Israele è uno stato razzista
INTERVISTA A HAIDAR EID, SOSTENITORE DI UN SOLO STATO EBRAICO-PALESTINESE
Di Anna Weekes, The Electronic Intifada, 12 Marzo 2008[1]
Quella che segue è un’intervista di Anna Weekes con Haidar Eid, professore associato nel Dipartimento di Letteratura Inglese dell’Università di Al-Aqsa, nella Striscia di Gaza.
Anna Weekes: Qual è la situazione corrente nella Striscia di Gaza?
Haidar Eid: Non si può parlare della situazione nel ghetto di Gaza senza sentirsi scoraggiati. Quello che sta accadendo qui è un lento genocidio che avviene davanti agli occhi di un mondo assai indifferente.
L’assedio di Gaza e la punizione collettiva illegale e continuativa dei suoi residenti da parte di Israele ha provocato l’aumento vertiginoso dei prezzi dei viveri. Molti generi alimentari, medicine e altri beni, come il materiale da costruzione, non sono più disponibili. Non ci sono più scorte disponibili per 91 farmaci. Gli ospedali denunciano la mancanza totale di farmaci pediatrici, di antibiotici, di farmaci per le malattie croniche, di farmaci anticancro, di una gamma di farmaci per la dialisi renale e per la soluzione di glucosio IV. Inoltre, c’è carenza di macchinari per la dialisi renale. C’è un aumento della diarrea tra i bambini e c’è la possibilità di insorgenze di febbri tifoidi e di epatiti se il blocco non viene tolto. E la chiusura dei valichi di confine ha provocato la morte di dozzine di palestinesi che avevano urgente bisogno di cure, inclusi alcuni malati terminali di cancro, cui è stato negato l’ingresso in Israele o in Egitto da parte dello Shin Bet [il servizio segreto israeliano]. E’ stato anche negato l’accesso a dozzine di altri malati negli ospedali di Israele, dell’Egitto, della Giordania e della Cisgiordania. Trentotto di loro, bambini inclusi, sono morti nelle ultime due settimane. Mille di questi malati stanno per morire!
Il carburante sta diventando raro e costoso. La chiusura delle fabbriche ha provocato la perdita di più di 80.000 posti di lavoro. Non c’è bisogno di dire che nel frattempo, le forze di occupazione israeliane continuano a bombardare e ad attaccare Gaza, uccidendo i palestinesi, principalmente bambini e civili, in modo indiscriminato.
AW: E’ ancora possibile la soluzione dei due stati?
HE: No. Permettetemi di ricordarvi la risoluzione adottata dal Convegno Mondiale Contro il Razzismo (WCAR) del Forum delle associazioni non-governative tenutosi a Durban, in Sud Africa, nel Settembre del 2001. Essa afferma chiaramente che “Israele [è] uno stato razzista e di apartheid, in cui il marchio dell’apartheid – in quanto crimine contro l’umanità – è stato caratterizzato da separazione e segregazione, espropriazione e accesso ristretto alla terra, snazionalizzazione, “bantustanizzazione”, e atti disumani”.
La costituzione di uno stato palestinese indipendente e sovrano all’interno dei confini del 1967 è impraticabile. Un sistema tipo Bantustan non garantisce una pace globale. Non l’ha garantita nel Sud Africa dell’apartheid. Ironicamente, perciò, quello cui gli accordi di Oslo (firmati nel 1993 fra Israele e l’OLP) hanno condotto è una situazione che non venne prevista dai firmatari [Nota del traduttore: in realtà almeno gli israeliani la previdero benissimo!], vale a dire l’impossibilità di costituire uno stato palestinese indipendente e sovrano sul 22% della Palestina storica. Israele ha già creato sul campo una nuova realtà annettendo Gerusalemme e dichiarandola capitale eterna dello stato ebraico. In tal modo non sarà la capitale di un futuro stato palestinese. Il numero dei coloni ebrei in Cisgiordania è aumentato fino a raggiungere la cifra di oltre mezzo milione. E il Muro dell’apartheid, costruito da Israele nella Cisgiordania, ha rubato tra il 20 e il 30% della Cisgiordania, portando a un aumento delle strade in Cisgiordania riservate ai soli ebrei.
