Linton Kwesy Johnson, poesia e raggae comunista

Linton Kwesy Johnson è un poeta giamaicano, militante e comunista, che mette in musica le sue poesie. 
Da ragazzo emigrò a Londra dove raggiunse sua madre che lavorava lì. Si iscrisse alla facoltà di sociologia e nello stesso tempo iniziò a lavorare in fabbrica.
La sua militanza politica iniziò nelle pantere nere negli anni 70, con loro organizzò workshop di  poesia. 
Le sue melodie accompagnano testi impegnati in cui racconta della vita dei suoi compatrioti immigrati e delle dure condizioni contro cui devono battersi.
Nelle interviste che ha rilasciato in Italia, nel corso di un concerto, ha espresso la sua opinione sui temi che hanno a che fare con l'integrazione di quanti vengono da noi per cercare una vita migliore.
"«Un collega nei giorni scorsi mi ha chiesto da dove vengo. Giamaica, ho detto. Oh, molto esotico, ha ribattuto. Mi è venuto da pensare in quale strano modo ognuno vede le culture altrui. Un giornalista mi ha chiesto: ma un paese piccolo come l'Italia può ospitare così tanti immigrati? Ebbene, sono molto orgoglioso di essere qui stasera, spero che nessuno mi veda come un intruso dall'aspetto esotico»
«La generazione dei miei genitori è stata definita eroica per quello che ha ottenuto in Europa - dice il poeta - aveva molte responsabilità: per esempio, non potevano lasciare il lavoro anche se sottoposti a discriminazioni. La mia generazione, invece, non aveva responsabilità, si è ribellata al trattamento che riceveva. E l'Inghilterra è cresciuta anche grazie alle nostre proteste».
«In Inghilterra la polizia ha contribuito a renderci la vita difficile - dice Linton - con una legge di origine ottocentesca, la Sus Law (Suspicious Law), che permetteva di metterci in galera senza nessuna prova tangibile, solo con il sospetto di un reato»

Uno dei tasti su cui batte regolarmente è lo stravolgimento del significato delle parole. Cosa che per lui rappresenta un uso mediatico dei termini al servizio di una ideologia profondamente segregazionista.
«Sul finire degli anni Ottanta ci fu una violenta ondata di barbarie nel mondo. I mezzi di comunicazione utilizzarono il termine pulizia etnica, che secondo me è un'assurdità perché presuppone il concetto di inquinamento etnico. Uno stravolgimento vero e proprio del linguaggio».

Quando l'ho ascoltato per la prima volta, alla fine degli anni 70, mi piacque subito il tono della sua voce e la capacità di mescolare strumenti e melodie diverse, creando ritmi e pezzi in cui si trova la radice DUB del raggae arricchito da svisate di violino elettrico che sottolinenano  il ritmo o lo rompono all'improvviso.

Insieme ai suoi due pezzi ne propongo uno di una cantante tra le più brave sulla scena della musica caraibica: Dazarie nativa delle Virgin Islands.
Ascoltatela in questo pezzo "mother and child" .


Commenti

Post popolari in questo blog

Meglio di così si muore

I poveri e l'economia delle brave persone.