi interbancari, che è presente nel mercato.
In una fase di contrazione della domanda un approvvigionamento di soldi, per pagare investimenti o semplicemente debiti, nell'ordine dell'8% è improponibile.Questo significa che, al di là dell'ottimismo di facciata, saranno le aziende le prime a non "consumare".Non se lo potranno permettere.A meno che qualcuno forzi la mano al "mercato" e costringa le banche a politiche del credito che concedano "respiro" al mondo produttivo.
E' un sistema che rischia di implodere e, ho idea, che tra un po' vedremo nuovi padroni che sostituiranno i vecchi arnesi del capitalismo italiano.
Commenti
Io mi piango i pochi che lavoravano qua.