La costituzione di uno stato palestinese indipendente e sovrano non è menzionata in nessuna delle clausole dell’accordo di Oslo. La definizione di questa questione venne affidata all’equilibrio delle forze nella regione. Quest’equilibrio è a favore di Israele.
In ogni caso, la costituzione di uno stato palestinese non risolverebbe la questione palestinese. Non affronterebbe [il problema dei] sei milioni di profughi dispersi in tutto il mondo; né affronterebbe la questione del razzismo esercitato da Israele contro il milione e 300 mila palestinesi che vivono in Israele e che vengono trattati come cittadini di terza classe.
AW: Quali mosse stanno facendo i palestinesi per perorare la causa di un solo stato?
HE: Un gruppo di attivisti palestinesi, di varia provenienza, si sono associati per promuovere la pace insieme alla giustizia in Medio Oriente attraverso la costituzione di un Gruppo a favore di uno Stato Democratico. Crediamo che la soluzione di un solo stato sia la sola scelta praticabile che garantisca la pace globale in Medio Oriente. Crediamo fortemente che la costituzione di uno stato democratico e secolare nella Palestina storica per tutti i suoi cittadini indipendentemente dalla religione, dalla razza o dal sesso – dopo il ritorno dei profughi palestinesi – sia la soluzione del conflitto in Medio Oriente. Questo è esattamente quello che è successo in Sud Africa e in Irlanda. Non l’esclusivismo basato sull’appartenenza etnico-religiosa. La costituzione di stati-nazione basati sull’etnia, la razza, o la religione è anacronistico.
Siamo anche attivi nella campagna, iniziata in Palestina, di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele. Queste misure, simili a quelle applicate contro il Sud Africa durante l’era dell’apartheid, sono necessarie per porre termine alla politica genocida di Israele verso i palestinesi. Crediamo che queste misure non violente debbano essere mantenute fino a che l’Israele dell’apartheid riconoscerà il diritto inalienabile dei palestinesi all’autodeterminazione e alla costituzione di uno stato democratico per tutti i cittadini.
AW: Dacci cortesemente il tuo punto di vista sulla riunione di Annapolis, negli Stati Uniti, rivolta a porre termine al “conflitto” israelo-palestinese.
HE: La riunione di Annapolis è stata una fanfara con cui il disgraziato presidente americano spera di finire il proprio mandato come “uomo della pace”! Come con Camp David, la colpa del fallimento di questa riunione viene attribuita ai palestinesi. Questa riunione non ha discusso i problemi più importanti che caratterizzano la questione palestinese; in particolare, il ritiro delle forze israeliane dentro i confini del 1967, il diritto di ritorno [per i profughi palestinesi], e lo status di Gerusalemme. Gli Stati Uniti hanno sempre mostrato una politica filo-israeliana a fronte dei diritti fondamentali del popolo palestinese.
Il punto di vista più pericoloso è stato quello del discorso di apertura di Bush, nel quale egli ha evidenziato il “carattere ebraico” dello stato di Israele. Ora tutto ciò è razzismo, come sapete bene voi in Sud Africa. Ci viene chiesto, anche dalla comunità internazionale, di dimenticare i sei milioni di profughi dispersi in tutto il mondo in seguito alla fondazione di Israele; e non vengono neppure menzionati i diritti del milione e 300 mila palestinesi “cittadini” dello stesso Israele. Secondo quest’impostazione, i palestinesi sono solo quelli che vivono nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania. Ora, questa non è la causa palestinese; la causa consiste nel diritto di ritorno dei profughi, quelli sia dentro che fuori la Palestina. Non c’è la minima possibilità di avere la pace in Medio Oriente senza risolvere questa questione.
