Cronaca della rivolta in Guadalupa, quello che lor signori temono

Copio due post che, cronologicamente, raccontano la lotta che si è sviluppata in Guadalupa. Da noi sono preoccupati per due secchi pieni di merda rovesciati a terra in un ristorante di Torino. Sembra che quel gesto li abbia terrorizzati. La Stampa é tre giorni che dedica tre pagine intere alla vicenda. In realtà quello è parte dello spettacolo e fa più notizia dell'assedio fatto a quell'amministratore che voleva licenziare 150 persone, un mese fa, in una fabbrica di Torino. L'assedio è durato 14 ore ed è riuscito a tornare a casa grazie all'intervento della polizia. Di come i media stanno trattando piccoli e grandi fatti ne parleremo un altro giorno, adesso leggete questo.....ed imparate.

24 FEBBRAIO, L'INIZIO
Scuole e università chiuse, trasporti pubbliciparalizzati, chiuse anche le poste ed i comuni, bloccati gli accessiall'aeroporto di Pointe-a-Pitre, fermi la maggior parte dei villaggituristici. Ogni giorno migliaia di persone manifestano nelle strade.Blocchi stradali e presidi nelle strade. Da un mese la Guadalupa è paralizzata da uno sciopero generale contro il carovita. Iniziato come reazioneall'aumento dei prezzi dei prodotti di prima necessità (l'inflazione inGuadalupa è salita del 70% nel 2008, mentre i salari sono cresciuti inmedia solo del 3%, lo sciopero a oltranza si è esteso alle vicine isoledi Martinica e Réunion, potrebbe arrivare anche alla GUyana francese.

Tutte e quattro sono i resti dell'Impero coloniale francese, che con la Costutuzione francese del 1946 divennero départements d'outre-mer (Dipartimenti d'Oltre mare, DOM).

Nella notte del 17 Febbraio a Guadalupa un sindacalista è stato ucciso vicino a un posto di blocco eretto dai manifestanti a Pointe-à-Pitre. Jacques Bino stava tornando in auto da un comizio e sarebbe stato raggiunto da spari mentre attraversava un quartiere periferico della città. Tre poliziotti che cercavano di soccorrerlo sono stati feriti.

I giornalisti presenti in Guadalupa parlano, negli ultimi giorni, di vere e proprie scene di insurrezione. Sono sempre più numerosi gli scontri tra polizia e manifestanti e le barricate spuntano come funghi. Molti negozi sono stati devastati e incendiati e per la popolazione diventa ogni giorno più difficile approvvigionarsi. Mentre i negoziati con le istituzioni sono a punto di stallo.

Le strade di Pointe-à-Pitre e di altre città dell’isola sono cosparse di posti di blocco, a volta infiammati con benzina e gomme. Al centro delle proteste, il fatto che sull’isola l’uno per cento della popolazione possiede il 52 per cento delle terre agricole e il 90 per cento delle ricchezze industriali. Sono i «béké», abitanti bianchi della Guadalupa.

Per tentare di smorzare la tensione nell’isola Nicolas Sarkozy ha ricevuto giovedì 19 febbraio gli eletti di oltremare. Il premier Fillon ha inoltre annunciato che il consiglio interministeriale dell’oltremare, creato il 13 febbraio, dovrebbe riunirsi per la prima volta nei prossimi giorni, dopo le accuse lanciate dalla deputata della Guadalupa, Jeanny Marc [partito socialista].

Marc ha denunciato il trattamento riservato dal presidente alla crisi: «Questo problema va avanti da un mese e il governo non ha dato alcun cenno per la Guadalupa». La protesta contro «padroni e governo» è iniziato il 20 gennaio all’appello del collettivo Lkp ("Liyannaj kont pwofitasyon", Contro lo sfruttamento aoltranza), e il suo leader, Elie Domota, viene chiamato «il presidente della Guadalupa» dai suoi sostenitori. Segretario generale dell’Ucgt, il sindacato maggioritario nell’isola, Domota ha riempito il vuoto lasciato dagli eletti di destra come di sinistra, discreditati.

Nei suoi comizi, rigorosamente in creolo, attacca il «disprezzo» della metropoli e denuncia la «pwofitasyon» [lo sfruttamento oltranzista]. A chi insinua mire indipendentiste, lui risponde che non ha ambizioni politiche. Almeno per ora.

