Cofferati, i crumiri ed il 25 Aprile

Sergio Cofferati è stato condannato per comportamento antisindacale. Però, a leggere il testo dell'articolo, ci viene un dubbio :
- Sergio non pagò i crumiri perché odia i crumiri che ottengono benefici sulla pelle di quelli che fanno sciopero e, quindi,per dare loro una lezione morale, oppure per il comunicato in cui magari se la prendeva con gli scioperanti e quindi per dividere ancora di più i lavoratori?

Mistero, anche se (per me) la questione non è di poco conto

In ogni caso, Sabato 25 Aprile di fronte alla Powertrain Fiat di crumiri non se ne sono visti. Con l'eccezione dei precari (60) il resto dei lavoratori non ha ubbidito all'ordine di Sabato lavorativo ed è rimasta a casa a godersi la festa della liberazione.

Aggiornamento sulla questione Sergio:
""il comportamento del datore di lavoro appare idoneo - recita la sentenza - ad arrecare offesa alla libertà di sciopero, a prescindere dall'elemento intenzionale; gli avvisi di cui è causa, in quanto effettuati preventivamente rispetto all'esercizio del diritto di sciopero, appaiono dotati di una valenza dissuasiva, tale peraltro da ripercuotersi sull'esercizio futuro del diritto costituzionalmente tutelato"."(fonte Korvorosso)

In pratica il nostro, attraverso il suo direttore del personale, ha fatto affiggere sulla bacheca un avviso mafioso: " che siate scioperanti o meno, io non vi pago".

E questo lo hanno candidato per entrare nel parlamento europeo. Minchia, come sono all'avanguardia questi riformisti




Sergio Cofferati, nella sua veste di Presidente del Teatro Comunale, è colpevole di comportamento antisindacale nei confronti dei dipendenti della Fondazione. Il giudice del Lavoro Filippo Palladino ha infatti accolto il ricorso di due sigle sindacali, Fials e Cisl, contro la decisione della Fondazione di decurtare la paga non solo a coloro che aderirono agli scioperi del 22, 24, 26 e 27 marzo, ma anche ai lavoratori che quelle sere si presentarono in palcoscenico. Poiché La gazza ladrà non andò in scena, la Fondazione aveva applicato il principio della non ricevibilità della prestazione, informandone i dipendenti con un comunitato che il giudice ha ritenuto lesivo della libertà di sciopero. Secondo la sentenza depositata ieri, la Fondazione si farà carico delle spese processuali e risarcirà i dipendenti che non aderirono allo sciopero.

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