AW: Cosa si aspetta la vostra organizzazione dal governo del Sud Africa?
HE: Bene, ci aspettiamo che il governo post-apartheid del Sud Africa mostri una migliore comprensione della nostra lotta poiché abbiamo molto in comune. Il Sud Africa dovrebbe troncare i propri rapporti diplomatici con l’Israele dell’apartheid, esattamente allo stesso modo in cui voi chiedevate che il mondo boicottasse i governi razzisti dell’era dell’apartheid. Le figure della liberazione del Sud Africa, quali Desmond Tutu, Roni Kasrils e John Dugard, e persino l’ex presidente americano Jimmy Carter hanno definito Israele uno stato di apartheid. Come è caduto l’apartheid? Non tenendo ambasciate a Pretoria, né con accordi economici, o con qualsiasi forma di normalizzazione.
AW: Cosa può fare la gente comune del Sud Africa per sostenere i palestinesi?
HE: Poiché le Nazioni Unite, l’Unione Europea, gli Stati Uniti e la comunità internazionale hanno respinto i palestinesi, noi contiamo sulla gente comune affinché faccia qualsiasi passo, per quanto piccolo, per mostrare il proprio sostegno alla Palestina e il rifiuto dei crimini di guerra genocidi di Israele. La gente può far questo facendo pressione sui propri governi per costringere Israele a ricondursi nei parametri del diritto internazionale. Ma ci aspettiamo di più dai sudafricani ordinari poiché abbiamo molto in comune. Trattate Israele nel modo in cui volevate che trattassimo i sudafricani razzisti.
Anna Weekes è una sindacalista sudafricana e un’attivista dellaCoalizione pacifista che chiede al governo sudafricano di porresanzioni contro Israele
Di Anna Weekes, The Electronic Intifada, 12 Marzo 2008[1]
Quella che segue è un’intervista di Anna Weekes con Haidar Eid, professore associato nel Dipartimento di Letteratura Inglese dell’Università di Al-Aqsa, nella Striscia di Gaza.
Anna Weekes: Qual è la situazione corrente nella Striscia di Gaza?
Haidar Eid: Non si può parlare della situazione nel ghetto di Gaza senza sentirsi scoraggiati. Quello che sta accadendo qui è un lento genocidio che avviene davanti agli occhi di un mondo assai indifferente.
L’assedio di Gaza e la punizione collettiva illegale e continuativa dei suoi residenti da parte di Israele ha provocato l’aumento vertiginoso dei prezzi dei viveri. Molti generi alimentari, medicine e altri beni, come il materiale da costruzione, non sono più disponibili. Non ci sono più scorte disponibili per 91 farmaci. Gli ospedali denunciano la mancanza totale di farmaci pediatrici, di antibiotici, di farmaci per le malattie croniche, di farmaci anticancro, di una gamma di farmaci per la dialisi renale e per la soluzione di glucosio IV. Inoltre, c’è carenza di macchinari per la dialisi renale. C’è un aumento della diarrea tra i bambini e c’è la possibilità di insorgenze di febbri tifoidi e di epatiti se il blocco non viene tolto. E la chiusura dei valichi di confine ha provocato la morte di dozzine di palestinesi che avevano urgente bisogno di cure, inclusi alcuni malati terminali di cancro, cui è stato negato l’ingresso in Israele o in Egitto da parte dello Shin Bet [il servizio segreto israeliano]. E’ stato anche negato l’accesso a dozzine di altri malati negli ospedali di Israele, dell’Egitto, della Giordania e della Cisgiordania. Trentotto di loro, bambini inclusi, sono morti nelle ultime due settimane. Mille di questi malati stanno per morire!