I quattro dipartimenti francesi di oltremare sono le regioni europee con il più alto tasso di disoccupazione. Secondo l’ufficio europeo delle statistiche, nel 2007 c’erano 25,2 per cento di disoccupati alla Reunione, 25 per cento in Guadalupa, 22,1 per cento in Martinica e 21 per cento in Guyana. La Guadalupa è anche la regione europea con il più alto tasso di disoccupazione tra i giovani [15-24 anni], con il 55,7 per cento.

Intanto il deputato Ump Jean-François Copé ha accusato il leader del Nuovo partito anticapitalista, Olivier Besancenot, di puntare a un contagio alla Francia metropolitana del movimento anticrisi della Guadalupa. «Non vi sarà sfuggito – ha dichiarato Besancenot – che l’estrema sinistra e Besancenot, il cui obiettivo principale è di moltiplicare ovunque l’agitazione, se possibile violenta, è in questo processo di moltiplicare gli appelli di questa natura in Francia metropolitana». Besancenot dovrebbe partire per le Antille venerdì.

Il 20 Febbraio una folla di 15-30 mila persone, a seconda delle stime della polizia odegli organizzatori, ha preso parte a Parigi alla manifestazione disolidarieta' per Guadalupa. Il corteo e' partito intorno alle 14,30 da piazza de la Republiquediretto verso piazza de la Nation. Molti manifestanti indossavano unafascia bianca al braccio in segno di lutto per la morte delsindacalista Jacques Bino.

Le trattative tra sindacati, patronato e Stato non stanno portando a niente, proseguiranno comunque questo pomeriggio. I lavoratori chiedono un aumento salariale di 200 euro, i padroni propongono 50 e lo Stato(francese) non vuole sobbarcarsi l'aumento degli stipendi richiesto perchè ciò "metterebbe a terra il sistema sociale francese".[Le Monde, 24.02.09]
Ieri sera l'LKP ha invitato ad un inasprimento dello sciopero.

La risposta del governo francese è inequivocabilmente la repressione,Sarkozy già ce lo aveva mostrato come Ministro degli Interni nel 2005per sedare le rivolte nelle banlieues. [red.]

Qualche immagine dei telegiornali francesi le trovate qui e qui. L'Italia fin che può resta sorda.

Articolo di cronaca di Sara di Nella tratto da www.carta.org (18.02.09) e aggiornato su fonti Le Monde, Adnkronos, Asca.

COME E' PROSEGUITA LA STORIA, UP DATE AL 22 MARZO

Un aumento sindacale di 200 euri netti, per quasi 50 mila persone, per la Martinica è una vittoria storica!!!!!!

Guadalupa, radiografia di un movimento sociale (da Mediapart del 25 febbraio 2009)

In Martinica, le discussioni su eventuali aumenti di salari continuano ad arenarsi. In Guadalupa, le negoziazioni ristagnano tra l’LKPprincipale sindacato dell’isola, ossia il collettivo che ha lanciato il movimento, e il padronato. Confindustria continua ad opporsi all’aumento di 200 euro dei salari che l’LKP ha reclamato. Dal mese di dicembre, l’LKP ha dato il via ad un confronto diretto, restando, per adesso, un movimento popolare.

Alcune delle rivendicazioni dei sindacati: (da France Inter del 6 febbraio 2009)

-La diminuzione immediata di 50 centesimi sul prezzo del carburante.

-La diminuzione immediata dei prezzi di tutti i prodotti di prima necessità e di tutte le tasse.

-Un aumento dello stipendio di base di almeno 200 euro netti.

-Lo sviluppo della propria produzione al fine di soddisfare i bisogni della popolazione.

-La priorità al momento dell’assunzione e dei posti di responsabilità per i nativi della Guadalupa e il rifiuto del razzismo nell’impiego.

La Guadalupa conosce una situazione difficile: la disoccupazione é arrivata al 26,9%, lo stipendio medio per abitante é inferiore alla madrepatria (Francia) di circa 200 euro e il costo della vita é particolarmente alto. Contemporaneamente, più del 14% della popolazione vive grazie al reddito minimo di inserimento (RMI): aiuti economici considerati insufficienti. I provvedimenti rappresenterebbero un costo di circa 108 milioni di euro per gli imprenditori, da compensare con delle esonerazioni consentite dallo Stato.

La Riunione (territorio francese): un carabiniere (gendarme) ferito da un colpo di carabina (dal Parisien.fr, 10 marzo 2009)

La situazione si é bruscamente aggravata in Riunione. Stanotte un carabiniere mobile é stato ferito da un colpo da fuoco proveniente da una carabina nella zona di Saint-Denis, mentre si stavano svolgendo scontri importanti fra forze dell’ordine e manifestanti. E’ tornata la calma nel quartiere dell’accaduto mercoledì mattina, dove i negozi sono stati riaperti e gli abitanti hanno ripreso le loro occupazioni quotidiane.