Il carburante sta diventando raro e costoso. La chiusura delle fabbriche ha provocato la perdita di più di 80.000 posti di lavoro. Non c’è bisogno di dire che nel frattempo, le forze di occupazione israeliane continuano a bombardare e ad attaccare Gaza, uccidendo i palestinesi, principalmente bambini e civili, in modo indiscriminato.
AW: E’ ancora possibile la soluzione dei due stati?
HE: No. Permettetemi di ricordarvi la risoluzione adottata dal Convegno Mondiale Contro il Razzismo (WCAR) del Forum delle associazioni non-governative tenutosi a Durban, in Sud Africa, nel Settembre del 2001. Essa afferma chiaramente che “Israele [è] uno stato razzista e di apartheid, in cui il marchio dell’apartheid – in quanto crimine contro l’umanità – è stato caratterizzato da separazione e segregazione, espropriazione e accesso ristretto alla terra, snazionalizzazione, “bantustanizzazione”, e atti disumani”.
La costituzione di uno stato palestinese indipendente e sovrano all’interno dei confini del 1967 è impraticabile. Un sistema tipo Bantustan non garantisce una pace globale. Non l’ha garantita nel Sud Africa dell’apartheid. Ironicamente, perciò, quello cui gli accordi di Oslo (firmati nel 1993 fra Israele e l’OLP) hanno condotto è una situazione che non venne prevista dai firmatari [Nota del traduttore: in realtà almeno gli israeliani la previdero benissimo!], vale a dire l’impossibilità di costituire uno stato palestinese indipendente e sovrano sul 22% della Palestina storica. Israele ha già creato sul campo una nuova realtà annettendo Gerusalemme e dichiarandola capitale eterna dello stato ebraico. In tal modo non sarà la capitale di un futuro stato palestinese. Il numero dei coloni ebrei in Cisgiordania è aumentato fino a raggiungere la cifra di oltre mezzo milione. E il Muro dell’apartheid, costruito da Israele nella Cisgiordania, ha rubato tra il 20 e il 30% della Cisgiordania, portando a un aumento delle strade in Cisgiordania riservate ai soli ebrei.
La costituzione di uno stato palestinese indipendente e sovrano non è menzionata in nessuna delle clausole dell’accordo di Oslo. La definizione di questa questione venne affidata all’equilibrio delle forze nella regione. Quest’equilibrio è a favore di Israele.
In ogni caso, la costituzione di uno stato palestinese non risolverebbe la questione palestinese. Non affronterebbe [il problema dei] sei milioni di profughi dispersi in tutto il mondo; né affronterebbe la questione del razzismo esercitato da Israele contro il milione e 300 mila palestinesi che vivono in Israele e che vengono trattati come cittadini di terza classe.
AW: Quali mosse stanno facendo i palestinesi per perorare la causa di un solo stato?
HE: Un gruppo di attivisti palestinesi, di varia provenienza, si sono associati per promuovere la pace insieme alla giustizia in Medio Oriente attraverso la costituzione di un Gruppo a favore di uno Stato Democratico. Crediamo che la soluzione di un solo stato sia la sola scelta praticabile che garantisca la pace globale in Medio Oriente. Crediamo fortemente che la costituzione di uno stato democratico e secolare nella Palestina storica per tutti i suoi cittadini indipendentemente dalla religione, dalla razza o dal sesso – dopo il ritorno dei profughi palestinesi – sia la soluzione del conflitto in Medio Oriente. Questo è esattamente quello che è successo in Sud Africa e in Irlanda. Non l’esclusivismo basato sull’appartenenza etnico-religiosa. La costituzione di stati-nazione basati sull’etnia, la razza, o la religione è anacronistico.
Siamo anche attivi nella campagna, iniziata in Palestina, di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele. Queste misure, simili a quelle applicate contro il Sud Africa durante l’era dell’apartheid, sono necessarie per porre termine alla politica genocida di Israele verso i palestinesi. Crediamo che queste misure non violente debbano essere mantenute fino a che l’Israele dell’apartheid riconoscerà il diritto inalienabile dei palestinesi all’autodeterminazione e alla costituzione di uno stato democratico per tutti i cittadini.
AW: Dacci cortesemente il tuo punto di vista sulla riunione di Annapolis, negli Stati Uniti, rivolta a porre termine al “conflitto” israelo-palestinese.
HE: La riunione di Annapolis è stata una fanfara con cui il disgraziato presidente americano spera di finire il proprio mandato come “uomo della pace”! Come con Camp David, la colpa del fallimento di questa riunione viene attribuita ai palestinesi. Questa riunione non ha discusso i problemi più importanti che caratterizzano la questione palestinese; in particolare, il ritiro delle forze israeliane dentro i confini del 1967, il diritto di ritorno [per i profughi palestinesi], e lo status di Gerusalemme. Gli Stati Uniti hanno sempre mostrato una politica filo-israeliana a fronte dei diritti fondamentali del popolo palestinese.
Il punto di vista più pericoloso è stato quello del discorso di apertura di Bush, nel quale egli ha evidenziato il “carattere ebraico” dello stato di Israele. Ora tutto ciò è razzismo, come sapete bene voi in Sud Africa. Ci viene chiesto, anche dalla comunità internazionale, di dimenticare i sei milioni di profughi dispersi in tutto il mondo in seguito alla fondazione di Israele; e non vengono neppure menzionati i diritti del milione e 300 mila palestinesi “cittadini” dello stesso Israele. Secondo quest’impostazione, i palestinesi sono solo quelli che vivono nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania. Ora, questa non è la causa palestinese; la causa consiste nel diritto di ritorno dei profughi, quelli sia dentro che fuori la Palestina. Non c’è la minima possibilità di avere la pace in Medio Oriente senza risolvere questa questione.
AW: Cosa si aspetta la vostra organizzazione dal governo del Sud Africa?
HE: Bene, ci aspettiamo che il governo post-apartheid del Sud Africa mostri una migliore comprensione della nostra lotta poiché abbiamo molto in comune. Il Sud Africa dovrebbe troncare i propri rapporti diplomatici con l’Israele dell’apartheid, esattamente allo stesso modo in cui voi chiedevate che il mondo boicottasse i governi razzisti dell’era dell’apartheid. Le figure della liberazione del Sud Africa, quali Desmond Tutu, Roni Kasrils e John Dugard, e persino l’ex presidente americano Jimmy Carter hanno definito Israele uno stato di apartheid. Come è caduto l’apartheid? Non tenendo ambasciate a Pretoria, né con accordi economici, o con qualsiasi forma di normalizzazione.
AW: Cosa può fare la gente comune del Sud Africa per sostenere i palestinesi?
HE: Poiché le Nazioni Unite, l’Unione Europea, gli Stati Uniti e la comunità internazionale hanno respinto i palestinesi, noi contiamo sulla gente comune affinché faccia qualsiasi passo, per quanto piccolo, per mostrare il proprio sostegno alla Palestina e il rifiuto dei crimini di guerra genocidi di Israele. La gente può far questo facendo pressione sui propri governi per costringere Israele a ricondursi nei parametri del diritto internazionale. Ma ci aspettiamo di più dai sudafricani ordinari poiché abbiamo molto in comune. Trattate Israele nel modo in cui volevate che trattassimo i sudafricani razzisti.
Anna Weekes è una sindacalista sudafricana e un’attivista dellaCoalizione pacifista che chiede al governo sudafricano di porresanzioni contro Israele
Commenti
come fai a definire genocidio palestinese se i palestinesi continuano a aumentare di numero?
hai letto il post?
Per venire alla tua domanda in effetti hai ragione, credo però che un fascista nazista come te una risposta se la può dare avendo come esperienza storica alle spalle, su cui vi siete esercitati male, proprio quella del popolo eletto da Dio.