Quindici feriti lunedì. L’esito della seconda giornata di manifestazione del collettivo contro il caro-vita é di 15 feriti e 16 interpellati dalle forze dell’ordine. Questi incidenti sorgono cinque giorni dopo l’ultima impennata di violenze in Martinica, mentre le Antille francesi restano in preda ad una grave crisi sociale.

Violenze a Saint-Denis. Alle ore 20 di lunedì scorso (le 17 a Parigi), nel quartiere popolare del Chaudron, dei gruppetti di ragazzi davano del filo da torcere alle forze dell’ordine. Gli incidenti hanno iniziato nel bel mezzo della giornata di fronte alla prefettura, in seguito alla manifestazione che ha radunato fra 7 e 10 mila persone secondo gli organizzatori e 3 mila secondo la prefettura. Delle pietre sono state lanciate contro le forze dell’ordine intervenute per togliere uno sbarramento stradale, tirando dei gas lacrimogeni. I giovani hanno allora ripegato verso le strade della città dove hanno bruciato cestini della spazzatura, incendiato beni urbani e sbarrato strade, inseguiti dai carabinieri mobili e dalla polizia.

Negoziazioni in corso. Il prefetto ha chiesto ai negoziatori “un accordo al più presto possibile” in seguito ai “reali resultati ottenuti grazie agli sforzi impiegati da ogniuno dopo solo cinque giorni di trattative”, di cui 150 euro di aumento dei salari, 50 euro in meno negli affitti degli alloggi sociali e “un’importante diminuzione del prezzo del gas e del carburante”. Una ventina di militanti della CGTR hanno manifestato davanti al commissariato di Saint-Denis per chiedere la liberazione di uno dei militanti che é stato arrestato. A Saint-Pierre, dei manifestanti hanno fatto chiudere, senza violenze, cinque grandi magazzini.

Un accordo sui salari firmato in Martinica (Le Parisien.fr, 11 marzo 2009)

Il “collettivo del 5 febbraio” che dirige da circa cinque settimane un movimento contro il caro-vita in Martinica e il padronato, hanno firmato un accordo globale sul minimo salariale nella notte fra martedì e mercoledì. Dopo ore di difficili trattative, interrote varie volte, sindacati e organizzazioni imprenditoriali hanno finalmente trovato un accordo sul punto chiave che condiziona tutta l’uscita dalla crisi.

Ci sono volute dieci ore per avvicinare le posizioni sindacali e padronali su due questioni: la definizione del minimo salariale che servirà da referenza per accedere all’incentivo di 200 euro netti. Su questa base, 47 mila persone potranno godere di questo incentivo.

Tratto da SenzaSoste.it


Commenti

Eliolibre ha detto…
Quei secchi di merda lanciati contro coloro che succhiano il sangue dei lavoratori è forse il simbolo che una nuova opposizione sociale sta prendendo piede anche nell'Italia assonnata ed imbavagliata dal nuovo potere. Se a quello democristiano si è risposto con la follia brigatista, stavolta è forse meglio fare tesoro delle esperienze d'oltre oceano dove, dopo cinquant'anni dalla rivoluzione cubana, i popoli sembrano sempre più determinati ad essere protagonisti della loro storia. Riempire di merda i piatti dei ricchi mi sembra un buon inizio. Anche perchè la merda non fa male come le pallotole, ma forse è molto più efficace....
mario ha detto…
Elio,
la mia osservazione non era una critica al gesto, anzi. Gli ho dedicato un post e lo puoi leggere.
Tra l'altro è solo l'ultima delle azioni fatte contro i CPT, solo che ha avuto più risalto per ....l'odore che ha lasciato.
Nel buon inizio c'è una serie di episodi che vengono taciuti, e quello è il riferimento al "sequestro" di un amministratore. Una storia che è durata 14 ore con gente molto incazzata ed altri che guardavano meravigliati gli eventi. Per non parlare di D'Alema a cui è stato sconsigliato di far visita agli operai della Indesit per problemi di sicurezza. Si è limitato a ricevere una delegazione nella sede del PD, l'imbarazzo era dato dalla presenza di un deputato PD nel CdA di quella fabbrica (pure socia per la verità).
Però di queste cose scriverò più avanti, godiamoci Guadalupa adesso.
Anonimo ha detto…
Un abbraccio guagliò

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