Ho idea che quello che manca allo sterminio totale è un po' di paziente applicazione, al momento sono solo alla fase sperimentale del ghetto. Un po' come a Varsavia.
detto questo, posso capire benissimo la rabbia degli atroci comportamenti di israele, ma non credo che la questione la si possa risolvere attaccandola sempre in modo feroce.
criticare è legittimo e giusto, ma cerchiamo di farlo in maniera da rallentare le violenze reciproche con il tentativo di ottenere al piu' presto una soluzione definitiva, perchè se non si è capito l obiettivo israeliano è decimare i palestinesi per poi accettare due popoli/due stati, tanto la palestina sarà ridotta ad una contea quando arriverà quel giorno.
e noi dobbiamo evitare tutto ciò, almeno con le nostre parole.
questa è per lo meno la mia opinione.
1+1=0, vedo...
nel ghetto di varsavia la gente si riduceva di numero in modo evidente giorno dopo giorno...
mentre a gaza continuano ad aumentare, al contrario.
e tanto per sapere, come credi che gli isreliani stermineranno i palestinesi?
mandandogli un avviso postale di suicidarsi?
ma nel vostro mondo di favola è tutto possibile....
vedo che sull'argomento sterminio sei preparato. Da buon nazifascio.Tranquillo che Israele è sulla buona strada.
Rigitans,
è perché dovrei usare termini diversi nel descrivere la realtà di uno stato inventato dal nulla, grazie ad una immigrazione massiccia di europei che hanno una democrazia che vale solo per gli "ebrei" e discriminano i palestinesi?
Per quello che mi riguarda Israele è il problema da quelle parti.
scusa un attimo, ce l'hai cogli ebrei perchè socialisti o in quanto ebrei?
dato che sei un veterocomunista, potresti anche definirti un veterocenturia nera...
Lo strabismo si cura, eh.
Saluti.
Luca/KK
secondo me oltre lo strabismo bisognerebbe curare la cecità in primo luogo.
Poi, per quanto riguarda le repubbliche islamiche ti ricordo che una delle più fondamentaliste è una fedele alleata degli USA. la questione non mi riguarda. Non è che per non parlare di israele e di quello che è in realtà, a dispetto di ciò che vorrebbe dimostrare di essere, dobbiamo andarci a cercare qualcun altro per stare a posto con la coscienza.
Ad ogni modo i primi che parlano di Israele come di uno stato "razzista" (e questo è il tema del post) sono un pò di israeliani che sulla questione hanno scritto anche un po' di libri. Basta leggerli. Lì uno trova modo di soddisfare la sua curiosità sul tema.
per quanto riguarda il tema genocidio:
Intanto la definizione che ne dà l'intervistato è di "lento genocidio".
Ora, capisco che è sempre una questione di numeri e che quelli che si ammazzano in palestina, tra i palestinesi, forse non rispondono esattamente alla definizione "giuridica" sancita dal diritto internazionale. Forse massacro è un termine più rispettabile e corretto e rispetta la forma. per niente la sostanza.
D'altra parte neanche per gli Armeni o i Curdi, se è per solo i numeri, ha avuto valore quella definizione.
Si, Israele è un paese razzista né più e né meno come quelli che citi tu.
Capo,
non vali una risposta.
da genocidio si è passati a lento massacro...
tra un po' potrai parlare di "disistima reciproca tra stati".
allora, un genocidio che non c'è, un aparthaid che non c'è, un sacco di cose che non ci sono...
e poi noto una significativa mancanza di argomenti, caro. ti limiti a ripetere quello che dicono gli altri, senza parlare , ad esempio, dell'eliminazione da parte di hamas dei palestinesi non allineati (se fossi te, parlerei di genocidio, tanto non sai cosa vuol dire...)
se non rispondi, vuol dire che non sai cosa rispondere, e la cosa è ,anche questa, tipica.
Avessi letto un solo argomento tra i tuoi che è in contraddizione con quello che dice il "signore" che ha rilasciato l'intervista. O almeno che lo contesta.
Ti sei preso la briga anche di "sottilizzare" sulla questione dei morti dell'ultimo attacco israeliano dicendo che erano in maggioranza militari (mettendoci dentro poliziotti di quartiere e pompieri) e sai come è andata a finire? si che lo sai.
Ora, se fai lo sforzo di andare in libreria (cosa che tu fai con una certa consuetudine) ti puoi prendere un pò di libri che parlano di quella roba lì.
poiché hai anche la prassi consolidata di recensire quello che gli altri scrivono fallo anche con quegli Israeliani che dicono le cose che tu contesti. con argomenti se ne hai.
Cosa vuoi che aggiunga in più sulla questione?
D'altra parte la deriva di Israele è ben rappresentata dall'esito delle ultime elezioni. Non è che serva molto per farsene un'idea di ciò che il "sionismo" ha realizzato da quelle parti.
vedo, però, che qualche margine in più lo concedi se in fondo scrivi " che non è l'unico stato inventato". Si, non è l'unico. peccato che lo spacciano come modello.
Sull'Arabia Saudita ho riportato un post di uno che ci ha vissuto per un pò di tempo. Secondo te cosa ne posso pensare di una roba simile? Mi basta lasciare quella cronaca nel mio blog per esprimere il mio pensiero.
Per il fascista (perché questo sei)
intanto leggi bene : è scritto "lento genocidio" e questo non lo affermo io ma un tizio che vive lì e che è palestinese. capisco che tu sia ottenebrato dall'esempio del tuo ex capo Fini che ha colpe da scontare ma almeno capire chi scrive e cosa.
Per quanto riguarda la questione Hamas, hai ragione. con un particolare che ti sfugge, Harafat per consentire la riuscita dei primi accordi di Camp David permise la repressione (senza riuscirci) da parte della sua polizia (addestrata dalla Cia) di quella gente. Quindi la cosa è un po' più complessa di come te la racconti.
Ma questo cosa toglie alla realtà che rappresenta l'occupazione della Palestina da parte di israele?
per quanto riguarda l'apartheid la definizione è la stessa che ha dato Nelson Mandela. uno che se ne intende.
Che definisce fessi quelli che gli stanno sul cazzo?
Se hai altro da fare fallo, però vedo che in realtà hai solo voglia di stare qui, in compagnia di quel fascistello che ti viene dietro e che sembra diventato un tuo fans, per parlare di altro.
Israele è uno stato che discrimina i suoi cittadini sulla base della appartenenza religiosa si o no? per aiutarti, nell'assegnazione delle terre ad esempio.
Ha un sistema scolastico che di fatto discrimina gli arabi israeliani?
Vuoi che ti dia degli esempi o ti puoi informare da solo?
E' nato come stato grazie ad una massiccia immigrazione di europei e sulla base di quanto teorizzavano i sionisti?
E poi, solo per citare qualcuna delle fonti, le cose che vengono denunciate qui sono vere o no?
http://www.peacelink.it/paxchristi/a/3228.html
Il sistema di Apartheid che analizza Chomsky (un ebreo) comparandolo a quello del Sudafrica sono tutte cazzate?
Le cose che scrive Mario Moncada di Monforte (altro ebreo) tutte mincchiate?
Ma, per chiudere, quello che afferma la dirigenza politica di quello stato non è sufficiente?
Ora, chi è fesso?
Secondo me più che fesso tu fai solo il furbo.
p.s.
per il fascio
qui tu non scrivi più, specie di testa di cazzo rasata. Purtroppo con te i conti non si sono chiusi a P.le Loreto visto che vivi e questo è un blog in cui è vietato l'accesso a quelli come te. Quindi, risparmia il tempo.